Sondrio, sindacati in piazza per la salute e la sicurezza sul lavoro

Iniziativa nell’ambito della mobilitazione nazionale “Fermiamo le stragi sul lavoro”

Milano, 26.5.2021

Creare una cabina di regia provinciale sul tema della sicurezza sul lavoro, impedire le modifiche al codice degli appalti e garantire il blocco dei licenziamenti fino al 30 ottobre. Ecco le principali richieste formulate questa mattina da Cgil, Cisl e Uil di Sondrio lo, che hanno manifestato con un presidio davanti alla Prefettura. Dopo la manifestazione i tre segretari generali, Guglielmo Zamboni della Cgil, Davide Fumagalli della Cisl e Vittorio Giumelli della Uil, sono stati ricevuti dal prefetto di Sondrio, Salvatore Rosario Pasquariello, al quale hanno illustrato il Patto nazionale per la salute e per la sicurezza sul lavoro. La principale proposta delle organizzazioni sindacali è l’istituzione di una cabina di regia provinciale sul tema della salute e sicurezza sul lavoro. Una questione resa ancora più rilevante in vista dei numerosi cantieri legati alle Olimpiadi 2026. «Siamo preoccupati anche per le ipotesi di modifica del codice degli appalti, che alcune forze politiche sostengono con l’alibi dello snellimento delle procedure, emersa nei giorni scorsi a livello nazionale – hanno sottolineato i segretari -. Il rischio che si nasconde dietro quest’eventuale cambiamento è la riduzione di tutele e diritti legati ai contratti e l’aumento delle situazioni critiche sul piano della salute, della legalità e della qualità del lavoro».
I sindacalisti hanno ribadito anche la propria contrarietà allo sblocco dei licenziamenti a fine giugno. «È indispensabile spostare la data almeno fino alla fine di ottobre – hanno aggiunto Zamboni, Fumagalli e Giumelli -. Contestualmente è fondamentale accelerare per ottenere la riforma degli ammortizzatori sociali, avviare politiche attive efficaci e dare vita a un piano di investimenti che porti occupazione di qualità». Secondo i sindacati la situazione potrebbe diventare
drammatica anche per la nostra provincia. «Lo dimostrano le ore di cassa integrazione di aprile. La media dall’inizio dell’anno si attesta a circa 2.000 lavoratori al mese full time. A questo si aggiungono i 5.725 posti di lavoro “non partiti” nell’ultima stagione rispetto a quella precedente. Quasi tutti sono stati legati ai settori cardine dell’economia della provincia, a cominciare da quelli del commercio e del turismo».
A queste criticità, secondo Cgil Cisl e Uil, va aggiunta la riforma pensionistica, senza la quale si rischia un salto anagrafico, per alcuni addirittura di cinque anni. A tal proposito Zamboni, Fumagalli e Giumelli hanno rimarcato l’importanza di tutelare le nuove professioni. «È cruciale applicare i contratti a tutti, confidando nel fatto che tutti gli attori in campo condividano un approccio ispirato dal valore sociale del lavoro, alla sua qualità e alla promozione della persona».