Contratti somministrati a tempo indeterminato, in Lombardia oltre quota 10mila

Milano, 31.1.2019

Anche in Lombardia negli ultimi mesi si assiste ad un incremento della somministrazione a tempo indeterminato, arrivata a superare i 10mila contratti a fine 2018. Lo conferma il sindacato di categoria Felsa Cisl Lombardia, che monitora costantemente l’andamento del settore. “Anche a seguito del rinnovo del contratto collettivo del settore – spiega Daniel Zanda, segretario generale Felsa Cisl Lombardia – la somministrazione a tempo indeterminato, rappresenta la forma di lavoro flessibile più tutelata che esiste in Italia, perché in caso di interruzione della missione lavorativa pressa l’azienda utilizzatrice il lavoratore torna in disponibilità dell’agenzia per il lavoro, che è obbligata a corrispondere una indennità pari 1000 euro per almeno 7 mesi”.

In questo periodo l’agenzia per il lavoro deve cercare di ricollocare il lavoratore, anche mediante un intervento di politiche attive, e motivare puntualmente l’eventuale insuccesso occupazionale. Recentemente, infatti, la Cassazione ha condannato un’agenzia per il lavoro al pagamento di 24 mensilità di indennizzo poiché ha licenziato dei lavoratori assunti a tempo indeterminato senza aver adempito in modo puntuale al loro percorso di riqualificazione.

All’aumento dei contratti di somministrazione si accompagna un incremento del dato delle adesioni al sindacato Felsa Cisl Lombardia, che a fine 2018 ha superato quota 7mila iscritti (oltre la metà sono nuovi tesserati).

“Aumentano anche i nostri rappresentanti sindacali aziendali che svolgono il ruolo di delegati in azienda pur avendo un contratto di lavoro in somministrazione – sottolinea Zanda -. Questo consente ai lavoratori di avere una loro propria rappresentanza e grazie al supporto dell’organizzazione sindacale essere realmente tutelati”.