Cgil, Cisl, Uil Lombardia: le quattro “D” per ora restano uno slogan

“Nessuna proposta che si possa definire concreta”

Milano, 17.4.2020

“Nella cabina di regia che Regione Lombardia ha convocato oggi con le parti sociali e i capigruppo del Consiglio Regionale non abbiamo purtroppo ascoltato dalla Regione nemmeno una sola proposta che si possa onestamente definire concreta“. Così Cgil, Cisl e Uil Lombardia nel comunicato unitario inviato al termine della videoconferenza.
“Non una proposta su come si vuole garantire quotidianamente a tutti i lavoratori e ai cittadini gli indispensabili Dpi (mascherine e guanti idonei) per poter muoversi e lavorare – proseguono -. Nulla su come si intende assicurare a tutti di poter viaggiare sui treni, sul metrò, sui bus, rigorosamente mantenendo almeno un metro di distanza dagli altri viaggiatori”.


“Nessuna proposta di un elenco dettagliato di attività e mansioni che devono essere svolte dal proprio domicilio in lavoro agile, con il conseguente obbligo alle aziende di osservarlo – sottolineano inoltre Cgil, Cisl e Uil regionali -. Nessuna idea su come organizzare i servizi su tutto il territorio lombardo che assicurino a tutti i lombardi che dovranno tornare a quelle che il Presidente Fontana ha definito le “attività ordinarie” almeno un tampone settimanale per verificare la presenza di contagio e il test sierologico per certificare la presenza di anticorpi”.

I sindacati ricordano che “i luoghi di lavoro sono anche gli ospedali e le Rsa: difendere le condizioni di tutti coloro che li lavorano o sono curati e assistiti è una priorità che continua, affiancata dalla necessaria ricostituzione del ruolo della sanità territoriale del tutto assente per scelta organizzativa e politica della Regione. Le quattro “D” per ora restano al massimo buone intenzioni“.

Cgil, Cisl e Uil Lombardia ribadiscono che le date e le modalità con cui si attuerà la “fase 2” si decidono solo a livello nazionale per tutto il Paese, con un confronto preventivo con le parti sociali, “così come per noi è indispensabile una corretta e diffusa applicazione del protocollo su salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, sottoscritto il 14 marzo, a partire dalla
costituzione dei comitati oggi insediati in meno del 30% delle imprese.

“Se in Lombardia ci si vuole preparare al meglio per quella data – affermano i sindacati – serve che le annunciate misure diventino concrete opportunità garantite a tutti. Una ripartenza della mobilità e delle attività produttive non essenziali (in assenza di vaccino) se non vengono garantite le citate misure di sicurezza, ha come unica conseguenza un’altra ripartenza: quella dell’epidemia, dei ricoveri e dei decessi!”.


Cgil, Cisl e Uil, che hanno messo sin dall’inizio di questa tragedia la salute e la vita davanti a tutto, non permetteranno che la Lombardia possa correre questo rischio; e questo per il rispetto che si deve alle migliaia di morti di queste settimane e all’immenso sacrificio di tutti i lavoratori e lavoratrici che hanno garantito e continuano a garantire la cura, l’assistenza e i servizi essenziali.