Transizione energetica e industria, contrattazione strategica per governare il cambiamento

Dolzadelli: accompagnare questa fase di cambiamento con azioni declinate sul territorio

Milano, 4.11.2021

La transizione energetica? E’ già in atto e affinché rappresenti più un’opportunità che un rischio, dovrà essere governata e gestita, con il coinvolgimento attivo di aziende, imprese, istituzioni. E un ruolo strategico, com’è nel Dna della Cisl, lo giocherà la contrattazione.
E’ stato ribadito anche nel corso del consiglio generale seminariale della Fim Cisl Lombardia, nell’ambito delle iniziative di approfondimento organizzate per il percorso congressuale. “La transizione energetica è il tema dei temi, poiché implica un cambiamento epocale, in primis per il nostro settore – ha detto il segretario generale della Fim Cisl Lombardia, Mirko Dolzadelli -. A Glasgow è in corso il Cop26, il tema delle azioni per contrastare il cambiamento climatico è ormai al centro dell’attualità quotidiana e vogliamo dare continuità a questo nostro impegno di approfondimento e formazione costruendo un percorso di forte collaborazione con la confederazione, al fine di accompagnare questa fase di cambiamento con azioni declinate sul territorio, attraverso la contrattazione”.

La transizione green per ridurre drasticamente l’emissione di gas inciderà profondamente in settori produttivi quali quello dell’energia, dell’industria, dell’agricoltura, delle costruzioni e dei trasporti.
“Un processo complesso, che chiede di riconsiderare paradigmi economici, strumenti finanziari, modelli produttivi e di consumo e stili di vita”, ha sottolineato Paola Gilardoni, segretario regionale Cisl Lombardia. “Per gestire le ricadute sul mondo del lavoro saranno necessari nuovi e adeguati strumenti di protezione, con ammortizzatori tesi ad accompagnare le transizioni occupazionali all’interno del mercato – ha aggiunto – . Sarà inoltre indispensabile promuovere reti tra imprese, centri di ricerca ed università per rispondere ai nuovi bisogni professionali che nascono dall’innovazione dei processi produttivi in atto”.

La necessità di “fare sistema” è stata richiama anche da Stefano Franchi, direttore generale di Federmeccanica. “La transizione deve essere pervasiva – ha detto -. Non basta acquistare nuovi macchinari, occorre puntare a nuovi modelli organizzativi e di business”. “Nel medio lungo termine – ha aggiunto – rappresenta un’opportunità da tutti i punti di vista, ma il cambiamento va gestito e sarà necessaria un’azione di sistema, perché la transizione venga avviata e portata avanti da tutti i protagonisti”.


Del resto, le nuove tecnologie migliorano già l’efficienza delle imprese, anche dal punto di vista della sostenibilità. Lo ha ricordato anche Maurizio Delfanti, amministratore delegato di Rse. “Da una nostra recente indagine su 300 aziende manifatturiere – ha spiegato – emerge che la digitalizzazione ha portato un risparmio di energia elettrica, nel 50% dei casi, ed energia termica, nel 40%. Nel 15-20% dei casi c’è anche un’ottimizzazione dei processi, che porta a consumare meno acqua e a produrre meno rifiuti, avvicinandosi così a un paradigma di economia circolare che ci deve accompagnare nella prospettiva 2030”.

Concludendo i lavori, il segretario della Fim nazionale, Vincenzo D’Alò, ha sottolineato che “discutere di transizione e di come affrontarla è l’unico modo perché questo processo si possa governare e non subire”. “Fondo sociale per le transizioni, formazione, accompagnamento dei lavoratori attraverso nuovi ammortizzatori sociali – ha aggiunto – devono essere un terreno sul quale preparare, con il supporto della confederazione come in questa occasione, i nostri delegati alla contrattazione del futuro”.