Autostrade, venerdì scioperano i lavoratori della manutenzione

Milano, 8.3.2016

Uno sciopero nazionale di tutti i lavoratori delle aziende di manutenzione e progettazione delle concessionarie autostradali, ed una manifestazione a Roma, con inizio alle 10.30, presso la sede del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. Sono le azioni in programma per venerdì 11 marzo e messe in campo dai sindacati di categoria FenealUil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil a seguito delle modifiche apportate dal Codice degli Appalti. “Il testo – si legge in una nota – così come approvato giovedì scorso in Consiglio dei Ministri, riduce notevolmente gli affidamenti diretti alle società in house da parte delle concessionarie autostradali”. “Il provvedimento è ingiusto e sbagliato – spiegano i segretari generali delle tre sigle, Vito Panzarella, Franco Turri e Walter Schiavella – perché non apporterà alcun beneficio al sistema e comporterà invece la perdita di centinaia di posti di lavoro, e quindi di professionalità, e un conseguente calo della qualità delle opere e della manutenzione autostradale, a discapito della collettività. Le manutenzioni, la progettazione e i servizi – aggiungono i tre sindacalisti – devono rimanere aldilà delle quote stabilite per gli affidamenti in house, perché la norma, se non sarà modificata a seguito dei prossimi passaggi nelle commissioni parlamentari, costituirà una falsa liberalizzazione di mercato in quanto raggiunge l’unico obiettivo della precarizzazione dei rapporti di lavoro e della bassa qualità”. Negli ultimi mesi la norma, che prevede di poter affidare direttamente lavori, progettazioni e manutenzioni nella misura massima del 20% degli investimenti, ha provocato centinaia di licenziamenti: una vera emergenza sociale tamponata per ora con il ricorso alla Cassa integrazione. “La manifestazione al Mit – concludono Panzarella, Turri e Schiavella – ha come obiettivo quello di ottenere un incontro con il ministro Graziano Delrio: durante tutto il corso dell’iter legislativo abbiamo cercato, invano, di confrontarci con il ministro. Ci sono migliaia di famiglie che aspettano una risposta e vogliono certezze per il futuro, le istituzioni hanno il dovere politico e sociale di rispondere e intervenire, e soprattutto di evitare ulteriori sacrifici inutili e dolorosi”.