Contratti, accordo sul rinnovo del settore cemento, calce gesso e malte

Milano, 30.5.2019

Intesa raggiunta sul rinnovo del contratto nazionale del cemento, calce gesso e malte scaduto lo scorso 31 dicembre 2018 e che riguarda circa 8500 in Italia (fonte Covip).

Filca Cisl, Fillea Cgil e Feneal Uil, sottolineano l’importanza del lavoro svolto negli scorsi mesi dalle delegazioni trattanti che ha permesso di velocizzare la trattativa seppur non perdendo di vista gli obiettivi prefissati durante la presentazione nelle assemblee della piattaforma iniziale. Molti sono gli elementi normativi introdotti o aggiornati che tengono conto del cambiamento del settore avvenuto a doppia velocità negli ultimi anni e si avvicinano alle necessità attuali delle lavoratrici e dei lavoratori. L’accordo spazia da una miglior gestione delle concessioni di part time reversibile richiesto dai dipendenti che vertono in situazioni legate al rientro da congedi famigliari o da congedi personali particolari; attenzione sul tema conciliazione vita lavoro introducendo forme di  mobilità sostenibile e smart working.

I CONTENUTI DELL’INTESA

Rafforzata la tutela di legge della maternità e della paternità incrementando le aliquote retributive del congedo facoltativo dal 30% fino al 70%. Importante passo avanti sul tema delle pari opportunità di genere nella crescita professionale e di carriera, maggiori tutele alle donne che hanno subito violenza e sono state inserite in percorsi di sostegno, estensione del congedo matrimoniale alle unioni civili.

Anche tutto il tema della sicurezza e del rispetto ambientale è stato rafforzato, rimarcando la responsabilità sociale d’impresa e la necessaria attenzione del rispetto normativo da estendere anche alle società esterne occupate in appalto.

Risultato molto importante, sottolineano i sindacati,  è l’introduzione del Comitato Bilaterale dei materiali da costruzione, per sostenere e rilanciare il settore, attraverso il confronto sui temi della rivisitazione dei livelli e degli inquadramenti professionali, , il rilancio delle tematiche che rappresentano il benessere organizzativo.

GLI AUMENTI ECONOMICI

Sindacati soddisfatti anche per il risultato economico ottenuto e “non scontato”, considerato che il settore è ancora oggi sottoposto ad una pesante ristrutturazione che ha dimezzato i volumi di mercato e senza segnali di possibile crescita nel breve-medio periodo. Sono di 90 euro mese al livello AS3, gli aumenti a regime per i livelli medi d’inquadramento (dove si concentra la maggior parte della forza lavoro occupata), suddivisi in tre step distribuiti durante la vigenza contrattuale (2019-2021) con particolare attenzione messa sulla prima tranche di ottobre 2019 pari a 40 euro sul montante ottenuto. La seconda tranche sarà a dicembre 2020 pari a 30 euro; mentre l’ultima tranche a dicembre 2021 pari a 20 euro.

Reso più esigibile l’elemento di garanzia retributiva (EGR) nelle aziende dove non è praticata la contrattazione di secondo livello e aumentata a 170 euro annui.

Inoltre, ulteriori benefici economici si sono ottenuti introducendo meccanismi di promozione ai non iscritti alla previdenza complementare (fondo Concreto) che riconoscono un versamento obbligatorio aziendale ai non iscritti pari a 5 euro cad. e un aumento del contributo già esistente ai dipendenti iscritti pari allo 0,30% in due tranche: la prima dello 0,15 % a luglio 2020 e la seconda sempre pari ad ulteriori 0,15 % a luglio 2021. (a oggi 1,90%). Interventi economici sono stati fatti anche sulle maggiorazioni al lavoro straordinario, alla media turno a chi esce dal ciclo continuo per motivi non imputabili alla volontà del dipendente.

Nei prossimi giorni si terranno le assemblee coi lavoratori sull’ipotesi di accordo.