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Euronote – Proposto il nuovo Fondo sociale europeo

Migliorato secondo la Commissione, inadeguato invece per i sindacati europei

Milano, 4.6.2018

In prospettiva della definizione del prossimo bilancio a lungo termine dell’Ue, che comprenderà il periodo 2021-2027, la Commissione europea ha proposto il 30 maggio scorso un rafforzamento della dimensione sociale dell’Ue con un Fondo sociale europeo nuovo e migliorato, denominato Fondo sociale europeo Plus (Fse+), oltre ad un Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (Feg) rafforzato e più efficace.

Nella proposta della Commissione il Fse Plus dovrebbe ammontare a 101,2 miliardi di euro, mentre quello del Feg a 1,6 miliardi. Entrambi saranno finalizzati ad «investire nelle persone», annuncia la Commissione, per fare in modo che «siano dotate delle competenze necessarie per affrontare le sfide e i mutamenti del mercato del lavoro», dando così seguito al pilastro europeo dei diritti sociali.

È proposta anche una dotazione di 947 milioni di euro, ripartiti su 7 anni, per il Fondo Giustizia, diritti e valori, finalizzato a sostenere lo sviluppo di uno spazio europeo di giustizia basato sullo Stato di diritto e sulla fiducia reciproca, nonché allo scopo di garantire «che le persone possano godere dei loro diritti».

Cos’è e come funziona il Fse

Il Fondo sociale europeo (Fse) è «il principale strumento utilizzato dall’Ue per sostenere l’occupazione, aiutare i cittadini a trovare posti di lavoro migliori e assicurare opportunità lavorative più eque per tutti» si legge alla sezione dedicata all’interno del sito web della Commissione. Con una dotazione di circa 10 miliardi di euro l’anno, il Fse «aumenta le prospettive occupazionali di milioni di cittadini europei, prestando particolare attenzione a chi incontra maggiori difficoltà a trovare lavoro».

Ciascuno Stato membro concorda con la Commissione europea uno o più programmi operativi per i finanziamenti del Fondo sociale durante il periodo di programmazione settennale. Tali programmi definiscono le priorità di intervento delle attività del Fse e i relativi obiettivi. L’Ue distribuisce poi i finanziamenti del Fondo sociale europeo agli Stati membri e alle regioni al fine di sostenerne i programmi operativi, che finanziano progetti nel campo dell’occupazione gestiti da un ventaglio di organizzazioni pubbliche e private.

Le principali novità del nuovo Fse Plus

Come per l’attuale Fondo sociale europeo, spiega la Commissione europea, il Fse Plus «rimarrà il principale strumento finanziario per gli investimenti a favore delle persone e un vettore fondamentale del rafforzamento della coesione sociale, il miglioramento della giustizia sociale e l’aumento della competitività in tutta Europa». Le priorità del Fse+ saranno allineate ancora di più con le raccomandazioni e le analisi per Paese fornite nell’ambito del semestre europeo per il coordinamento delle politiche e saranno incentrate sulla realizzazione concreta dei principi del pilastro europeo dei diritti sociali.

Inoltre, rende noto la Commissione, il regolamento del Fse+ è il risultato di una fusione tra il Fondo sociale europeo (Fse), l’Iniziativa a favore dell’occupazione giovanile (Yei), il Fondo di aiuti europei agli indigenti (Fead), il programma per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI) e il programma dell’Ue per la salute. Questo, sottolinea l’esecutivo dell’Ue, «costituisce un importante passo verso l’ottimizzazione e la semplificazione delle regole per tutti i fondi e contribuirà ad aumentare le sinergie tra le diverse componenti del Fondo in modo da garantire un maggiore impatto».

Per il periodo 2021-2027 la Commissione propone di destinare al Fse+ 101,2 miliardi di euro, a prezzi correnti, del bilancio dell’Ue, così la quota del Fse Plus del bilancio globale della politica di coesione passerebbe dall’attuale 23% dei Fondi strutturali al 27%.

Ces: «Squilibrio tra annunci e impegni sull’Europa sociale»

«Ancora una volta la politica sociale viene trattata come il cugino povero di altre politiche dell’Ue. Altro che “tripla A” per l’Europa sociale. C’è un evidente squilibrio tra ciò che la Commissione dice di ritenere importante e dove invece intende mettere i soldi dell’Ue». Questo il commento alla proposta della Commissione europea sul nuovo Fse Plus dato dalla Confederazione europea dei sindacati (Ces), che dichiara di opporsi a un «possibile doppio taglio delle spese del Fondo sociale europeo nel bilancio dell’Ue 2021-2027».

Secondo i sindacati europei, infatti, le proposte della Commissione europea sul Fse, quelle sulla politica di coesione e le proposte generali del bilancio 2021-2027 comprendono:

– un taglio generale della spesa per la politica di coesione e una riduzione dei finanziamenti del Fse stimata tra il 3% e il 10%;

– una rottamazione della quota minima del 23% del finanziamento della politica di coesione che deve essere spesa dagli Stati membri nei progetti del Fse;

– una riduzione del coinvolgimento dei datori di lavoro e dei sindacati nella programmazione del Fse e del sostegno del Fse al dialogo sociale.

«La Commissione europea non può ritenere seriamente che il bilancio dell’Ue contribuisca all’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali se propone di ridurre i finanziamenti del Fse e di ridurre la quota minima del Fse nelle spese di coesione» ha dichiarato il segretario confederale della Ces, Thiébaut Weber, affermando che la Ces «lotterà vigorosamente» contro questo «doppio smacco» minacciato di tagli alla spesa sociale: «Ci rivolgeremo al Parlamento e al Consiglio per cercare di riportare la spesa sociale ai suoi livelli adeguati. Parleremo anche con i deputati e i ministri dell’importanza della creazione di capacità per le organizzazioni dei datori di lavoro e sindacali, aspetto vitale per le relazioni industriali e gli accordi collettivi che possono aumentare la produttività, affrontare le disparità retributive di genere, affrontare problemi di ristrutturazione, migliorare la formazione e le competenze e assicurare quegli aumenti salariali di cui la ripresa europea ha disperatamente bisogno».

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