Danni Brera, sindacati: la direzione chiarisca e garantisca trasparenza

Milano, 24.1.2017
 
Le condizioni dei quadri di Brera allarmano tutti e in particolar modo le lavoratrici e i lavoratori che operano tutti i giorni per conservare, tutelare e valorizzare il patrimonio storico artistico. Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa Lombardia ritengono doveroso e necessario che la direzione della Pinacoteca chiarisca l’accaduto e garantisca la massima trasparenza su entità dei danni e procedure d’intervento.
Già nel 1988 successe un episodio simile e molte furono le opere danneggiate (tra cui i quadri su tavola che ancora oggi stanno patendo) e furono stanziati 10 miliardi di lire dai fondi Cipe per la realizzazione dell’impianto di climatizzazione, che lavoratori e sindacati chiedevano da tempo.
Come allora, anche oggi pare si tratti di un problema di gestione degli impianti e di coordinamento degli interventi, di manutenzione e di mancanza di investimenti. I danni ai quadri di Brera sono la dimostrazione che la tutela non può attuarsi “da sola”, ma necessiti di sensibilità e di risorse finanziarie e umane.
I sindacati segnalano inoltre che tali condizioni hanno probabilmente determinato altri due gravi episodi, verificatisi negli istituti Mibact in Lombardia:
·  il 5 gennaio scorso è caduta in testa a una custode del Museo Archeologico della Lomellina una trave di 15 kg piena di chiodi, staccatasi dal un portone d’ingresso del Castello di Vigevano.
·  Lo scorso dicembre, è andato in tilt il già precario impianto di riscaldamento di Palazzo Litta a Milano, che oggi ospita 4 istituti (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano e quella per le Province di Como, Lecco, Monza Brianza, Pavia, Sondrio e Varese; Segretariato Regionale; Polo Museale della Lombardia). Con le temperature proibitive è stato diramato l’ordine di chiudere o ridurre in modo significativo i servizi al pubblico.
“La riforma Franceschini – affermano i sindacati – ha destrutturato le soprintendenze, depotenziato i presidi di base della tutela, privilegiando l’aspetto della valorizzazione e della promozione: ha consegnato “ai nuovi manager” i gioielli di famiglia con questi obiettivi, attraverso lo strumento dell’autonomia gestionale. La bandiera dell’autonomia nasconde la necessità dell’autosufficienza: è più semplice incamerare proventi derivanti da sponsorizzazioni, a fronte della riduzione progressiva dell’impegno pubblico. La tutela, nella visione strategica della riorganizzazione Mibact, è stata relegata ad un ruolo marginale”.