Euronote – Pandemia della disuguaglianza

L’organizzazione Oxfam illustra le scandalose iniquità esistenti a livello globale

Milano, 31.5.2022

Negli ultimi 2 anni, caratterizzati dalla crisi pandemica, dall’aumento dei prezzi delle materie prime e infine dal clima di guerra, i super ricchi che controllano le grandi imprese nei settori farmaceutico, alimentare ed energetico hanno visto aumentare le proprie fortune al ritmo di un miliardo di dollari ogni due giorni, mentre contemporaneamente circa un milione di persone ogni 33 ore rischia di sprofondare in povertà estrema. Secondo la Lista Forbes dei miliardari estesa fino alla fine del 2021, il patrimonio netto dei 10 miliardari più ricchi è più che raddoppiato (+119%), in termini reali, dall’inizio della pandemia, superando il valore aggregato di 1.500 miliardi di dollari, cioè oltre 6 volte lo stock di ricchezza netta del 40% più povero della popolazione mondiale. Così, oggi la ricchezza dei miliardari è pari al 13,9% del Pil mondiale, più del triplo della quota registrata nel 2000.

Sono alcuni dei dati raccolti e analizzati dall’organizzazione internazionale Oxfam, che illustrano in modo chiaro e drammatico quanto gli eventi e le dinamiche degli ultimi due anni abbiano profondamente inciso sull’aumento delle diseguaglianze globali.

«La marcata concentrazione della ricchezza e del potere economico nelle mani di pochi è il risultato di politiche di lungo corso, di decenni di liberalizzazioni e deregolamentazione della finanza e del mercato del lavoro, di anni in cui le regole del gioco sono state fortemente condizionate da interessi particolari a detrimento della maggioranza dei cittadini» sostiene la direttrice esecutiva di Oxfam International, Gabriela Bucher, osservando come ciò abbia portato a privatizzazioni, nuovi monopoli, ricorso ai paradisi fiscali e sfrenato arricchimento per pochi, a fronte di insicurezza, sfruttamento, assenza di diritti e sforzi scarsamente riconosciuti e ricompensati per la maggioranza della popolazione. Inoltre, sottolinea Oxfam con lo studio Profiting from pain, «la pandemia ha esacerbato le disuguaglianze e ridotto sul lastrico molte persone. Milioni oggi non hanno sufficiente cibo o soldi per riscaldarsi. In Africa orientale, una persona rischia di morire di fame ogni minuto. Siamo di fronte a una disuguaglianza paradossale, tossica che rischia di spezzare i legami che tengono insieme la nostra società».

Super ricchi: un miliardo di dollari in più ogni due giorni

Il Rapporto curato dal Oxfam mette in evidenza come la ricchezza miliardaria e i profitti aziendali siano cresciuti a livelli record durante la pandemia di Covid-19, mentre a causa della crisi pandemica, dell’aumento dei prezzi dei generi alimentari e delle materia prime e infine della guerra in Ucraina, oltre 260 milioni di persone potrebbero precipitare in condizioni di povertà estrema entro la fine dell’anno, invertendo decenni di progressi.

Secondo i dati elaborati da Oxfam, i miliardari hanno visto le loro fortune aumentare tanto in 24 mesi quanto in 23 anni. Nei settori alimentare ed energetico le ricchezze dei super ricchi sono aumentate mediamente di circa un miliardo di dollari ogni due giorni, con i prezzi di cibo ed energia che hanno raggiunto i livelli più alti degli ultimi decenni.

La pandemia, osserva il Rapporto, ha colpito un mondo già profondamente disuguale, segnato da decenni di politiche economiche neoliberiste che hanno incoraggiato una massiccia concentrazione del potere ed elusioni fiscali su vasta scala, portando inoltre a livelli di sfruttamento ambientale oltre a quanto il pianeta può sopportare. Con la pandemia, poi, le banche centrali hanno iniettato miliardi di dollari nelle economie di tutto il mondo, con l’obiettivo di tenere a galla l’economia mondiale. Il sottoprodotto diretto di questa immissione di denaro è stato un enorme aumento della ricchezza miliardaria durante la pandemia, periodo che ha registrato anche un boom di profitti nei settori alimentare, energetico, farmaceutico e tecnologico, con conseguente aumento dell’inflazione. «La ricchezza estrema corrompe la politica e i media. Mette un potere irresponsabile nelle mani di un piccolo gruppo di oligarchi globali» osserva Oxfam, secondo cui «i trilioni di dollari che hanno accumulato i miliardari potrebbero invece essere utilizzati dai governi per porre fine alla povertà nel mondo».

Con la pandemia 573 nuovi miliardari

La disuguaglianza è così «salita alle stelle» dall’inizio della pandemia, rileva il Rapporto di Oxfam. Oggi si contano 2.668 miliardari nel mondo, 573 in più rispetto a quando è iniziata la pandemia, miliardari che valgono complessivamente 12.700 miliardi di dollari, un aumento in termini reali di 3.780 miliardi (42%) durante la pandemia. Così, la ricchezza totale dei miliardari è ora l’equivalente del 13,9% del Prodotto interno lordo (Pil) globale, quota più che triplicata rispetto al 4,4% del 2000. Oggi i 10 uomini più ricchi del pianeta possiedono una ricchezza maggiore di quella posseduta dal 40% più povero dell’umanità, mentre i 20 miliardari più ricchi valgono più dell’intero Pil dell’Africa subsahariana.

Dall’inizio della pandemia si è avuto il più grande aumento sistemico della disuguaglianza da reddito, a cui si aggiunge il rapido aumento dei prezzi di cibo ed energia che ha colpito soprattutto i redditi dei più poveri, col risultato di un ulteriore aumento della disuguaglianza globale. In conseguenza alla crisi del Covid-19 i redditi del 99% dell’umanità sono diminuiti e si sono persi 125 milioni di posti di lavoro a tempo pieno. Mentre i redditi dei più ricchi si sono già ripresi rapidamente dal colpo che hanno subito all’inizio della pandemia, i redditi dei più poveri devono ancora riprendersi e nel 2021 il 40% più povero ha registrato il calo più marcato del reddito, che in media è stato del 6,7% inferiore alle proiezioni pre-pandemia.

Il risultato è che ci vorrebbero 112 anni prima che una persona media del 50% più povero faccia ciò che qualcuno nell’1% più ricco ottiene in un anno.

Oxfam raccomanda quindi ai governi di introdurre imposte straordinarie sugli extra-profitti pandemici (e delle compagnie energetiche) per finanziare trasferimenti pubblici alle famiglie in difficoltà, oltre a rafforzare la funzione redistributiva dei sistemi fiscali.