Sara Mangone è la nuova Segretaria Generale FISASCAT CISL Lombardia | Fabio Nava: “Il mondo del lavoro è cambiato, il sindacato deve avere il coraggio di scrivere regole nuove”

Il Segretario Generale della CISL Lombardia, Fabio Nava, ha preso parte al Consiglio Generale della FISASCAT Lombardia con un intervento che ha toccato più piani: il riconoscimento per il lavoro svolto dalla categoria, l’attenzione per il passaggio di testimone nella Segreteria, ma soprattutto un’analisi a tutto campo sui cambiamenti che attraversano il mondo del lavoro e sul ruolo che il sindacato deve saper giocare. Fin dall’inizio, Nava ha voluto ribadire il suo approccio:

“Oggi ho sentito il bisogno di ripercorrere con voi ciò che ho visto e ascoltato. Quello che mi porto a casa da questa giornata è il senso di comunità, di vicinanza e di passione che ho percepito con molta intensità. Non vi ringrazio solo per l’invito, ma soprattutto per l’opportunità di ascoltarvi e di osservare con i miei occhi la forza di questa organizzazione”

Il Segretario della CISL Lombardia ha voluto soffermarsi sul passaggio di testimone nella guida della FISASCAT Lombardia. A Ivan Notarnicola, che ha guidato la categoria della Lombardia, Nava ha dedicato parole di gratitudine e di stima: “Ivan lascia una FISASCAT Lombardia forte e coesa. Abbiamo lavorato bene insieme e il lavoro fatto è stato frutto di una trasformazione profonda e credo che questo resti un patrimonio prezioso per il futuro”. Parole di incoraggiamento sono state rivolte poi a Sara Mangone, eletta nuova Segretaria Generale e che sarà affiancata in Segreteria da Guido Fratta e Massimiliano Genova: “quella di Sara è stata una scelta che nasce dal cuore e dalla maturità dell’organizzazione. Ho visto negli occhi delle persone un’emozione vera, rara: commozione, convinzione, voglia di costruire insieme. Questo è il segnale di un sindacato che cambia, che sa rinnovarsi”

Un contesto globale che cambia velocemente

Il Segretario ha allargato poi il suo intervento al quadro internazionale e alle difficoltà che stanno incidendo anche sul lavoro: “stiamo vivendo un tempo che cambia a una velocità impressionante. La pandemia ci ha ricordato quanto siano fondamentali lavori che venivano considerati ‘ultimi’: le cassiere, chi puliva gli ospedali, chi si prendeva cura degli altri. Poi è arrivata la guerra, non più un ricordo dei nostri nonni, ma una realtà ai nostri confini. Due guerre, ai confini della nostra Europa, che riportano un senso di barbarie che pensavamo superato. Tutto questo cambia lo scenario geopolitico, cambia l’economia e quindi cambia anche il lavoro”. Nava ha invitato a non sottovalutare l’impatto di questi cambiamenti: “non possiamo continuare a ragionare con gli schemi del passato: la globalizzazione che conoscevamo non esiste più e tutti i punti fermi che ci sembravano immutabili sono stati scardinati. E se cambia il mondo, inevitabilmente cambia l’economia e cambia il lavoro.”

Giovani, donne, anziani, migranti: un lavoro che cambia volto

Uno dei passaggi più intensi dell’intervento ha riguardato il tema del lavoro e delle nuove sfide per il sindacato: “il mondo del lavoro è profondamente cambiato: abbiamo visto nelle nostre ricerche condotte sui giovani e sulle donne che la percezione del lavoro non è più la stessa di venti o trent’anni fa. I giovani vivono il lavoro in modo diverso rispetto ai loro padri, le regole che utilizziamo sono ancora quelle degli anni ’70 e ’80, con qualche aggiustamento, ma oggi serve coraggio: serve scrivere regole nuove, insieme, ascoltando i giovani, valorizzando le donne, accompagnando gli anziani e riconoscendo il contributo fondamentale dei lavoratori immigrati. Le donne lavorano due volte: sul posto di lavoro e a casa. Gli anziani, con la vita che si allunga, hanno bisogno di un ruolo nella società e nel lavoro. I lavoratori immigrati sono indispensabili per interi settori che altrimenti non reggerebbero: non perché gli italiani non vogliono fare quei lavori, ma perché il lavoro sta cambiando. E tutto questo ci dice che la vera sfida sarà la formazione: senza formazione, non avremo la forza lavoro qualificata di cui abbiamo bisogno, soprattutto in Lombardia”.

Ricollegandosi alla grande mobilitazione della CISL per la Legge sulla partecipazione, Nava ha insistito sulla centralità della formazione e della contrattazione: “abbiamo raccolto quasi 400.000 firme ed è stato uno sforzo immenso. Ora dobbiamo tradurre quella spinta in realtà e al centro resta la contrattazione. Il sindacato vive nella contrattazione: se smette di contrattare, perde la sua essenza. È qui che si gioca il nostro futuro”.

Il Segretario ha chiuso il suo intervento con un richiamo forte al senso dello stare insieme: “se c’è una cosa che la pandemia ci ha insegnato, è che da soli non si va da nessuna parte. Il valore della confederalità è questo: lavorare insieme, aiutarsi, discutere quando serve, rispettando le differenze. Dobbiamo continuare su questa strada, con lo spirito di comunità e di unità che ho respirato qui oggi”