Rappresentanza, Duci: riprendiamo a svolgere il nostro ruolo di “comunità educante”

Milano, 27.11.2018

“Cerchiamo di porre un freno alle derive dell’individualismo sfrenato, impegniamoci tutti, sindacati e associazioni imprenditoriali, in un’azione formativa comune, per riprendere ad esercitare il nostro ruolo civico di “comunità educante” che in questi anni è rimasto chiuso in un cassetto”. Così il segretario generale della Cisl Lombardia, Ugo Duci, ha proposto ai rappresentanti regionali di Confcooperative, Confcommercio e Confindustria Lombardia, a conclusione della tavola rotonda organizzata per questa mattina da Cisl e BiblioLavoro in occasione della presentazione del libro “Protagonisti della rappresentanza”. “Tutti noi abbiamo oggi la responsabilità di ricostruire un tessuto di comunità per la rigenerazione di una buona politica – ha detto Duci -. Nonostante la crisi generale della rappresentanza gli iscritti alla Cisl Lombardia hanno continuato a crescere, anche tra i giovani lavoratori. Una conferma che la rappresentanza del sindacato riguarda primariamente i bisogni delle persone, dove queste lavorano e vivono, e che l’impegno nel cercare di dare risposte concrete viene riconosciuto”.

I delegati al centro delle relazioni industriali

Protagonista indiscusso dell’impegno della Cisl nel rinsaldare la rappresentanza e vincere le sfide dei continui cambiamenti economici e sociali è il delegato sindacale aziendale, al centro del viaggio esplorativo condotto tra oltre 2.800 delegati della Cisl in Lombardia da ricercatori e docenti dell’università Cattolica.
“Un lavoro prezioso, che ci offre tanti spunti sulle strade da percorrere per rafforzare la nostra rappresentanza, soprattutto nel settore dei nuovi lavori – ha sottolineato Ferdinando Piccinini, presidente di BiblioLavoro -. Il tema oggi è come riconoscere il cambiamento da una diversa visuale, con una nuova generatività dal basso”.

Alcuni spunti dalla ricerca dell’università Cattolica

Che i delegati siano una preziosa risorsa, per l’azione sindacale, lo hanno ribadito anche i curatori della ricerca, Giancarlo Rovati, direttore del dipartimento di Sociologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, Ivana Pais, docente di Sociologia economica della Cattolica, Luca Pesenti, docente di Sistemi di welfare comparati della Cattolica.
“I delegati e le delegate sono intermediari di fiducia, spinti all’azione da motivazioni non ideologiche ma concrete e di interesse collettivo – ha sottolineato Rovati -. Le doti principe? Condivisione, autorevolezza, fiducia, impegno, ascolto, capacità di proposta, di azione, di produrre risultati”.

E se è vero che sulla partecipazione dei giovani al sindacato occorre ancora lavorare, dai dati emerge che quelli che si impegnano come delegati hanno voglia di protagonismo, di mettersi in gioco. “I delegati under-40 vorrebbero essere più protagonisti, più attivi nella contrattazione aziendale – ha spiegato Pais -. Non è l’ingenuità del neofita, perché sono delegati da almeno 5 anni, ma è voglia di giocare un ruolo più attivo nell’organizzazione”.
Fattore strategico per un maggiore “attivismo”, che sia anche efficace, è la formazione. “Ricerche nazionali e internazionali hanno ormai confermato che la formazione un ruolo chiave per avere più capacità di analisi e migliore operatività al delegato – ha sottolineato Pesenti -. Chi fa più formazione si sente più forte e la rappresentanza ne trae giovamento”.

La parola alle associazioni di categoria

Che la formazione si strategica ne sono consapevoli anche i dirigenti delle associazioni di categoria, che hanno condiviso la proposta del segretario generale della Cisl Lombardia di pensare a percorsi comuni di formazione interna. “Per rafforzare la rappresentanza bisogna investire e alzare i livelli di competenze”, ha detto Enrico De Corso, direttore generale Confcooperative. Giovanna Mavellia, segretaria generale Confcommercio Lombardia, ha evidenziato il grande attivismo e dibattito all’interno dei corpi intermedi, sottolineando la necessità di “creare sempre più occasioni di dialogo e ascolto”. Attenzione al territorio e ai bisogni degli associati, con un’attenzione particolare alle “giovani leve”, sono i fattori da non trascurare secondo Silvia Pagani, segretaria generale di Confindustria Lombardia. “I nostri imprenditori hanno voglia di partecipare e sentirsi protagonisti – ha detto -. Sono convinta che la crisi rappresentanza si può vincere con la capacità di ascoltare e di formulare proposte concrete, con una grande attenzione alle esigenze del territorio”.