RSA, Roberta Vaia: “Siamo davanti ad un’emergenza sociale. Servono costi standard, trasparenza e riforme coraggiose”

«Il tema dei costi delle RSA sta assumendo i contorni di una vera e propria emergenza sociale», ha dichiarato Roberta Vaia, Segretaria CISL Lombardia, durante la conferenza stampa di presentazione del report sulle RSA della FNP CISL Lombardia, che si è tenuta venerdì 9 maggio 2025 presso la sede della CISL Lombardia a Milano.

«Non possiamo più permetterci di ignorare questa situazione – ha aggiunto la Segretaria – La politica dovrebbe mettere il diritto all’assistenza tra le priorità dell’agenda pubblica, che non può essere lasciato in carico alla sola capacità economica delle famiglie: è una questione di giustizia sociale»

Il nodo dei costi

Roberta Vaia ha spiegato nel dettaglio la composizione dei costi delle RSA, distinguendo tra la tariffa, che comprende prestazioni mediche, infermieristiche e farmaci (a carico del Servizio Sanitario Regionale), e la retta, sostenuta interamente dagli ospiti, che include i servizi alla persona, il vitto, l’alloggio, la lavanderia e l’assistenza non sanitaria. Ma, come ha evidenziato la Segretaria, La legislazione nazionale prevede che il servizio sanitario paghi il 50% del costo giornaliero ma il problema è che «la stima del costo giornaliero su cui si basa il contributo del SSR è ferma a più di 10 anni fa. Oggi quella cifra è gravemente sottostimata e le famiglie, di fatto, stanno pagando anche parte dei costi sanitari, che dovrebbero essere coperti dal sistema pubblico». E a questo si aggiunge il fatto che «la retta spesso include anche spese generali e alcuni costi sanitari che il fondo sanitario regionale non copre»

Le risorse regionali non bastano

«È vero che Regione Lombardia negli ultimi anni è intervenuta, aumentando le risorse per le strutture – ha riconosciuto la Segretaria –. Sono stati previsti adeguamenti tariffari e misure straordinarie per affrontare l’aumento dei costi energetici e i rinnovi contrattuali, ma questi interventi non sono stati accompagnati da garanzie effettive di contenimento delle rette per le famiglie»

Le proposte della CISL

Secondo la CISL Lombardia, la prima urgenza è «separare in modo chiaro i costi sanitari da quelli sociali, distinguendo inoltre tra servizi standard e servizi aggiuntivi opzionali», con l’obiettivo di definire un costo standard trasparente e condiviso, su cui costruire politiche eque. La Segretaria ha anche sottolineato la necessità di riallineare le tariffe riconosciute per i posti contrattualizzati agli standard previsti dai livelli essenziali di assistenza: «Oggi la mancanza di una copertura reale da parte del SSR costringe le strutture a far ricadere la differenza sulle famiglie, aumentando così le rette giornaliere»

Altro punto fondamentale: il rispetto dei contratti nazionali. «Va inserito come requisito obbligatorio per l’accreditamento delle RSA l’applicazione dei CCNL sottoscritti dalle Organizzazioni Sindacali maggiormente rappresentative. Questa misura garantirebbe tutele agli operatori e trasparenza nella costruzione dei costi, rendendo chiara la componente legata alla retribuzione di chi lavora nelle strutture»

Liste d’attesa sempre più lunghe: “Serve un sistema trasparente”

Oltre al tema dei costi, la Segretaria ha posto l’attenzione sul problema dell’accesso alle RSA: «Le richieste sono in continuo aumento e le liste d’attesa si allungano. In alcuni casi, una persona presenta domanda in più strutture, ma resta evidente che il sistema va riformato». La CISL propone una gestione unificata e trasparente delle liste di attesa in tutta la Lombardia, per superare le attuali disparità tra ATS. «È fondamentale regolare gli accessi in base a valutazioni oggettive, legate alla gravità del bisogno assistenziale – ha spiegato – e questo può avvenire solo se il sistema pubblico, attraverso le sue articolazioni territoriali (PUA e unità di valutazione multidisciplinare), prende in carico la persona anziana, valutandone le esigenze e indirizzandola verso il servizio più adatto: residenziale, semiresidenziale o domiciliare»

Alzheimer: “Servono certezze, non disparità”

Infine, un passaggio specifico è stato dedicato al tema Alzheimer. «Serve dare sicurezza alle famiglie, garantire sostenibilità al sistema e valorizzare il ruolo sociale delle RSA. Ma oggi il quadro normativo è confuso e lascia spazio a interpretazioni discordanti, come dimostrano le sentenze che in alcuni casi azzerano le rette e in altri no». La Segretaria ha chiarito che «i nuclei Alzheimer hanno requisiti specifici e un’assistenza integrata sanitaria e sociale. Ma proprio questa integrazione rende difficile stabilire la prevalenza della componente e, quindi, chi debba farsi carico dei costi. Ma azzerare le rette solo per chi ha l’Alzheimer – ha concluso – creerebbe nuove ingiustizie, escludendo altre persone con bisogni analoghi. E rendere tutto gratuito per tutti sarebbe altrettanto iniquo, perché ignorerebbe la capacità economica di chi può contribuire. Il rischio è anche quello di disincentivare le strutture a farsi carico dei pazienti Alzheimer, compromettendo la tenuta del sistema»