Fusione Camere di Commercio, Cgil, Cisl e Uil Brianza ricorrono al Tar

Milano, 13.10.2016
 
Cisl Monza Brianza Lecco, Cgil Monza Brianza e Uil Monza Brianza confermano il loro “no” alla fusione della Camera di Commercio di Monza e Brianza con quelle di Milano e Lodi. Un’opposizione concretizzatasi in un ricorso presentato al Tribunale amministrativo regionale della Lombardia contro la legittimità delle delibere relative alla fusione dello scorso luglio.
Il ricorso, notificato il 4 ottobre alle controparti e al ministero dello Sviluppo economico, è stato poi depositato al Tar. Le organizzazioni sindacali brianzole si sono affidate a Bruno Di Giacomo Russo, docente di diritto costituzionale all’Università di Milano Bicocca. L’eventuale sospensiva dovrebbe essere dichiarata entro un mese. I ricorrenti sostengono l’illegittimità della fusione in quanto in contrasto con le norme contenute nella Legge n. 56/2014 (Legge Del Rio), nella Legge n. 124/2015 (Legge Madia sulla riforma della Pubblica amministrazione) e nella Legge n. 580/1993 sulle Camere di Commercio.
Il ricorso mira a evidenziare una serie di incongruenze. “Secondo noi – spiegano Maurizio Laini, Rita Pavan e Luigi Soldavini, segretari generali Cgil, Cisl e Uil Brianza e Marco Viganò, componente della Giunta in rappresentanza dei sindacati – la Camera di Commercio di Monza aveva i numeri per restare autonoma. Questo è uno spezzettamento del territorio che non può che avere conseguenze negative. La fusione è stata fatta senza confrontarsi con il territorio. I sindaci, per esempio, non sono stati coinvolti. Ma la Camera di Commercio è un ente pubblico, è un’articolazione della governance territoriale”. La riforma delle Camere di Commercio dovrebbe essere approvata entro metà novembre. Le Camere di commercio passeranno da 105 a 60. Gli esponenti sindacali fanno comunque notare come sia pendente un processo di riforma costituzionale, legato all’esito del referendum di domenica 4 dicembre. Gli assetti territoriali potrebbero perciò mutare. In quest’ottica, si chiedono i promotori del ricorso, “non sarebbe stato meglio attendere lo svolgimento del referendum prima di procedere a questa operazione?”.