Accoglienza dei rifugiati: dai dati Cisl un forte richiamo all’Europa

Milano, 11.10.2016
 
Tra 15 anni, nel 2030, gli immigrati che lavorano in Italia raddoppieranno, passando da 2 a 4 milioni, con un contributo al Pil che salirà dall’attuale 9%al 15%. Nel complesso, con gli attuali flussi migratori, nello stesso periodo gli immigrati sulla popolazione totale italiana  aumenteranno dal 8,2% del 2015 al 14,6% di cui il 21,7% nella fascia 0/14 anni ed il 17,4% nella fascia 15/64 anni. Sono alcuni dei dati presentati dall’Ufficio Studi della Cisl nel corso di un convegno sull’immigrazione a Roma, cui hanno partecipato anche Cisl e Anolf Lombardia. “Una giornata di riflessione non rituale in cui la Cisl, oltre ad offrire uno stato dell’arte dell’immigrazione, vuol fare il punto sul bisogno di allargare la visione e soprattutto avere una nuova disposizione all’accoglienza” ha dichiarato Giuseppe Gallo, presidente della Fondazione Tarantelli Centro Studi Ricerca e Formazione Cisl aprendo i lavori del Convegno. L’accoglienza è un tema su cui la Cisl non esita a confrontarsi partendo dalle proprie radici storiche e culturali: “Non possiamo immaginare un’Europa che non metta al centro la solidarietà e il valore della persona” ha affermato con forza  Annamaria Furlan, segretaria generale Cisl, richiamando pensiero e valori che sono alla base dell’agire quotidiano del sindacato. Prendendo come riferimento il rapporto sull’economia dell’immigrazione della Fondazione Moressa, la Cisl ha stimato che tra 15 anni gli immigrati occupati in Italia raddoppieranno da poco più di 2 milioni del 2015 (circa 10% del totale) a 4 milioni del 2030 (18% del totale), invertendo la dinamica declinante dei flussi di migrazione per lavoro che dal 2010 è calata dell’84%. Dal convegno  sono emersi importanti spunti di riflessione e dati utili a comprendere il fenomeno nella sua reale dimensione. Secondo i dati Cisl, dei 2.294.000 attualmente immigrati nel nostro Paese con un regolare contratto di lavoro, 1.238.000 sono uomini ed 1.056.000 donne, occupati al 70% come operai, con un reddito che, per il 40% degli occupati, è inferiore agli 800 € mensili. Le richieste di asilo nel 2015 sono aumentate da 626.960 a 1.321.600, +110,8% nella Ue a 28. L’Italia riceve, prevalentemente, profughi africani che seguono la rotta centrale e la rotta orientale che arriva, a sua volta ai porti libici e cirenaici ed alla Sicilia partendo dal Corno d’Africa. La rotta occidentale, che attinge al bacino territoriale compreso fra Senegal, Guinea e Mali attraversa la Mauritania ed il Marocco, arriva, come destinazione prevalente, in Spagna. Secondo la Cisl, con questi Paesi l’Europa dovrebbe avviare, selettivamente, politiche di cooperazione, di scambi culturali, di formazione delle competenze professionali e dei gruppi dirigenti, di migrazioni circolari e reciproche. Il fenomeno dei trafficanti di migranti dovrebbe essere stroncato all’origine creando centri di accoglienza, assistenza ed identificazione nei Paesi limitrofi a quelli investiti da guerre e catastrofi in collaborazione con l’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati, dai quali organizzare canali legali e sicuri di ingresso in Europa. Da tutti i relatori un forte richiamo all’Europa perchè la questione delle migrazioni possa diventare un elemento su ritrovare coesione ed unità d’azione e non divenga invece motivo di ulteriori divergenze e divisioni.