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Euronote – Migliorano nell’Ue economia e occupazione

Milano, 17.10.2016
 
 
 
 
 
 
 
 
Migliorano nell’Ue economia e occupazione
Lo dimostrano i dati del bollettino trimestrale della Commissione europea
 
I mercati del lavoro e il sistema economico dell’Unione europea sono in miglioramento, dal momento che anche nel secondo trimestre 2016 si è confermato l’andamento moderatamente positivo osservato negli ultimi due anni e mezzo. È quanto evidenzia l’edizione Autunno 2016 del bollettino trimestrale su Occupazione e sviluppo sociale in Europa pubblicato dalla Direzione generale per l’Occupazione, gli Affari sociali e l’Inclusione della Commissione europea. Pur con le solite e significative differenze tra gli Stati membri, l’occupazione è aumentata in quasi tutti i Paesi dell’Ue raggiungendo e superando i livelli del 2008, anche se il tasso di occupazione resta al di sotto dell’obiettivo 2020 del 75%. In calo la disoccupazione in quasi tutti gli Stati membri, con un tasso medio che ha raggiunto il livello più basso dal 2009; diminuiscono anche le tipologie di disoccupazione più problematiche, cioè quella di lunga durata e la disoccupazione giovanile, che resta però elevata in alcuni Paesi dell’Ue.
 
«Il numero crescente di persone che trovano un lavoro dimostra che i nostri sforzi pagano» ha dichiarato la commissaria europea per Occupazione, Affari sociali, Competenze e Mobilità dei lavoratori, Marianne Thyssen, osservando come quasi un quarto degli 1,6 milioni di disoccupati in meno rispetto a un anno fa sono giovani: «Ciò conferma i risultati positivi della nostra garanzia per i giovani, tuttavia ben 4,2 milioni di giovani sono ancora alla ricerca di un posto di lavoro e non possono essere ignorati».
 
Economia in lenta espansione
 
Secondo l’analisi trimestrale della Commissione, l’economia dell’Ue continua la sua lenta espansione in corso da più di tre anni. L’attività economica si è ampliata nella maggior parte degli Stati membri, il Pil in termini reali è aumentato dello 0,4% nell’Ue e dello 0,3% nella zona euro nel secondo trimestre del 2016. È diminuito solo in Francia ed è rimasto invariato in Italia e in Finlandia, mentre vari Stati membri, tra cui la Polonia e la Spagna, hanno registrato una solida crescita trimestrale (0,8% o più) fino al punto massimo fatto registrare dalla Romania (1,5%). Nel raffronto anno su anno la crescita ha rallentato leggermente all’1,8% nell’Ue e all’1,6% nella zona euro, ma è stata comunque positiva in tutti gli Stati membri tranne la Grecia: una crescita del Pil che ha superato il 4% in Paesi come Irlanda e Lussemburgo raggiungendo quasi il 6% in Romania.
 
Occupati aumentati di 3,2 milioni nell’ultimo anno
 
La crescita dell’occupazione in Europa continua a rafforzarsi, con un aumento dello 0,3% nell’Ue e dello 0,4% nella zona euro nel secondo trimestre del 2016, mentre rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente l’occupazione è cresciuta dell’1,4% nell’Ue e dell’1,5% nella zona euro, cosa che corrisponde a un incremento di 3,2 milioni di occupati nell’Ue di cui 2,2 milioni nell’area dell’euro. Dal livello più basso toccato a metà del 2013, l’occupazione in Europa è così aumentata di 7,9 milioni di persone, di cui 4,5 milioni nella zona euro. Un aumento che nel secondo semestre 2016 ha riguardato la maggior parte degli Stati membri, con un calo in Croazia (-0,1%) e una stagnazione in Finlandia, mentre i Paesi più virtuosi sono stati l’Estonia (1,7%), l’Irlanda (1,1%) e la Lituania (0,7%). Anche rispetto al 2015 si è registrata una crescita dell’occupazione in quasi tutti gli Stati membri, con gli aumenti più rilevanti in Ungheria, Irlanda, Lussemburgo, Malta e Spagna (2,7% o più).
 
Nell’ultimo anno il numero di lavoratori dipendenti con un contratto a tempo indeterminato è cresciuto di 2,7 milioni e di circa 750.000 quello dei lavoratori con un contratto a tempo determinato. Il tasso di occupazione per la fascia 20-64 anni è aumentato costantemente negli ultimi due anni e mezzo, attestandosi nel secondo semestre 2016 al 70,8%: si tratta di un livello superiore a quello del 2008, ma ancora 4 punti percentuali sotto l’obiettivo della strategia Europa 2020 che è del 75%. Permangono poi grandi disparità tra gli Stati membri, dove si passa da tassi di occupazione dell’81% in Svezia al 56% in Grecia, con molti Paesi ancora ben al di sotto del loro obiettivo.
 
Disoccupazione mai così bassa dal 2009
 
La disoccupazione ha raggiunto il livello più basso dal marzo 2009. Nel mese di agosto 2016 il tasso di disoccupazione è stato dell’8,6% nell’Ue e del 10,1% nella zona euro, con una riduzione rispettivamente di 0,7 e di 0,6 punti percentuali rispetto all’agosto 2015. In valore assoluto si tratta di un calo di circa 1,6 milioni nel numero di disoccupati nell’Ue, di cui quasi 0,9 milioni nei Paesi dell’euro. Così ad agosto 2016 si contavano 20,9 milioni di disoccupati nell’Ue, di cui 16,3 milioni nella zona euro.
 
Se si prende in considerazione il picco di disoccupazione nell’Ue registrato nell’aprile 2013 la diminuzione è stata di circa 5,6 milioni di persone, ma ad oggi si registrano ancora circa 4,8 milioni di disoccupati in più rispetto al marzo 2008, quando con il 6,7% il tasso di disoccupazione nell’Ue segnò il livello più basso.
 
Nell’ultimo anno il tasso di disoccupazione è diminuito in 24 Stati membri, è rimasto stabile in Danimarca e aumentato in Estonia (+1,5%), Austria (+0,5%) e Belgio (+0.2). Le differenze tra Stati membri sono notevoli, si va da tassi del 3,9% in Repubblica Ceca, 4,2% in Germania e 4,8% a Malta e nel Regno Unito, fino ad un massimo del 23,4% in Grecia.
 
Il tasso di disoccupazione nel secondo trimestre del 2016 è diminuito per tutte le attività, tuttavia tale miglioramento non è stato sufficiente per tornare ai valori minimi osservati nel 2008, soprattutto per quanto riguarda le persone poco qualificate il cui tasso è ancora 5,8 punti percentuali al di sopra. Al contrario, il tasso di disoccupazione degli altamente qualificati è ora di 1,3 punti al di sotto del livello pre-crisi.
 
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