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Euronote – Società civile ai G20: passare dalle parole ai fatti

Centinaia di organizzazioni di tutto il mondo chiedono maggior impegno al G20

Milano, 3.11.2021

Persone, pianeta e prosperità sono le tre parole chiave del Summit G20 di Roma (30-31 ottobre). Le “tre P” le ha definite Mario Draghi, incaricato a presiedere il Vertice internazionale in quanto presidente del Consiglio del Paese che ha nel 2021 la presidenza di turno del Gruppo dei 20 Paesi economicamente più rilevanti. L’obiettivo del G20, ambizioso e necessario al tempo stesso, è una sorta di quadratura del cerchio: «Dobbiamo prenderci cura del pianeta e delle persone, assicurando una forte ripresa economica che sia al contempo inclusiva e sostenibile». Oltre al tentativo di fare un fronte unico contro la pandemia e a favore di misure efficaci per rilanciare la crescita economica mondiale, fortemente frenata nell’ultimo anno e mezzo, la questione più delicata riguarda la sostenibilità ambientale e le difficoltà a raggiungere un accordo esteso sulle misure da adottare per limitare i cambiamenti climatici. Problema a cui i G20 sono chiamati a dare risposte perché rappresentano il 60% della popolazione, il 75% del commercio globale e l’80% del Pil mondiale, ma soprattutto perché il Summit di Roma è seguito dall’importante e decisiva Cop26 di Glasgow (Conferenza sul clima, 31 ottobre-12 novembre). Il presidente di turno del G20, foro internazionale che oltre ai rappresentanti delle principali economie comprende anche i presidenti di Commissione europea e Consiglio europeo per l’Ue, ha ricordato che «il G20 ha riaffermato l’impegno a contenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi e a raggiungere zero emissioni nette entro il 2050», oltre a «raccogliere finanziamenti da almeno 100 miliardi di dollari l’anno per aiutare i Paesi in via di sviluppo nella transizione ecologica». Obiettivi verso i quali l’Ue è impegnata in prima fila ma che incontrano ancora resistenze da parte di alcune grandi economie di sviluppo più recente. I continui eventi meteorologici e i disastri ambientali, il collasso di ecostistemi, la perdita di biodiversità, la stessa pandemia dimostrano però come l’attività umana necessiti di correzioni rapide e concrete.

Un appello dal Civil 20 ai leader politici mondiali

I leader politici del G20 hanno ricevuto un accorato appello dal Civil 20 (C20), la rete della società civile internazionale riconosciuta come Engagement Group ufficiale del G20, gruppo formato dai rappresentanti di oltre 560 organizzazioni e reti internazionali provenienti da più di 100 Paesi. Partendo dall’amara costatazione che «i livelli di povertà e malnutrizione nel mondo stanno aumentando, la pandemia continua a generare conseguenze a livello globale, incrementando le disuguaglianze, e sono purtroppo evidenti i ritardi nell’attuazione dell’Agenda 2030 e dell’Accordo di Parigi sul clima», ritardi che costituiscono una seria minaccia per le persone e il Pianeta, il C20 ha chiesto che il Summit G20 e la successiva COP26 «siano occasione per mostrare la capacità di dar seguito a enunciazioni e buoni propositi con azioni concrete ed efficaci». Ma ha anche espresso preoccupazione per il sempre più ridotto spazio di ascolto delle proposte della società civile organizzata rispetto alla costante attenzione riservata dai governi del G20 al settore privato, con poca attenzione alla necessaria distinzione tra chi rappresenta interessi di parte e chi invece è impegnato per il rispetto dei diritti. Il C20 ha quindi preso spunto dalle “tre P” annunciate dalla presidenza italiana del G20, modificando le priorità in People, Planet e Democracy, nella convinzione che «non ci può essere prosperità senza l’inclusione e la partecipazione di tutti». Secondo il C20, alla parola chiave People devono corrispondere varie azioni. Promuovere i diritti umani, la parità di genere, l’equità e l’inclusione, ma anche garantire un equo accesso all’assistenza sanitaria di qualità per tutti, all’acqua e ai servizi igienico-sanitari e, non ultimo, la risposta al Covid19. Inoltre, «creare e rinforzare sistemi sanitari pubblici capaci di prevenzione, preparazione e cure, costruiti a partire dalle comunità e con finanziamenti adeguati basati su prelievi fiscali progressivi ed equi», così come garantire l’accesso a un’educazione di qualità universale, affrontare la malnutrizione, tutelare la sicurezza alimentare, investire affinché donne e ragazze, partecipino attivamente alla vita sociale, economica e politica grazie all’eliminazione degli stereotipi e di ogni forma di violenza di genere, «contrastando tutte le discriminazioni sistemiche basate su genere, età, orientamento sessuale, razzializzazione, provenienza, disabilità, religione e lingua».

Persone, Pianeta e Democrazia: tre parole chiave


Per quanto riguarda la seconda priorità, Planet, il C20 chiede al G20 un approccio sistemico alle crisi sanitarie, climatiche, naturali e sociali «affinché non si lasci indietro nessuno». Si deve poi accelerare la decarbonizzazione entro il 2030, con adeguata attenzione alle ricadute sociali e occupazionali della transizione, e soddisfare le promesse sui finanziamenti per il clima, raggiungendo e superando i 100 miliardi di dollari all’anno. Vanno approvati e aggioranti i piani nazionali di riduzione delle emissioni entro il 2030, allineandoli all’obiettivo di 1,5C° e di zero emissioni nette al 2050. Devono inoltre essere affrontare le cause della perdita di biodiversità, così da ripristinare l’integrità dell’ecosistema «delineando obiettivi e traguardi per affrontare le pressioni di produzioni e consumi non sostenibili».

Infine, rispetto alla terza parola chiave individuata in Democracy dalla società civile, è richiesto un allargamento dello spazio fiscale attraverso una «robusta iniziativa sul debito», una riallocazione dei Diritti speciali di prelievo dei Paesi ricchi in favore di quelli più vulnerabili e una riforma del sistema di tassazione internazionale d’impresa nell’ambito delle Nazioni Unite, oltre a raggiungere e mantenere l’obiettivo dello 0,7% del rapporto fra Reddito nazionale lordo e Aiuto pubblico allo sviluppo. Il C20 chiede di intervenire anche sulla governance dei processi di digitalizzazione «per evitare monopoli, abusi e spazi che alimentano l’odio e la violenza», nonché garantire il rispetto dei diritti umani, dello stato di diritto e della libertà di espressione. Secondo il Civil 20, «l’interdipendenza tra le persone, i popoli e il pianeta è altissima, e solo un percorso condiviso e fondato sul rispetto dei diritti umani, della parità di genere e dell’equità è in grado di assicurare davvero tutele e dignità».

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