Autonomia delle Regioni, Cisl: sia solidale

Castelnuovo del Garda, 25.9.2017

L’autonomia delle Regioni? Deve passare da un percorso di confronto tra istituzioni e parti sociali. Nell’ottica di un federalismo che sia solidale, cooperativo e soprattutto responsabile. Come la Cisl sostiene da sempre. A ribadirlo in occasione dell’iniziativa organizzata da Cisl Veneto e Cisl Lombardia in vista del referendum per l’autonomia del 22 ottobre, è la stessa segretaria generale, Annamaria Furlan. “I referendum sono legittimi e affrontano sicuramente temi anche importanti e sentiti dai cittadini – ha sottolineato – ma forse in questo momento potevano essere superati da un dibattito politico, coinvolgendo anche le parti sociali”. “Speriamo che il referendum serva ad aprire un discorso serio sulle competenze istituzionali dello Stato, delle Regioni e degli enti locali – ha aggiunto -. E’ evidente che non ci saranno cambiamenti. Ma il giorno dopo la consultazione ci auguriamo possa avviarsi una discussione seria che coinvolga anche le parti sociali ed il sindacato in particolare”.
Una discussione che sarebbe auspicabile anche secondo la costituzionalista Lorenza Violini. “L’esigenza di una maggiore autonomia è innegabile per le Regioni che funzionano e il governo non può non tenerne conto – ha sottolineato -. Non si può dare per scontato che le Regioni ricche sostengano le regioni più povere subendo penalizzazioni, occorre un equilibrio. Se è vero però che il governo dovrebbe aprire ad un conforto vero su questo tema, anche le Regioni dovrebbero attivarsi con proposte concrete”.
Un percorso tutt’altro che facile. Anche stando allo scambio di battute tra Gianclaudio Bressa, sottosegretario per gli Affari regionali, e l’assessore all’Economia della Regione Lombardia Massimo Garavaglia. “Il 2001 – ha ricordato il sottosegretario – era l’anno zero dell’autonomia differenziata, purtroppo nel 2017 siamo ancora a quel punto. Il 23 ottobre nulla sarà cambiato rispetto al 21 e ci troveremo ancora all’anno zero del percorso. Ancora saremo in attesa di una proposta da parte delle Regioni, di un accordo con il governo e della necessaria ratifica parlamentare, come da Costituzione”. Di tutt’altro parere l’assessore Garavaglia, secondo il quale il “governo non vuole sentire le ragioni delle Regioni”. E non solo. “La Lombardia paga lo scotto di continui tagli dei trasferimenti statali. Già oggi ammontano a 450milioni di euro – ha ricordato -. Se non si cambia, l’anno venturo saremo costretti a tagliare servizi per il medesimo importo”.
Intanto, sempre stando sulle risorse, i due referendum costeranno ai cittadini veneti e lombardi decine di milioni di euro. Una spesa che secondo il segretario generale della Cisl Lombardia, Ugo Duci, non si tradurrà in vantaggi concreti. “Non sarà certo con il costoso referendum del 22 ottobre che i lavoratori e i pensionati lombardi trarranno vantaggi concreti da una maggiore autonomia regionale – ha detto -. Anche noi auspichiamo da sempre una maggiore autonomia, ma mettendosi insieme, Regione, Comuni, parti sociali, con le modalità previste dalla Costituzione, e non con iniziative chiaramente strumentali”.
Cisl Lombardia e Veneto condividono alcune proposte affinché si arrivi ad un riconoscimento “solidale” delle specificità regionali. A partire dalla definizione di “Patto per l’autonomia regionale” tra istituzioni e sindacati. “Occorre formalizzare subito un tavolo di concertazione con le parti sociali per definire in modo dettagliato le materie nelle quali si intende ottenere maggiore autonomia”, ha detto il segretario generale della Cisl Veneto Onofrio Rota, lanciando poi a Palazzo Balbi e Palazzo Lombardia la richiesta di concordare con il governo “la costituzione di un tavolo comune di confronto con tutte le rappresentanze regionali interessate ad una maggiore autonomia e che, a questo scopo, hanno prodotto atti legislativi conformi”.