Euronote – Le priorità economiche e sociali dell’Ue

Milano, 5.3.2019

L’economia europea nel 2019 dovrebbe crescere per il settimo anno consecutivo, ma a un ritmo più moderato. A livello di Unione l’occupazione ha raggiunto livelli record e le finanze pubbliche sono migliorate, sussistono però vari problemi che frenano la crescita e preoccupano in prospettiva. «I livelli di produttività rimangono modesti, l’invecchiamento della popolazione si accentua e i rapidi mutamenti tecnologici hanno un’incidenza considerevole sui mercati del lavoro. In alcuni Stati membri il reddito reale delle famiglie è ancora inferiore ai livelli pre-crisi e la disoccupazione giovanile rimane a livelli inaccettabilmente elevati» sostiene la Commissione europea, chiedendo ai governi dell’Ue di intensificare l’azione per aumentare la produttività, migliorare la resilienza delle economie nazionali e garantire che la crescita economica produca effetti positivi per tutti i cittadini.

Questa la valutazione annuale della situazione economica e sociale degli Stati membri contenuta nel Pacchetto d’inverno del semestre europeo, presentato dalla Commissione europea il 27 febbraio scorso. L’esecutivo dell’Ue ritiene necessaria un’azione politica adeguata e determinata per promuovere gli investimenti, portare avanti politiche di bilancio responsabili e attuare riforme ben congegnate. «Abbiamo fatto una radiografia delle 28 economie dell’Ue per individuare i problemi e garantire che siano affrontati in modo tempestivo. Molti degli squilibri osservati in Europa sono in via di correzione grazie alla crescita economica e all’azione politica, anche se devono ancora essere affrontati problemi di lunga data. Il rallentamento della crescita di quest’anno impone ai governi di agire riducendo il debito, incrementando la produttività, investendo di più e meglio e lottando contro le disuguaglianze» ha dichiarato il commissario europeo per gli Affari economici e finanziari, Pierre Moscovici, presentando la valutazione della Commissione. Sul fronte occupazionale è invece intervenuta la commissaria per l’Occupazione e gli Affari sociali, Marianne Thyssen, secondo la quale «i mutamenti demografici e le nuove tecnologie stanno modificando il mercato del lavoro, mentre la carenza di competenze si accentua in molti Stati membri. È ora di cambiare marcia. Per mantenere il nostro tenore di vita dobbiamo assolutamente investire nelle competenze, puntando a migliorarne il livello per le persone poco qualificate».

Correggere gli equilibri macroeconomici

Nel complesso, osserva la Commissione, gli Stati membri hanno compiuto progressi nell’attuare più di due terzi delle raccomandazioni formulate dal 2011, quando venne istituito il semestre europeo, cioè il ciclo annuale di coordinamento delle politiche economiche a livello di Ue. La maggior parte dei progressi riguarda le raccomandazioni sui servizi finanziari, «il che rispecchia la priorità attribuita alla stabilizzazione e alla solidità del settore finanziario dopo la crisi finanziaria» nota l’esecutivo dell’Ue. Si osservano progressi anche nelle riforme introdotte per facilitare la creazione di posti di lavoro con contratti a tempo indeterminato e per ovviare alla segmentazione del mercato del lavoro.

Destano invece preoccupazioni gli squilibri macroeconomici, problema che la Commissione ha cercato di affrontare dal novembre 2018 quando avviò esami approfonditi relativi a 13 Stati membri per accertare gli eventuali squilibri e valutarne l’entità. La valutazione ha concluso che i 13 Stati membri presentano squilibri o squilibri eccessivi, ma che in alcuni casi l’entità degli squilibri è diminuita. Dagli esami svolti dalla Commissione emerge che Bulgaria, Germania, Spagna, Francia, Croazia, Irlanda, Paesi Bassi, Portogallo, Romania e Svezia presentano squilibri economici; Cipro, Grecia e Italia, invece, squilibri eccessivi.

L’Italia, in particolare, con un debito pubblico elevato, una debolezza economica protratta, un livello ancora elevato di crediti in sofferenza e alta disoccupazione, sta vivendo squilibri eccessivi, scrive la Commissione europea, rilevando come «i progressi in alcune aree politiche degli anni precedenti sono stati oscurati dal peggioramento delle prospettive derivanti in gran parte dal previsto deterioramento del bilancio e da un’agenda di riforma ampiamente bloccata». E le prospettive non sono affatto positive. Secondo l’analisi della Commissione, infatti, le recenti misure politiche «fanno marcia indietro su elementi delle precedenti riforme e incideranno negativamente su sostenibilità delle finanze pubbliche, produttività e crescita del Pil». Così, si legge nella Relazione, «l’aggravarsi o l’attenuazione degli squilibri dipenderà dagli impegni politici e dalla loro attuazione». La Commissione seguirà «da vicino» gli sviluppi e valuterà le iniziative politiche e gli impegni per affrontare gli squilibri, in particolare il livello di ambizione del programma nazionale di riforma.

Raccomandazioni specifiche per ogni Paese

La Commissione ha anche adottato una proposta sugli orientamenti a favore dell’occupazione per le politiche degli Stati membri, che conferma l’allineamento con i 20 principi del Pilastro europeo dei diritti sociali, in quanto obiettivi e priorità rimangono validi. Tali orientamenti forniscono la base giuridica delle raccomandazioni specifiche che devono essere adottate ogni anno. Inoltre, il Pacchetto contiene una Relazione sull’attuazione dei Percorsi di miglioramento delle competenze, che impegna gli Stati membri a offrire agli adulti con bassi livelli di qualifiche opportunità nuove e migliori di rafforzare le competenze alfabetiche, matematiche e digitali di base e di progredire verso qualifiche più elevate.

Nei prossimi mesi la Commissione terrà riunioni bilaterali con gli Stati membri, incontrando esponenti di governo e Parlamento nazionali, le parti sociali e le altre parti interessate a discutere dei risultati delle Relazioni. In aprile, invece, gli Stati membri presenteranno i programmi nazionali di riforma e i programmi di stabilità (per gli Stati membri della zona euro) o di convergenza (per gli Stati membri non appartenenti alla zona euro), in cui saranno delineate le rispettive strategie pluriennali di bilancio. In primavera la Commissione presenterà poi le proposte relative alla nuova serie di raccomandazioni specifiche per Paese riguardanti le principali sfide individuate per il 2019-2020.