Cgil, Cisl, Uil: Lombardia troppo lontana dall’obiettivo “amianto-free”

Milano, 12.10.2017

Siamo ancora troppo lontani da una Lombardia “amianto-free”. L’ultima rilevazione regionale (febbraio 2017) evidenzia un ulteriore aumento rispetto al 2016: 204.988 siti (+5.126), di tipo pubblico (12%) e privato (88%), pari a oltre 4,9 milioni di metri cubi di materiali contenenti amianto (erano 4,4 nel 2016). In Lombardia si stima che ci sia la presenza di almeno il 35% del totale dell’amianto presente in Italia, un esempio per tutti Broni, secondo tra i 34 siti più a rischio del Paese. Sono solo alcuni dati emersi dal convegno “Amianto, problema irrisolto” organizzato da Cgil, Cisl e Uil Lombardia, che hanno voluto fare il punto della situazione nella regione, sottolineando il valore della prevenzione e della sorveglianza sanitaria.

“Se guardiamo alla quantità dei volumi censiti è più probabile che con i ritmi attuali di bonifica e smaltimento non bastino nemmeno 20 anni per avvicinarci all’obiettivo della totale eliminazione dell’amianto in territorio lombardo – sottolinea Pierluigi Rancati, segretario regionale Cisl Lombardia -. E questo perché in Lombardia, come nel resto d’Italia, c’è un problema ancora largamente irrisolto: non si sa come e dove smaltire l’amianto”. Secondo i sindacati è necessario quindi l’impegno e la responsabilità di tutti i livelli istituzionali per muovere l’intera filiera dell’attività di bonifica su un programma fattibile e condiviso, coinvolgendo i Comuni e chi vi abita, semplificando le procedure amministrative per la gestione dei rifiuti contenenti amianto. “Occorre inoltre organizzare il conferimento di prossimità in siti di raccolta comunali o di associazione di comuni per l’autosmaltimento gratuito di piccoli quantitativi di rifiuti presenti nel proprio territorio – aggiunge Rancati – e realizzare in Lombardia siti di conferimento proporzionati ai volumi di rifiuti contenenti amianto da smaltire nell’area lombarda, siano essi discariche e/o impianti d’inertizzazione, anzitutto per la gestione dello smaltimento dei rifiuti in matrice friabile”.

Interventi quanto mai urgenti, visto che, a venticinque anni dalla messa al bando con la legge n. 257 del 1992, l’amianto continua ad uccidere. Ogni anno in Italia i decessi per neoplasie dovute all’amianto sono circa 4.000, con una crescita significativa delle vittime civili che non necessariamente hanno avuto una vita lavorativa di esposizione all’amianto, ma che hanno vissuto in ambienti contaminati. In Lombardia si stima che il numero sia pari a 450 decessi l’anno. Intervenendo ai lavori l’assessore regionale al Welfare, Giulio Gallera, ha illustrato quanto fatto in Regione sino ad oggi e ha sottolineato la necessità di fare rete, tra tutti i soggetti coinvolti, per dare risposte concrete al problema.

Dal fronte sindacale non mancano sollecitazioni e proposte. Cgil, Cisl e Uil Lombardia, in un documento unitario, ricordano l’esigenza di potenziare il sistema di sorveglianza sanitaria regionale e assicurare interventi con modalità e procedure omogenee su tutto il territorio. Occorre inoltre informare la popolazione sul rischio di esposizione prevedendo degli “Sportelli amianto” per la diffusione capillare delle informazioni ai cittadini, relativamente alle modalità di bonifica dell’amianto presente negli edifici (possibilità di micro raccolta, di auto rimozione, eventuali contributi regionali, ecc..).

Relazione introduttiva di Pierluigi Rancati, segretario regionale Cisl

Documento unitario Cgil Cisl Uil Lombardia