Call center, allarme sindacati: a rischio 8mila posti. Sciopero l’11 marzo

Milano, 24.2.2016
 
Ottomila licenziamenti nei call center nei prossimi mesi. L’allarme lo lanciano Slc, Fistel e Uilcom. “La decisione di Poste Italiane ed Enel, aziende controllate dallo stato Italiano, di assegnare le attività di call center senza rispettare la clausola sociale contenuta nel ddl Appalti approvato dal parlamento – spiegano i sindacati una nota unitaria – la volontà del governo di non far applicare quanto previsto dalle leggi italiane in tema di delocalizzazioni di attività di call center, la scelta politica di privare il settore degli ammortizzatori sociali ordinari, provocheranno nei prossimi mesi oltre 8000 licenziamenti nel settore dei call center, di cui almeno la metà vedrà aprire le procedure di licenziamento già nel mese di marzo”. Per chiedere al governo di far applicare e rispettare le leggi già votate dal parlamento italiano, i sindacati hanno proclamato una giornata di sciopero nazionale per venerdì 11 marzo. “L’atteggiamento del governo e delle principali imprese italiane – scrivono Slc, Fistel e Uilcom – si mostra, ancora una volta, del tutto disinteressato alle sorti di migliaia di lavoratori, concentrati prevalentemente nel centro sud del Paese, che rappresentano quell’Italia che non si è arresa e che nonostante ambizioni personali molto diverse, poiché il tasso di scolarità dell’intero settore è molto elevato,  si è rimboccato le maniche ed ha accettato il lavoro del call center”.