Giovani si diventa

Milano, 23.07.2015
 
Uscita estiva per l’opera dello sceneggiatore e regista indipendente newyorkese Noah Baumbach definito da alcuni critici uno “specialista in commedie malinconiche”. La nuova opera si intitola Giovani si diventa e narra dell’incontro tra cineasti: una coppia cinquantenne alle prese con il tempo che passa ed il talento che sfuma e due giovani (lui documentarista) esuberanti. Un film di sceneggiatura che ricorda l’amarezza di un Woody Allen ma che mette in scena due mondi: l’uno ancora con qualche codice morale (magari di facciata) e l’altro spregiudicato e cinico. Il film ha un fondamento letterario nell’opera di Henrik Ibsen «Il costruttore Solness»  condita da molti  riferimenti  alla cinematografia documentaristica americana.  Quindi un film “filosofico” che richiede un certo impegno e fa sì che la commedia, seppur gradevole, rischi di annoiare un certo tipo di spettatori. Ma le riflessioni sullo scontro generazionale dato dal tempo che passa, sul rapporto tra talento e lavoro, sulla cultura di massa con la quale un cineasta deve confrontarsi e sulla propria autostima  consigliano la visione dell’opera. Anche a costo di sentirsi un po’ irritati per la immaturità dei quaranta/cinquantenni e la amoralità dei giovani messi in scena.