Milano, 3.9.2015

Si tratta di una riflessione sulle stagioni della vita attraverso il racconto del viaggio di due settantenni nella capitale giapponese per visitare i propri figli. E’ un film che rende bene il ritratto del Giappone post-bellico e le trasformazioni (secondo la cultura occidentale) di una società arcaica ma fondata su valori ben chiari. La reazione dei figli alla loro visita (qualche volta vissuta come fastidio) mostra come sia cambiato il rapporto tra le generazioni ma anche come valori come la solidarietà o la generosità si stava sgretolando.
Ozu, che era rispettosissimo dello spirito della tradizione giapponese, ne fa un’opera magistrale e sofferta. In questo senso è un film modernissimo pur essendo girato in bianco e nero e con camera fissa.
Il ciclo inoltre prevede la proiezione de Fiori d’equinozio, il gusto del sakè, Tardo autunno e Buongiorno. Tutti film a loro volta da vedere e rivedere.