Euronote – Nuove misure per il Green Deal europeo

Presentato un pacchetto legislativo per favorire la transizione “verde” dell’Ue

Milano, 20.7.2021

L’obiettivo è ambizioso: ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 e diventare il primo continente a impatto climatico zero entro il 2050. È quanto vuole ottenere il Green Deal europeo e, a questo fine, la Commissione europea ha adottato un pacchetto di proposte per fornire gli strumenti legislativi e politici all’Ue in modo da trasformare radicalmente l’economia e, più in generale, la società europea. Presentato nel dicembre 2019, il Green Deal europeo per la sua attuazione necessita della normativa europea che entra in vigore questo mese, al fine di garantire l’impegno comunicato dall’Ue alla Convenzione delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Unfccc) a fine 2020. Il quadro legislativo alla base del nuovo pacchetto presentato dalla Commissione prevede una dissociazione tra crescita economica ed emissioni di gas a effetto serra, che sono già diminuite del 24% rispetto al 1990 e che l’Ue ha deciso di ridurre di almeno il 55% entro la fine del decennio in corso. Al sostegno dell’azione per il clima l’Ue destinerà il 30% del bilancio del quadro finanziario pluriennale 2021-2027 e del NextGenerationEU, dotati di uno stanziamento di 2000 miliardi di euro, nonché il 37% dei 723,8 miliardi di euro dello strumento per la ripresa e la resilienza, che finanzierà i programmi nazionali di ripresa. I vantaggi di agire ora per proteggere le persone e il pianeta sono evidenti, ma la sfida centrale della transizione verde è far sì che i vantaggi e le opportunità che ne derivano siano accessibili a tutti nel modo più equo possibile, senza gravare ulteriormente sul reddito dei cittadini, sostiene la Commissione.

Dato che però nel breve periodo le politiche climatiche rischiano, con l’introduzione di nuove imposte sul prezzo del carbonio, di esercitare un’ulteriore pressione sulle famiglie, gli utenti dei trasporti e le microimprese più vulnerabili, è stato proposto un nuovo Fondo sociale per il clima, il cui obiettivo è assegnare finanziamenti specifici agli Stati membri per aiutare i cittadini a investire nell’efficienza energetica, in nuovi sistemi di riscaldamento e raffrescamento e in una mobilità più pulita. Tale Fondo sarebbe finanziato dal bilancio dell’Ue, utilizzando un importo equivalente al 25% delle entrate previste provenienti dallo scambio di quote di emissione dell’edilizia e dei carburanti per il trasporto stradale. Con l’assegnazione di 72,2 miliardi di euro agli Stati membri per il periodo 2025-2032 e la possibilità di ricorrere ad analoghi finanziamenti nazionali, il Fondo potrebbe mobilitare 144,4 miliardi di euro per una transizione socialmente equa e non eccessivamente destabilizzante.

Decennio decisivo nella lotta alla crisi climatica

«Questo è il decennio decisivo nella lotta contro la crisi climatica e la perdita di biodiversità – ha dichiarato il vicepresidente esecutivo della Commissione europea e responsabile per il Green Deal europeo, Frans Timmermans –. Saranno necessari sforzi considerevoli in tutti i settori e in tutti gli Stati membri. Le nostre proposte stimoleranno i cambiamenti necessari, consentiranno a tutti i cittadini di beneficiare quanto prima dei vantaggi dell’azione per il clima e offriranno un sostegno alle famiglie più vulnerabili. La transizione dell’Europa sarà equa, verde e competitiva». Il pacchetto legislativo del Green Deal europeo contiene proposte di vario genere. Dall’applicazione dello scambio di quote di emissione a nuovi settori e il rafforzamento dell’attuale sistema di scambio di quote di emissione del’Ue ad un aumento dell’utilizzo di energie rinnovabili; da una maggiore efficienza energetica a una più rapida diffusione dei modi di trasporto a basse emissioni; da politiche fiscali in linea con gli obiettivi del Green Deal a misure per prevenire la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio, fino a strumenti per preservare e potenziare la capacità dei pozzi naturali di assorbimento del carbonio.

Ces: transizione verde non a carico dei lavoratori

I sindacati europei hanno dichiarato il loro sostegno all’azione per il clima, denunciando però come l’onere della transizione climatica rischi di essere a carico delle famiglie a basso reddito, secondo la proposta della Commissione di creare un nuovo sistema di scambio di quote di emissioni per il trasporto su strada e gli edifici. «La proposta della Commissione di far pagare ai lavoratori il costo della transizione verde, aumentando il prezzo della benzina e dell’energia domestica, rischia di creare un contraccolpo contro l’urgente azione per il clima» sostiene la Confederazione europea dei sindacati (Ces), ricordando che «il tutto avviene in un momento in cui 50 milioni di famiglie nell’Ue sono già in povertà energetica». La Ces cita, infatti, alcuni studi che stimano un costo medio annuo del carbonio a famiglia di 373 euro per i trasporti e 429 euro da edifici residenziali. L’impatto sarebbe poi diverso su regioni e Paesi europei creando un aumento delle diseguaglianze: l’introduzione di un prezzo del carbonio nel trasporto su strada e nel riscaldamento degli edifici comporterebbe cambiamenti nei consumi solo per le famiglie ad alto reddito che hanno la capacità di investire in soluzioni a basse emissioni di carbonio, mentre le persone in difficoltà a pagare le bollette sono già il gruppo che ha meno probabilità di dare priorità all’azione per il clima. Il nuovo strumento sociale per l’azione per il clima, poi, proposto dalla Commissione per compensare le famiglie vulnerabili, secondo la Ces è insufficiente a compensare gli effetti distributivi negativi del nuovo sistema sul trasporto stradale e sull’edilizia. «I lavoratori, le cui vite sono state rese più precarie dal Covid-19, non possono e non devono pagare il conto della crisi. I sindacati sono chiari sul fatto che i proventi di qualsiasi imposta o politica climatica devono essere investiti nella mitigazione delle conseguenze sociali della crisi climatica o per finanziare l’azione per il clima» ha dichiarato il segretario confederale della Ces, Ludovic Voet, secondo il quale lo strumento sociale per l’azione per il clima «è una soluzione a un problema inutile, creato dalla Commissione. Questa misura rischia di mettere a rischio il sostegno dei cittadini alle politiche climatiche, il che è particolarmente deplorevole vista l’urgente necessità di affrontare l’emergenza climatica e le altre buone proposte contenute nel pacchetto».