Centri per l’impiego, proclamato lo stato di agitazione contro la legge regionale sul riordino

Milano 26.6.2018

Centri per l’impiego della Lombardia in protesta davanti al Pirellone di Milano. “Ve ne siete lavati le mani” e “centri di impiego figli di nessuno” sono i testi degli striscioni esposti da un centinaio di lavoratori dei centri delle province lombarde e della Città Metropolitana, di Afol Monza Brianza e Afol Metropolitana che  si sono riuniti in presidio davanti alla sede del Consiglio Regionale proprio nel giorno in cui in Aula si discute il progetto di legge regionale che modificherà le norme sul mercato del lavoro.

Il progetto prevede “di mantenere il personale nei ruoli delle Province e delle città metropolitane anziché trasferirlo in quello della Regione, come era previsto nella legge di Bilancio 2018”, un fatto che, spiegano i manifestanti, “viola la legge di bilancio nazionale, non permette l’applicazione di una corretta politica delle assunzioni per il potenziamento dei Centri per l’impiego e non chiarisce quale sia il nostro futuro”.

Durante la manifestazione una delegazione di Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl ha incontrato i capigruppo del consiglio regionale a cui è stata ribadita la posizione di contrarietà rispetto alla norma in approvazione. In particolare sono state ribadite le perplessità sulla scelta di trasferire le funzioni e il personale alle Province e alla Città Metropolitana, unica Regione ad assumere tale decisione.
I lavoratori presenti all’incontro hanno riportato le criticità rispetto all’esiguo numero di personale, alle carenze organizzative e all’efficienza in generale dei servizi erogati alla cittadinanza.

“La scelta di delegare alle Province potrebbe portare a ulteriori criticità di gestione vista la situazione delle stesse dopo l’applicazione della Legge Del Rio – affermano Gardella Mavì, Mauro Ongaro, Laura Veronese, di Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl Lombardia -. Questa norma non risolve il problema dei lavoratori dei Cpi inseriti nel portale e rende problematico se non impossibile il ricorso a nuove assunzioni stante i blocchi previsti dalle normative vigenti”.

I sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil hanno ribadito che la scelta più logica rimane quella dell’attribuzione del personale alle Regioni, così come previsto dalla normativa nazionale, e il loro eventuale distacco presso le Province e la Città Metropolitana consentendo in questo modo una successiva riflessione più ponderata sul modello organizzativo più funzionale per la Regione Lombardia.

“Le posizione dei capigruppo sono rimaste invariate rispetto a quelle già espresse nella commissione consiliare – aggiungono i tre segretari Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl Lombardia – per cui restiamo in attesa dell’esito della votazione finale del consiglio regionale che prevede l’esame di parecchi emendamenti, rispetto al Pdl, presentati dalle opposizioni”.
Alla conclusione del presidio i lavoratori hanno votato all’unanimità la proclamazione dello stato di agitazione dando mandato alle segreterie Regionali di programmare le eventuali iniziative a supporto della vertenza unitaria anche di tipo giudiziale.