ReStart, un patto per rilanciare la Brianza

La firma il 22 luglio, tra sindacati, associazioni datoriali e istituzioni

Milano, 27.7.2020

“È un punto di partenza. Un primo passo. Una volontà di intenti che attende una verifica sul fattuale”. Così Mirco Scaccabarozzi, segretario generale Cisl Monza Brianza Lecco, commenta il protocollo firmato mercoledì 22 al termine degli Stati generali della Brianza organizzati dalla Provincia di Monza e Brianza.

“È ovvio che tra sindacato, associazioni datoriali e istituzioni – continua Mirco Scaccabarozzi – possano esserci posizioni divergenti. È comunque positivo che, di fonte a un’emergenza come quella del coronavirus, tutti gli attori principali presenti sul territorio si siano trovati intorno a un tavolo per progettare una ripresa».

Cgil, Cisl e Uil si sono presentati all’appuntamento con un documento che presentava una posizione comune del sindacato confederale territoriale. «Abbiamo posto come priorità assoluta l’attenzione al lavoro – continua il segretario generale -. Come organizzazioni che tutelano i diritti dei lavoratori noi siamo favorevoli alla proroga del blocco dei licenziamenti. Intendiamoci, non per un vetero-statalismo, ma perché questa misura può tutelare il lavoro in attesa di una ripresa dei mercati. Il prezzo che rischiamo di pagare è elevato soprattutto in campo sociale. Già ora notiamo una crescita della povertà sul territorio”.

La ripresa deve però avvenire in sicurezza. Anzi, proprio dalla sicurezza può partire un ripensamento del sistema produttivo del territorio. “Dopo la quarantena – continua -, il nostro sistema manifatturiero può strutturarsi attraverso misure che, da un lato, tutelino i lavoratori e, dall’altro, riescano a rendere più competitive le nostre aziende. Il ricorso alle tecnologie può quindi diventare un elemento di competitività eccezionale se regolato attraverso una contrattazione che ne limiti gli eccessi. Il caso tipico è quello dello smart-working, un mezzo che può aiutare i lavoratori e può anche aumentare la loro produttività, ma riconoscendo ai dipendenti tutele identiche a quelle garantite in azienda”.

Non è solo il sistema industriale che va tutelato, ma anche il sistema sanitario che, di fronte all’emergenza, ha dimostrato grande fragilità.

“Il riordino del sistema sanitario lombardo – conclude Scaccabarozzi – ha mostrato la corda mancando di quel vitale collegamento tra il territorio e le strutture sanitarie centrali. Come sindacato pensiamo che vada ripensata la medicina di base riprendendo il modello, al momento solo abbozzato, delle unità speciali di continuità assistenziale. Punto di partenza per una medicina che faccia del presidio sul territorio, della prevenzione e del rapporto con gli enti locali i propri punti di forza. Nel documento sono citati altri spunti, come per esempio la mobilità sostenibile. Tutti principi che sosteniamo, per i quali l’intera provincia e i suoi enti intermedi devono lavorare insieme nei prossimi mesi”.