Sindacati e aziende bresciane: “Un vaccino per tutti”

I fondi raccolti verranno destinati ad un’organizzazione internazionale già operante nel settore dell’assistenza sanitaria nei Paesi in via di sviluppo

Milano, 4.8.2021

Promosso da sindacati e imprenditori bresciani è stato ufficialmente presentato ieri il progetto “Un vaccino per tutti”. Obiettivo dell’iniziativa è quello di concorrere alla diffusione della campagna vaccinale contro il Covid-19 nei Paesi del mondo economicamente più fragili .
I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità evidenziano che a fronte dell’85% di vaccini somministrati nei Paesi a reddito alto o medio alto, nei Paesi meno sviluppati la percentuale è di poco superiore all’1%: America Latina, Asia centrale e Africa sono le regioni del Mondo che fino ad oggi hanno ricevuto il minor numero di vaccini.
Il progetto è stato illustrato in dettaglio nel corso di una conferenza stampa di Confindustria Brescia, Cgil, Cisl e Uil.

Come partecipare
Dal primo settembre partirà una raccolta fondi che coinvolgerà aziende e lavoratori
. Le aziende concorreranno al finanziamento del progetto con un contributo forfettario di 20 euro per ogni dipendente che presenti il green pass attestante il completamento del ciclo vaccinale.
I lavoratori che lo vorranno potranno aderire destinando al progetto l’equivalente di un’ora di lavoro, cui si aggiungerà un contributo di importo equivalente a carico dell’azienda.
Per ogni lavoratore che deciderà di aderire rinunciando ad un massimo di 8 ore di ferie/permessi maturati, sarà versata dall’azienda a finanziamento del progetto una somma a titolo di erogazione liberale di importo complessivo pari al 150% della rinuncia.
I fondi raccolti verranno destinati ad un’organizzazione internazionale già operante nel settore dell’assistenza sanitaria nei Paesi in via di sviluppo.

“Questo progetto è una scelta di solidarietà e di responsabilità – ha dichiarato Paolo Reboni, intervenuto alla conferenza stampa in rappresentanza della segreteria provinciale della Cisl –. Solidarietà con le popolazioni del pianeta più svantaggiate; responsabilità perché aiutare i Paesi poveri significa certamente salvare vite ma anche evitare che l’insorgenza di nuove varianti possa depotenziare i benefici della vaccinazione dove questa è più diffusa”.

Nel progetto rientra anche un’ora di permesso retribuito al lavoratore munito di green pass attestante il completamento del ciclo vaccinale, da utilizzare per l’assistenza ai familiari che si vaccinano.

“E’ questo un elemento che punta a massimizzare la prevenzione – aggiunge il sindacalista della Cisl – e che riafferma, a monte, l’importanza dell’intesa dell’11 giugno scorso tra le parti sociali a livello provinciale per favorire la vaccinazione dei lavoratori anche durante l’orario di lavoro: a questo proposito come Cgil, Cisl, Uil chiediamo al Prefetto che convochi le parti sociali firmatarie per una verifica e l’implementazione dell’accordo in tutte le sue parti”.