Euronote – Equilibrio tra lavoro e vita privata

Milano, 10.9.2019

Da poco più di un mese (1° agosto 2019) è entrata in vigore nel diritto dell’Unione europea la direttiva sull’equilibrio tra vita professionale e vita privata, che mira a migliorare l’accesso delle famiglie al congedo familiare e ad accordi di lavoro flessibili. Gli Stati membri avranno ora tre anni di tempo per adottare le disposizioni legislative, regolamentari e amministrative necessarie per conformarsi alla direttiva, approvata dal Parlamento europeo nell’aprile 2019. Nata dall’intenzione della Commissione di introdurre un approccio più ampio per affrontare la sottorappresentazione delle donne all’interno del mercato del lavoro, l’iniziativa sull’equilibrio tra lavoro e vita privata rappresenta uno dei risultati del pilastro europeo dei diritti sociali. In pratica, cerca di tenere nel dovuto conto gli sviluppi della società europea negli ultimi dieci anni, al fine di consentire ai genitori e alle persone con responsabilità di cura di bilanciare meglio il loro lavoro e la vita familiare e di incoraggiare una migliore condivisione delle responsabilità di cura tra donne e uomini. I contenuti della direttiva si basano sui risultati della consultazione pubblica e della consultazione in due fasi delle parti sociali e sull’analisi della valutazione d’impatto che la accompagna.

Cosa prevede la direttiva

La direttiva sull’equilibrio tra vita privata e professionale introduce una serie di azioni legislative intese a modernizzare i quadri giuridici e politici dell’Ue esistenti, con l’obiettivo di: sostenere meglio un equilibrio tra lavoro e vita privata per genitori e tutori, incoraggiare una più equa ripartizione del congedo parentale tra uomini e donne e favorire la partecipazione delle donne al mercato del lavoro. A tale scopo sono state previste varie misure. Ad esempio, l’introduzione del congedo di paternità: ai sensi della direttiva, i padri devono essere in grado di prendere almeno 10 giorni lavorativi di congedo di paternità nel periodo della nascita del figlio, compensato almeno a livello di retribuzione per malattia. Poi la garanzia che due dei quattro mesi di congedo parentale non siano trasferibili tra genitori e compensati a un livello stabilito dallo Stato membro, mentre i genitori avranno il diritto di chiedere di prendere le ferie in modo flessibile (ad esempio part-time o in modo frammentario). E ancora, l’introduzione del congedo per gli accompagnatori: i lavoratori che forniscono assistenza personale o supporto a un parente o una persona che vive nella stessa famiglia hanno diritto a cinque giorni di congedo all’anno. È prevista inoltre l’estensione del diritto di richiedere accordi di lavoro flessibili (orari di lavoro ridotti, orari di lavoro flessibili e flessibilità sul posto di lavoro) a coloro che prestano assistenza e ai genitori che lavorano con figli fino a otto anni. La direttiva è accompagnata da una serie di misure politiche per il sostegno degli Stati membri nel raggiungimento degli obiettivi di un migliore equilibrio tra vita privata e vita professionale e responsabilità di assistenza più equamente distribuite. Così è incoraggiato l’uso di fondi europei per migliorare la fornitura di servizi di assistenza formale e favorito un uso equilibrato dal punto di vista del genere di congedi familiari e accordi di lavoro flessibili, è garantita la protezione a genitori (comprese le donne in gravidanza e le lavoratrici che rientrano da un congedo) e tutori contro la discriminazione o il licenziamento e sono rimossi i disincentivi economici per i secondi nella famiglia, che impediscono alle donne di accedere al mercato del lavoro o di lavorare a tempo pieno. Come risultato di queste misure, dunque, la direttiva mira a migliorare non solo l’equilibrio tra lavoro e vita privata ma anche il tasso di occupazione femminile nonché la stabilità economica delle famiglie, cercando così di andare a beneficio di individui, aziende e società in generale. Il previsto aumento della partecipazione femminile al lavoro, i loro guadagni più elevati e gli avanzamenti di carriera dovrebbero infatti avere un impatto positivo sulla prosperità economica, sull’inclusione sociale e sulla salute delle famiglie. D’altro canto, le aziende dovrebbero trarre vantaggio da una forza lavoro più variegata, motivata e produttiva, nonché da un minore assenteismo. L’aumento dell’occupazione femminile, poi, contribuirà anche ad affrontare la sfida dell’invecchiamento demografico e a garantire la stabilità finanziaria degli Stati membri.

Investire nell’infanzia

Il sostegno alla partecipazione dei genitori nel mercato del lavoro è anche un elemento della raccomandazione adottata nel 2013 dalla Commissione per “Investire nei bambini: interrompere il ciclo dello svantaggio” come parte del pacchetto di investimenti sociali. La raccomandazione forniva orientamenti per gli Stati membri su come affrontare la povertà infantile e l’esclusione sociale attraverso misure quali sostegno e prestazioni familiari, assistenza all’infanzia di qualità, educazione della prima infanzia. Le strategie integrate degli Stati membri dovrebbero essere sviluppate secondo tre pilastri chiave: accesso a risorse adeguate, accesso a servizi di qualità a prezzi accessibili e diritto dei bambini a partecipare. L’investimento sociale nelle capacità individuali durante i primi anni, osserva la Commissione, «è particolarmente vantaggioso per i bambini provenienti da contesti svantaggiati e può fornire grandi ritorni sociali», oltre a costituire un fattore cruciale per interrompere i cicli di trasmissione intergenerazionale della povertà. È stata così istituita una Piattaforma europea per gli investimenti nell’infanzia (Epic), che fornisce risorse agli Stati membri e monitora le iniziative attivate dalla raccomandazione per gli investimenti nell’infanzia, condividendo buone pratiche per bambini e famiglie al fine di promuovere la cooperazione e l’apprendimento reciproco nel settore. Oltre a una biblioteca di pratiche, Epic ha pubblicato una serie di promemoria per fornire semplici introduzioni agli argomenti chiave delle politiche, inclusi memo recenti su: politiche di paternità e di congedo parentale negli Stati membri, politiche e iniziative a supporto dei luoghi di lavoro adatti alle famiglie, accesso delle famiglie non tradizionali al congedo familiare in tutta l’Ue.