“Le Olimpiadi Invernali 2026 – Lavoro e benessere sociale per un territorio attrattivo”

Un grazie sincero alla CISL di Sondrio per avere organizzato questo evento, che non è un semplice convegno: è un pezzo di strada che facciamo insieme” – con queste parole Fabio Nava, Segretario Generale della CISL Lombardia, ha aperto il suo intervento al convegno “Le Olimpiadi Invernali 2026 – Lavoro e benessere sociale per un territorio attrattivo”, tenutosi a Livigno il 25 novembre 2025.

L’iniziativa – ha ricordato Nava – arriva in un momento simbolico: “essere qui, dopo l’inaugurazione della nuova sede di Livigno, è un segnale molto forte: significa che il sindacato vuole stare vicino ai lavoratori ovunque, anche in quei territori dove il lavoro è stagionale, diffuso, fatto di turismo e servizi. La montagna non è periferia: è parte viva della Lombardia

Nel suo intervento, Nava ha subito allargato lo sguardo oltre la dimensione sportiva: “le Olimpiadi non sono ancora iniziate, ma una cosa è già chiara: questa è una sfida che riguarda il lavoro, il benessere sociale, il futuro della nostra comunità. I Giochi devono diventare un’occasione concreta di crescita per chi qui vive, lavora e studia”. Ha poi ricordato il percorso che ha portato Milano–Cortina a vincere la candidatura: “le Olimpiadi non arrivano mai per caso. Dopo la rinuncia di Roma non era affatto scontato che i Giochi invernali finissero sulle nostre montagne. È successo perché istituzioni diverse – Regione Lombardia, Comune di Milano, Province autonome, Governo, CONI – hanno scelto una cosa rarissima: il gioco di squadra invece della contrapposizione”. Una scelta che la CISL ha voluto riconoscere apertamente: “quando la politica sa collaborare, noi non abbiamo alcun problema a dirlo. Questo modo di fare è nel nostro DNA: dialogo, responsabilità, ricerca concreta del bene comune. Ecco perché non abbiamo mai fatto mancare la nostra presenza e il nostro impegno anche negli appuntamenti che hanno accompagnato il cammino verso questo importantissimo evento sportivo“. Ha poi ricordato che “ci sono tre Olimpiadi che procedono insieme, e tutte riguardano da vicino la vita delle persone e il futuro dei territori: la prima è l’evento sportivo, quello olimpico e paralimpico, che porta con sé un valore enorme: l’effetto emulativo degli atleti, la capacità di generare entusiasmo, energia, partecipazione, soprattutto tra i più giovani; la seconda è la legacy, l’eredità, il lascito: le Olimpiadi devono essere un’occasione di rilancio per i nostri territori, la possibilità di costruire una sostenibilità futura vera, duratura: la terza è la partecipazione, che non può essere un semplice slogan, deve diventare un modello e questo significa co-gestione: significa mettere al centro il lavoro e valorizzare davvero i volontari, significa informazione, consultazione, coinvolgimento vero nelle scelte e condivisione dei risultati”.

Il Segretario ha quindi legato il titolo del convegno al tema del proprio intervento, dedicato ai valori delle Olimpiadi: “parlare dei valori dello sport e della montagna non è retorica. È concretezza. Dentro lo sport ci sono parole che oggi ci servono più che mai: disciplina, rispetto, gioco di squadra, inclusione, responsabilità. Lo sport insegna il senso del dovere – gli allenamenti quando gli altri riposano – e abitua a competere dentro le regole, non contro le regole. Ricorda che ogni vittoria è provvisoria e ogni sconfitta può diventare un inizio”. La montagna, ha aggiunto, completa questa lezione: “in montagna non sei quasi mai in piano: o sali o scendi. È una metafora potentissima. Arrivi in cima e pensi di aver finito, invece spesso la discesa richiede ancora più concentrazione. È così anche per le Olimpiadi: l’accensione del braciere non sarà il traguardo, ma l’inizio vero della sfida”.

Dalle immagini dello sport alla concretezza del lavoro, Nava ha ribadito uno dei concetti chiave della CISL Lombardia: “lavoro con cura è il contrario del lavoro usa e getta. Significa contratti veri e rappresentativi, sicurezza non solo nei documenti ma nei turni, negli impianti, nell’organizzazione quotidiana. Significa formazione continua, alloggi dignitosi, rispetto del tempo delle persone”. Da qui un messaggio molto chiaro sul futuro della montagna: “se vogliamo un territorio attrattivo, dobbiamo dirlo chiaramente: non basta attrarre turisti o eventi. Bisogna attrarre e trattenere persone – giovani famiglie, lavoratori qualificati, studenti. E questo avviene solo se un territorio offre lavoro buono, casa accessibile, sanità di prossimità, trasporti affidabili, servizi sociali”. Nava ha descritto con chiarezza il rischio che territori come Livigno, Bormio e le valli alpine conoscono da decenni: “in alta stagione tutto è sovraccarico: prezzi alle stelle, lavoro massacrante, servizi sotto pressione. Nei periodi morti, invece, questi territori sono ‘dimenticati’: meno servizi, meno lavoro, giovani che se ne vanno. Questa è una doppia ingiustizia, e noi dobbiamo avere il coraggio di affrontarla”. Da qui la necessità di nuove politiche sociali e territoriali: “accanto alla retorica del ‘territorio vetrina’, dobbiamo costruire un welfare di località: patti territoriali che mettano attorno allo stesso tavolo Comuni, Provincia, Regione, sindacati, imprese, terzo settore, mondo sportivo. L’obiettivo è uno solo: partire dai bisogni delle persone che vivono qui tutto l’anno”.

Una parte importante dell’intervento è stata dedicata ai giovani: “il 2026 sarà, per tanti ragazzi, il battesimo del lavoro. E noi dobbiamo fare in modo che non sia un battesimo di sfruttamento. Devono poter dire: ‘ho fatto fatica, ma sono stato rispettato, ho imparato, qualcuno mi ha accompagnato’”. Altro tema centrale, quello dei volontari: “i volontari sono il volto più bello delle Olimpiadi, perché non sono manodopera gratuita, ma capitale sociale prezioso. Imparano lingue, competenze, capacità organizzative. Sarebbe un errore gigantesco disperdere tutto questo dopo la chiusura dei Giochi”. Nava ha richiamato anche la battaglia della CISL per la legge sulla partecipazione nei luoghi di lavoro: “non possiamo chiedere alle persone di partecipare alle Olimpiadi solo come tifosi o spettatori. La partecipazione deve valere anche nei luoghi dove passano otto, dieci ore al giorno: fabbriche, alberghi, cantieri, servizi. Con la legge di iniziativa popolare sulla partecipazione – oggi legge dello Stato – abbiamo detto una cosa semplice: il lavoro non è solo esecuzione, è intelligenza, responsabilità, voce”. Milano–Cortina, ha sottolineato, può diventare uno dei primi terreni concreti di applicazione di questa cultura: “vogliamo che l’Olimpiade sia anche un laboratorio di buona contrattazione e di partecipazione: nei protocolli sugli appalti, negli accordi di filiera, nella contrattazione territoriale. La CISL sarà alleata esigente: pronta a collaborare, ma con gli occhi ben aperti sulla qualità del lavoro”.

Il Segretario ha chiuso il suo intervento con una domanda chiara e decisiva: “quando il braciere olimpico sarà spento, la vita delle persone che abitano qui sarà un po’ migliore o un po’ più fragile di prima?”. Per Nava, la risposta dipenderà dalle scelte dei prossimi mesi: “se tra qualche anno potremo dire che ci sono stati meno infortuni, più contratti buoni, più giovani che hanno scelto di restare, più servizi di prossimità, più collaborazione tra istituzioni, imprese e parti sociali, allora sì: potremo dire che le Olimpiadi hanno portato davvero lavoro e benessere sociale”. La conclusione è stata un richiamo forte e identitario: “la nostra bussola resta una sola: le persone. Il lavoro non è una merce: è vita. E la vita, ogni volta, merita cura”.