Centri estivi, Cisl Lombardia: la Regione utilizzi i Fondi europei per sostenere le famiglie

Sono circa 400 milioni di euro le risorse Fse non ancora impegnate

Milano, 4.6.2020

Dal 15 giugno potranno aprire anche in Lombardia centri estivi, fattorie didattiche e oratori feriali, per gli circa 900 mila tra bambini ed adolescenti della nostra regione. “Per assicurare un’adeguata risposta ai bisogni delle famiglie sono necessarie ulteriori risorse regionali, oltre a quelle già stanziate dal DL Rilancio, in parte da destinare ai Comuni per garantire adeguati standard di personale, ma anche alle famiglie per ridurre i costi di iscrizione e frequenza, così da favorire la più ampia partecipazione dei bambini e degli adolescenti ai centri estivi”. Così Paola Gilardoni, segretario regionale della Cisl Lombardia, che da tempo sollecita Palazzo Lombardia a utilizzare parte delle risorse dei fondi strutturali europei, ancora non utilizzate, per sostenere le famiglie. Solo considerando il Fondo sociale europeo in Lombardia vi potrebbero infatti essere importanti risorse da recuperare: oltre 400 milioni di euro.


“In base ai dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze, al 31 dicembre 2019 dei 970 milioni di euro del Fse il 43,29% delle risorse programmate non appaiono impegnate, e dei 970 milioni di euro del Fesr, non risultano impegnati il 39 % delle risorse: come pensa di utilizzarli Regione Lombardia? Non è dato saperlo”, afferma Gilardoni, sottolineando che occorre evitare che il presumibile aumento di costi dei servizi, legato all’esigenza di riorganizzare l’attività e gli spazi per assicurare il distanziamento, oltre che per l’adozione degli opportuni dispositivi igienici di sicurezza, venga caricato sulle famiglie.
Secondo la Cisl lombarda, una parte dei 400 milioni di euro del Fondo sociale europeo non impegnati, potrebbe essere destinata alle famiglie per:

  • ridurre il costo di iscrizione ai centri estivi a carico delle famiglie, favorendo l’accesso ai servizi socio-educativi, servizi di cura e assistenza;
  • sostenere i costi per la rete e la strumentazione tecnologica così da proseguire ad agevolare l’accesso alla didattica a distanza
  • aggiornare l’attuale programmazione regionale in tema di conciliazione vita lavoro per il triennio giugno 2020-maggio 2023 in considerazione del nuovo contesto emergenziale ed il rafforzamento dei piani territoriali di conciliazione
  • rafforzare i servizi per le famiglie a partire dai consultori.

“Non sappiamo come la Regione abbia pensato di utilizzare le risorse dei fondi strutturali a seguito delle flessibilità introdotte dalla commissione europea – conclude Gilardoni -. Nonostante le molteplici sollecitazioni sulle esigenze della famiglia si continua a non avere riscontro alle richieste”.

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LA NOTA CISL LOMBARDIA