
Dal 1° gennaio 2025, è partita la sperimentazione della nuova procedura per il riconoscimento della disabilità (invalidità civile), coinvolgendo anche la provincia di Brescia. Tuttavia, dopo solo un mese dall’avvio, i numeri indicano una drastica riduzione delle domande presentate: da una media di 2.500 richieste al mese nel 2024 a sole 400 nel gennaio 2025.
Questo dato preoccupa le Organizzazioni Sindacali e le Associazioni di categoria, che vedono nella riforma un sistema che penalizza le fasce più fragili della popolazione, ostacolando l’accesso ai servizi e ai diritti fondamentali.
Quali sono i problemi della nuova riforma?
Le criticità della riforma sono molteplici e riguardano sia la fase di presentazione della domanda, sia il processo di valutazione dell’invalidità: la procedura precedente prevedeva un primo passaggio con la predisposizione del certificato medico e una seconda fase amministrativa curata dai patronati per l’invio della domanda. Ora, invece, è stata introdotta una trasmissione telematica più complessa, in cui il certificato medico introduttivo diventa esso stesso la domanda. Inoltre, ci vuole più tempo per compilare la documentazione: un medico di base impiega almeno 60 minuti per ogni singolo certificato, un carico di lavoro insostenibile vista la carenza di personale sanitario
La competenza per la valutazione dell’invalidità è passata interamente all’INPS, che si trova ora in difficoltà per mancanza di personale qualificato, in particolare medici legali. Il rischio concreto è un allungamento dei tempi di attesa, che penalizza soprattutto pazienti con gravi patologie (come i malati oncologici), per i quali la normativa prevede una valutazione entro 15 giorni, ma che di fatto non viene rispettata
Le richieste dei sindacati per una riforma più equa
I sindacati CGIL, CISL e UIL di Brescia e Lombardia hanno espresso grande preoccupazione per il crollo delle richieste, sottolineando che non si tratta di un miglioramento dello stato di salute della popolazione, ma di una maggiore difficoltà per le persone nell’esercitare un diritto fondamentale.
Il 7 febbraio 2025, le Organizzazioni Sindacali territoriali hanno incontrato l’ATS di Brescia per discutere le criticità della riforma e proporre soluzioni concrete. Per garantire un accesso equo ai diritti delle persone con disabilità, CGIL, CISL e UIL chiedono alla Regione Lombardia di intervenire presso il Governo per:
- Semplificare le procedure burocratiche, eliminando passaggi inutilmente complessi;
- Garantire più risorse ai medici di base, per evitare il sovraccarico di lavoro;
- Ridurre i tempi di valutazione, soprattutto per i casi più gravi;
- Aumentare il numero di unità di valutazione sul territorio, per evitare lunghi spostamenti agli utenti;
- Ripristinare il supporto dei patronati, per aiutare le persone più fragili nella fase di richiesta dell’invalidità