Panificatori, intesa sul contratto integrativo regionale

Oltre 15mila i lavoratori interessati

Milano, 15.3.2022

Nella serata di lunedì 14 marzo è stato sottoscritto il rinnovo del Contratto Integrativo Regionale del settore Panificazione (Cirl) tra Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil della Lombardia e le controparti datoriali di Unione Regionale Panificatori Lombardia (Federpanificatori Fippa), Federazione Assipan-Confcommercio rappresentata per la Lombardia dalla Associazione Panificatori di Lecco – Assopanificatori Fiesa Confesercenti Lombardia.
In un contesto geopolitico internazionale complesso, che registrerà significative conseguenze anche nel settore, l’accordo sottoscritto – che interessa oltre 15.000 lavoratori e circa 4.000 aziende con caratteristiche e specificità differenziate tra le varie province lombarde – conferma il buon livello delle relazioni industriali che si è tradotto nell’approccio costruttivo e concreto dei vari incontri e nella qualità delle scelte condivise.
Punto di forza di questa tornata contrattuale è stata la chiara volontà di concludere il negoziato senza vacanze contrattuali, garantendo, una volta definito il premio per obiettivi, la sua operatività già dal 1° gennaio 2022.
Inoltre è da valorizzare la comune visione strategica verso i temi di interesse sociale: dall’attenzione alla prevenzione di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro – attraverso un potenziamento del presidio degli Rlst – all’innovativo meccanismo di welfare contrattuale che incentiva e favorisce un investimento nella previdenza complementare contrattuale di settore (Alifond), fermo restando che tutte le scelte negoziali assunte ruotano intorno al consolidamento del sistema bilaterale lombardo (Ebipal).

I CONTENUTI DEL NUOVO CONTRATTO

Nel dettaglio il nuovo contratto integrativo lombardo della panificazione, che si aggiunge alle intese regionali intervenute con l’accordo del 2 dicembre 2021 sul sistema della classificazione del personale e dell’apprendistato, prevede:
• il potenziamento del sistema bilaterale regionale, con una maggiore dotazione in termini economici (con un +20%) dell’impianto organizzativo degli Rlst e una conseguente positiva maggiore presenza sul territorio e nei luoghi di lavoro, al fine di rispondere non solo agli obblighi di legge in tema di salute e sicurezza ma di generare una più efficace e adeguata cultura della prevenzione;
• la riconferma della validità dell’introduzione del “bollino etico di qualità” attraverso la definizione di un disciplinare che identifichi nell’ambito della responsabilità sociale d’impresa criteri idonei a certificare sia la corretta applicazione delle regole normative previste dal Ccnl e dal Cirl sia l’adesione agli enti bilaterali di settore regionale e nazionale;
• nell’ambito delle relazioni industriali, la volontà di attivare partnership con enti e/o istituzioni di ricerca al fine di migliorare l’apporto di analisi e la proiezione delle possibili evoluzioni del settore della panificazione, con l’obiettivo di condividere analisi e strategia da proporre al sistema delle imprese del settore favorendo il miglioramento continuo in termini di organizzazione del lavoro, crescita professionale e occupabilità;
• riconfermano la centralità del valore della professionalità attraverso un comune impegno nell’adeguamento degli inquadramenti professionali, anche durante la vigenza contrattuale, come avvenuto negli accordi in materia, da ultimo l’intesa del 2 dicembre del 2021;
• un incremento del “premio regionale per obiettivi (Prov)” per il prossimo quadriennio di circa il 25%. Infatti, a parametro medio A2 per i lavoratori dei Panifici Artigiani il Prov equivale a: € 560,00 per il 2022; € 613,00 per il 2023; € 655,00 per il 2024; € 672,00 peri il 2025; per i lavoratori dei Panifici Industriali il Prov a parametro medio 3°B equivale a: € 757,00 per il 2022; € 818,00 per il 2023; € 868,00 per il 2024; € 888,00 per il 2025.

Infine, una delle novità più importanti è rappresentata dalla possibilità di destinare volontariamente tutto o parte del premio regionale per obiettivi (Prov) ad Alifond, il fondo contrattuale per la pensione complementare. Tale scelta è incentivata dal riconoscimento di una maggiorazione del 15% a favore delle quote che i lavoratori decideranno di destinare al fondo pensione, con un guadagno netto – grazie alla defiscalizzazione e decontribuzione delle somme destinate a forme di welfare – non solo per il lavoratore ma anche per il datore di lavoro, in una dinamica contrattuale cd. “win-win”, senza tralasciare peraltro, nel caso di somme destinate ai fondi per la pensione complementare, che esse sono ulteriormente agevolate da una fiscalità di vantaggio.