Euronote – Ristrutturazione europea

Una strategia per l’efficienza energetica degli edifici: obiettivi ambiente e lavoro

Milano, 20.10.2020

Abbattere le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030, come proposto dalla Commissione europea nel settembre scorso, significa che tra i vari interventi l’Ue deve ridurre quelle degli edifici del 60%, il loro consumo energetico del 14% e il consumo energetico per riscaldamento e raffrescamento del 18%. Ma mentre ciò è possibile sugli edifici di nuova costruzione, che consumano circa la metà dell’energia di quelli costruiti fino a 20 anni fa, lo stesso non vale per quelli con più di 20 anni che rappresentano però attualmente l’85% degli edifici dell’Ue e che, si stima, mediamente nel 90% dei casi saranno ancora in uso nel 2050. Da qui nasce la nuova strategia Renovation Wave, che la Commissione ha lanciato per migliorare le prestazioni energetiche degli edifici, puntando a raddoppiare i tassi di ristrutturazione nei prossimi dieci anni per ridurre il consumo di energia e risorse negli edifici. Così, si stima che entro il 2030 nei Paesi dell’Ue potrebbero essere ristrutturati 35 milioni di edifici e creati fino a 160.000 nuovi posti di lavoro verdi nel settore edile. Gli obiettivi della strategia sono ambiziosi: migliorare la qualità della vita delle persone, diminuire le emissioni di gas serra in Europa, far progredire la digitalizzazione e intensificare il riutilizzo e il riciclaggio dei materiali. La crisi creata dalla pandemia da Covid-19, osserva la Commissione europea, ha fatto emergere l’importanza degli edifici e allo stesso tempo i punti deboli: «Durante la pandemia la casa è stata il centro della vita quotidiana di milioni di europei: un ufficio per i telelavoratori, un asilo o un’aula provvisori per i bambini, un luogo di acquisti o intrattenimento online per molti». Secondo l’esecutivo dell’Ue, investire negli edifici può dare un impulso necessario al settore delle costruzioni e alla macroeconomia, dal momento che «i lavori di ristrutturazione richiedono molta manodopera, creano posti di lavoro e investimenti spesso radicati in catene di approvvigionamento locali, generano domanda di attrezzature ad alta efficienza energetica, aumentano la resilienza al clima e apportano valore a lungo termine ai beni immobili».

Promuovere in ogni modo l’efficienza energetica

Dati aggiornati mostrano che gli edifici nell’Ue consumano circa il 40% dell’energia rilasciando il 36% delle emissioni di gas serra associate all’energia, ma ogni anno è sottoposto a lavori di efficientamento energetico solo l’1%. A ciò si aggiunga il fatto che quasi 34 milioni di europei non possono riscaldare adeguatamente le loro abitazioni, per cui le politiche pubbliche che promuovono l’efficienza energetica mediante la ristrutturazione sono, secondo la Commissione, «anche una risposta alla povertà energetica, un sostegno alla salute e al benessere delle persone vulnerabili e un aiuto a ridurre le bollette dell’energia». La strategia  Renovation Wave darà priorità a tre settori: decarbonizzazione del riscaldamento e del raffrescamento; lotta alla povertà e all’inefficienza energetiche; ristrutturazione di edifici pubblici quali scuole, ospedali e uffici. Il tutto cercando di ridurre al minimo gli ostacoli esistenti attualmente lungo la catena di ristrutturazione, attraverso misure politiche, strumenti di finanziamento e assistenza tecnica. Tra le azioni previste dalla strategia, il rafforzamento degli standard e delle informazioni sulle prestazioni energetiche degli edifici, introducendo anche standard minimi obbligatori. Sarà poi agevolato l’accesso a finanziamenti mirati nel quadro di NextGenerationEU, semplificando le regole per combinare vari flussi di finanziamento e incentivi. Così come saranno aumentate le capacità necessarie a preparare e attuare i progetti di ristrutturazione, attraverso assistenza tecnica, formazione e sviluppo di competenze, nonché ampliato e supportato il mercato dei prodotti e dei servizi sostenibili da costruzione. Il tutto, sottolinea la Commissione, dovrà avvenire sviluppando «soluzioni di prossimità in modo che le comunità locali integrino rinnovabili e digitale e si creino così distretti a energia zero».

Ces: lavoro di qualità e riduzione della povertà energetica

La nuova strategia della Commissione è apprezzata dai sindacati europei, perché «garantisce posti di lavoro di qualità e riduce la povertà energetica». Renovation Wave, osserva la Confederazione europea dei sindacati (Ces) , ), è progettata per affrontare l’attuale bassa decarbonizzazione degli edifici e tassi di ristrutturazione di circa l’1% in tutta l’Ue, affrontando gli ostacoli alla base del miglioramento energetico del patrimonio edilizio europeo, oggi inefficiente per circa il 75%, mentre oltre 50 milioni di famiglie europee soffrono di povertà energetica. «Aumentare la ristrutturazione degli edifici sarà fondamentale per ridurre le emissioni di gas serra, alleviare la povertà energetica e creare posti di lavoro a livello locale. Tuttavia, sappiamo che molti lavoratori del settore edile stanno attualmente vivendo cattive condizioni di lavoro. L’ondata di rinnovamento dovrebbe includere misure per garantire che i nuovi posti di lavoro creati siano lavori di qualità, con salari e condizioni di lavoro dignitose e che rispettino i contratti collettivi» ha dichiarato il segretario confederale della Ces, Ludovic Voet. L’ondata di ristrutturazioni, osservano i sindacati europei, dovrebbe anche prestare un’attenzione specifica alla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori edili, includendo misure obbligatorie per la rimozione sicura di materiali pericolosi (come l’amianto) e uno smaltimento sicuro dei rifiuti pericolosi. La Ces ritiene inoltre che un rinnovamento di qualità richieda lavoratori ben formati, poiché giocheranno un ruolo centrale in questo processo: «Questi lavoratori dovrebbero beneficiare di buoni programmi di istruzione e formazione professionale, nonché di standard di salute e sicurezza adeguati». Obiettivo raggiungibile solo attraverso «il dialogo sociale, la contrattazione collettiva e il coinvolgimento dei sindacati» sottolinea la Ces, rilevando un altro aspetto importante della nuova strategia: «Gli standard minimi di prestazione energetica per gli edifici hanno un ruolo chiave da svolgere nell’alleviare la povertà energetica: un aumento dell’1% del tasso di ristrutturazione delle case potrebbe sollevare 7 milioni di persone da questo tipo di povertà».