
Venerdì 13 dicembre 2024, Mario Delpini, Arcivescovo della Diocesi di Milano e Presidente della Conferenza Episcopale Lombardia, era in via Vida a Milano, per incontrare la CISL della Lombardia nella sua sede
“E’ con incontenibile gioia nel cuore che le porgo un filiale e caloroso benvenuto nella sede della CISL regionale della Lombardia“, così lo ha accolto Ugo Duci, Segretario Generale della CISL Lombardia, nel suo intervento introduttivo. “Questa sede, che Lei oggi ci onora di visitare è la casa ‘madre’ degli oltre 730.000 donne e uomini associati alla CISL nella nostra Regione, degli oltre 7.500 delegate e delegati nei luoghi di lavoro privati e pubblici, dei 700 pensionate e pensionati che accolgono e servono le persone che accedono alle nostre sedi sparse su tutto il territorio, dei 770 operatrici e operatori del nostro Servizio Fiscale, dei 150 del nostro Patronato, dei 250 del nostro Ente di formazione professionale e di tante e tanti ancora, che operano nei nostri Uffici vertenze, nel nostro Sindacato della casa e degli inquilini, nella nostra Associazione per l’accoglienza e l’integrazione dei migranti, nel nostro Istituto per la Cooperazione internazionale, nella nostra Associazione di tutela dei consumatori, nel nostro Ente di studio e ricerca“.
“Abbiamo letto ed accolto le parole da lei pronunciate nel suo ‘discorso alla città’ e, com’è naturale, stante la nostra missione di rappresentare, tutelare e servire le donne e gli uomini che lavorano, che cercano un lavoro, che hanno lavorato un’intera vita e oggi sono in pensione, ci hanno profondamente colpito i suoi riferimenti alla ‘stanchezza’ della gente che lavora, non dovuta tanto alla fatica, ma figlia del sempre più diffuso disconoscimento del valore che il lavoro deve avere per ogni persona, valore di senso, valore di vita, valore di appartenenza a una comunità, valore di emancipazione e liberazione, mai disgiunti dal riconoscimento economico che si riceve per il proprio lavoro, necessario a condurre una vita dignitosa“, ha continuato il Segretario. “Lei ha richiamato tutti a riconsiderare almeno tre elementi chiave del ‘lavoro buono’: la sicurezza, il salario e la qualità. Un richiamo che non po’ lasciarci insensibili, che mette alla prova la nostra capacità di incidere più e meglio sui fattori che contribuiscono a ‘lasciar riposare la gente stanca del lavoro del tempo presente’, a renderlo più sicuro, più dignitoso, più giustamente retribuito, più partecipato, per ogni lavoratrice e ogni lavoratore, in primis i giovani e le donne. Come lei sa non abbiamo ricette o pozioni magiche per affrontare sfide di tale portata, ma una cosa possiamo farla; prometterle che ci impegneremo ancora di più, possibilmente meglio, nei ruoli e compiti che ci appartengono nella società, per alleviare ‘la stanchezza della gente’, per non farla sentire abbandonata, esclusa, lasciata sola“, ha concluso






A continuazione del pomeriggio, le testimonianze di Kelly Bassi, Segretaria Generale FELSA CISL Lombardia, di Sergio Marcelli, Segretario Regionale FNP CISL Lombardia e di Michele Spadaro, operatore della CISL Lombardia



Successivamente, le parole dell’Arcivescovo Mario Delpini, prima di impartire la benedizione natalizia:
“Sono qui per augurare, per benedire e benedire vuol dire dichiarare un’alleanza, non è una una specie di parola magica per assicurare una protezione o un buon esito. La benedizione fa parte dell’ambito della fede e dell’alleanza. La prima cosa che vorrei proporre, vorrei chiedere, è una visione, perché molti segnali mi dicono che il mondo del lavoro sta cambiando e cambia in una maniera rapida non solo per qualche particolare che arriva. Che tipo di lavoro stiamo facendo? Che tipo di lavoro faremo? In che modo si lavorerà in questa nostra situazione? Io sento solo dei sintomi sull’aspetto del digitale, sull’aspetto della delocalizzazione, sull’aspetto dell’individualismo, di questa forma di lavoro che tende più a isolare che a convergere, che a ritrovarsi. In che modo il Sindacato si adegua, si organizza, si prende cura dei lavoratori, di quelli che hanno un contratto di lavoro o una pensione? Mi domando di questo enigma, che si cerchino lavoratori, ci siano dei disoccupati o dei sotto impiegati e ci siano dei posti di lavoro vuoti“. L’Arcivescovo ha anche toccato il tema dell’immigrazione: “Come si fa ad avere la capacità di interagire con le forme marginali, di quelli che il lavoro non ce l’hanno, di quelli che il lavoro non possono averlo, di quelli che il lavoro non lo cercano, di quelli che vivono una solitudine?“. Infine, l’ultimo appello è stato allo “stile della difesa del lavoratore, allo stile che vigila sul rischio della contrapposizione, che cerca il modo di affrontare i problemi, che non stabilisce nemicizie pregiudiziali, perchè è interesse di tutti lavorare insieme e cercare insieme la soluzione dei problemi“


