Intesa sul rinnovo del contratto degli alimentaristi

Milano, 8.2.2016
 
E’ stato raggiunto l’accordo per il rinnovo del contratto dell’industria alimentare per il quadriennio 2016/2019. Definito un aumento salariale di 105 euro di cui 35 euro nel 2016, lo annunciano i sindacati Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil. Tra le novità principali, il raddoppio temporale del congedo retribuito di sei mesi (erano tre quanto previsto dal dlgs 80/2015) per le donne vittime di violenza, Rls di sito per assicurare stessi diritti in termini di sicurezza sul luogo di lavoro; inclusione dei lavoratori stagionali storici nei processi di stabilizzazione; importanza della contrattazione di secondo livello; creazione di un fondo per chi è stato licenziato e per le trasformazioni volontarie in part time, creando una sorta di ponte generazionale in grado di produrre vera e reale occupazione. Il contratto decorre dal primo dicembre 2015 al 30 novembre 2019. “Un grande risultato, che premia i contenuti di una piattaforma sindacale innovativa e coraggiosa, in un negoziato difficile e tortuoso, sostenuto con la mobilitazione dei lavoratori e la battaglia unitaria del sindacato. Un impianto complessivo fortemente voluto dalla Fai-Cisl che conferisce al sindacato vera autorità contrattuale al servizio dei lavoratori e del Paese”. Così, in un comunicato congiunto, Luigi Sbarra, Commissario nazionale Fai-Cisl e Claudio Risso, responsabile delle politiche industriali della Federazione agro-industriale-ambientale di via Po, commentando il rinnovo del Ccnl industria alimentare, siglato oggi a Roma da Fai Cisl, Flai Cgil. Uila Uil e Federalimentare. “I punti qualificanti dell’accordo danno corpo alla visione Fai Cisl nella partecipazione dei lavoratori alle dinamiche d’impresa; negli assetti contrattuali, ora coerenti con la proposta unitaria di un nuovo sistema di relazioni industriali; nella bilateralità; nella formazione congiunta,  nelle nuove modalità su telelavoro e lavoro agile. Il contratto, ora quadriennale, integra linee guida che rafforzano ed estendono significativamente il secondo livello, rilanciando innovazione, produttività, competitività e condizioni di lavoro dei dipendenti. Si respinge inoltre il vincolo dell’invarianza di costi, in favore della non sovrapponibilità delle funzioni tra primo e secondo livello”. “Altro grande risultato – aggiungono Sbarra e Risso – è la sospensione per tutta la durata del contratto della contribuzione al fondo Fasa da parte dei lavoratori”. “Potenziata ed estesa la bilateralità di settore, che per la prima volta viene definita dal Ccnl. Si dà vita ad un fondo specifico che interviene a sostegno dei lavoratori che perdono occupazione a due anni dalla pensione. Tale fondo interverrà anche per lavoratori che volontariamente vogliono trasformare il contratto da full a part-time e promuoverà il turnover: un vero ’ponte generazionale’”.