Euronote – Un’Unione convalescente

Il bilancio dell’ultimo anno e le prossime sfide nel discorso sullo Stato dell’Ue

Milano, 21.9.2021

«Per quanto imperfetta, l’Unione europea è straordinaria nella sua unicità e unica nella sua straordinarietà. È un’Unione in cui consolidiamo la libertà individuale attraverso la forza della comunità. Un’Unione plasmata tanto dalla nostra storia e dai valori condivisi quanto dalle nostre culture e prospettive diverse. (…) Robert Schuman ha detto: l’Europa ha bisogno di un’anima, di un ideale e della volontà politica di perseguire questo ideale. Negli ultimi dodici mesi l’Europa ha tradotto in realtà queste parole». Sono alcuni passaggi del discorso sullo stato dell’Unione pronunciato lo scorso 15 settembre al Parlamento europeo dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, con cui ha fatto il punto della situazione delineando le iniziative che l’Ue intende intraprendere nel breve e medio periodo. Sottolineando le difficoltà senza precedenti causate dalla pandemia e dalla crisi economica e sociale che ne è derivata, la presidente della Commissione ha ricordato le varie iniziative intraprese dall’Ue per cercare di supportare gli Stati membri, nel tentativo di mantenere unità e coesione. «Nella più grande crisi sanitaria mondiale degli ultimi cento anni, abbiamo scelto di dare le medesime possibilità di accesso ai vaccini. Nella più grave crisi economica mondiale degli ultimi decenni, abbiamo scelto di agire insieme con NextGenerationEU. Nella più ardua crisi planetaria della storia, abbiamo scelto nuovamente di agire insieme, con il Green Deal europeo. L’Europa ha agito unita» ha dichiarato von der Leyen, delineando le sfide da affrontare «in un mondo che si riprende – e che si incrina – in modo diseguale».

Digitale e crisi climatica le priorità

Oltre alle azioni necessarie da portare avanti nel contrasto della pandemia e delle varie conseguenze ad essa legate, la presidente della Commissione europea ha individuato quali priorità l’azione per il clima e la questione digitale.

Sul cambiamento climatico, von der Leyen ha ricordato che con il Green Deal l’Ue è stata la prima grande economia mondiale a presentare una legislazione completa nel settore. Così come si è impegnata a raddoppiare i finanziamenti esterni per la biodiversità ai Paesi in via di sviluppo, con uno stanziamento di altri 4 miliardi di euro per la finanza sostenibile fino al 2027 e un auspicio affinché facciano lo stesso gli altri principai leader mondiali. Inoltre, ha sottolineato la presidente della Commissione, «ci adopereremo perché a obiettivi climatici più ambiziosi corrispondano obiettivi sociali più ambiziosi», sostenendo che «la transizione verde deve essere equa»: a questo scopo è stato proposto un nuovo Fondo sociale per il clima, per far fronte alla povertà energetica che colpisce 34 milioni di europei.

Il digitale, poi, è considerata in prospettiva «la questione che fa la differenza», perché creerà posti di lavoro e stimolerà la competitività, garantendo nel contempo l’eccellenza tecnica e la sicurezza dell’approvvigionamento. A riprova dell’importanza data al settore, la spesa per il digitale nel NextGenerationEU sforerà l’obiettivo del 20%, anche per garantire una sovranità tecnologica europea. «Dobbiamo intensificare gli sforzi per definire la nostra trasformazione digitale» ha detto von der Leyen, annunciato una nuova legge europea sui semiconduttori per mettere insieme le capacità di ricerca, progettazione e di test dell’Europa.

Un riferimento è poi stato fatto all’importanza di attuare il pilastro europeo dei diritti sociali, «per posti di lavoro dignitosi, condizioni di lavoro giuste, una migliore assistenza sanitaria e un buon equilibrio di vita» ha spiegato la presidente della Commissione, aggiungendo: «Nella nostra economia sociale di mercato è giusto che le imprese realizzino profitti. Ma per realizzare profitti hanno bisogno della qualità delle infrastrutture, della sicurezza sociale e dei sistemi di istruzione. Quindi il minimo che possano fare è pagare il giusto contributo. Per questo motivo continueremo a combattere l’evasione e la frode fiscale».

Ces: «Poche soluzioni proposte»

Il discorso sullo Stato dell’Unione pronunciato dalla presidente della Commissione europea «includeva tutte le frasi giuste sui problemi che affliggono i lavoratori, ma era a corto di soluzioni» ha dichiarato il segretario generale della Confederazione europea dei sindacati (Ces), Luca Visentini, commentando l’intervento di Ursula von der Leyen al Parlamento europeo. Secondo il rappresentante dei sindacati europei, infatti, la presidente della Commissione «ha parlato dell’importanza dell’equilibrio nella vita delle persone, ma non ha presentato una direttiva tanto necessaria sul diritto alla disconnessione. Ha detto che la transizione climatica deve essere equa, ma non ha detto nulla sul taglio della metà del Fondo per una transizione giusta, né sulla mancanza di condizioni sociali o occupazionali per i finanziamenti nel pacchetto Fit for 55, che è insufficiente quando si tratta di affrontare la povertà energetica. Ha parlato di sostenere i giovani senza annunciare i diritti per i lavoratori delle piattaforme o il divieto di stage non retribuiti».

Alcuni aspetti positivi, sottolineati dalla Ces, riguardano la promessa fatta da von der Leyen di definire una legge contro la violenza sulle donne e il riconoscimento che la risposta di austerità data alla precedente crisi finanziaria è stata un errore. Inoltre, osserva la Ces, mentre il fondo Next Generation EU rappresenta «un passo nella giusta direzione», la dimensione sociale del Recovery Fund è considerata debole:  «Non ci sono condizioni per garantire che la ripresa crei lavori tutelati e ben pagati, mentre i sindacati sono stati tagliati fuori da molti piani nazionali di ripresa».

La Ces ritiene dunque che l’Europa sia ancora lontana dalla realizzazione dell’economia sociale di mercato, di cui ha parlato von der Leyen: «Per milioni di lavoratori la vita è più dura ora di quanto non fosse dieci anni fa. L’austerità ha creato disoccupazione, smantellato la contrattazione collettiva necessaria per salari equi e danneggiato i servizi pubblici da cui tutti dipendevamo durante la crisi di Covid. La pandemia ha ulteriormente esacerbato la disuguaglianza. Questo è il vero stato dell’Unione e i lavoratori hanno bisogno di soluzioni reali».