Suburra

Milano, 22.10.2015

Tre anni fa l’uscita di un film come ACAB – All Cops Are Bastards svelava gli istinti più violenti dei poliziotti. Era l’esordio di un regista che si era già fatto le ossa in tv con una serie di successo come Romanzo criminale o La squadra. Il suo nome corrisponde a Stefano Sollima ed ora sugli schermi appare la sua seconda opera (nel frattempo ha diretto per la tv una nuova serie di Gomorra) dal titolo Suburra che è una specie di anticipazione di ciò che la cronaca ci offre sul degrado romano. Si tratta infatti di un ritratto feroce del potere nella capitale, potere che non è solo politico ma anche religioso oltre che criminale. Sollima, rifacendosi al romanzo di De Cataldo e con la collaborazione di due grandi sceneggiatori come Rulli e Petraglia, racconta di una grande speculazione edilizia che si avvale di un politico corrotto ma anche di criminali in ascesa od arrivati (come un ex componente della banda della Magliana). Da questi accenni si capisce come questo sia un film politico sulla attualità ma è girato, per quanto riguarda il ritmo, come un poliziottesco e questo la dice lunga come il cinema legge la realtà. Un tempo il politico corrotto, anche al cinema, usava tutte le armi della seduzione e della mediazione. Ora, come spesso succede anche nella realtà, le armi sono quelle della criminalità organizzata con conseguenze anche sanguinarie. Sono oltre due ore di tensione il racconto di Sollima ma anche una esperienza che fa capire ciò che succede meglio di qualunque telegionale.