Accordo sulla gestione degli sfratti a Milano

Milano, 27.4.2016
 
Firmato oggi in Prefettura da tutte le istituzioni e dai sindacati inquilini, il protocollo d’intesa sulla gestione della concessione della forza pubblica nell’esecuzione degli sfratti. Un atto di civiltà, secondo il Sicet Milano, nei confronti di migliaia di famiglie sfrattate. “Per non renderlo inutile – afferma Leo Spinelli, segretario generale Sicet Milano –  adesso serve ripristinare a Milano le assegnazioni in deroga e aumentare l’offerta di case popolari a canone sociale”.
L’intesa firmata oggi da tutte le istituzioni interessate (Prefettura, Questura, Ufficiali giudiziari, Regione, Comune, Aler e Mm) e dai sindacati inquilini interessa oltre 14.000 famiglie e, se correttamente applicato, potrebbe realizzare finalmente l’obiettivo del passaggio da casa a casa delle persone sfrattate, attraverso l’offerta tempestiva di un alloggio popolare o, almeno, di una soluzione temporanea. Il protocollo non prevede sospensioni o graduazioni generalizzate degli sfratti (se non quelle previste dalle norme vigenti), ma regola i tempi e le modalità inderogabili per richiedere l’intervento della forza pubblica e i tempi di istruttoria per l’assegnazione di un alloggio da parte del Comune. “Ora serve che tutti i firmatari del protocollo rispettino gli impegni assunti e agiscano di conseguenza per raggiungere gli obiettivi e le garanzie per le famiglie sfrattate – afferma Spinelli -. L’efficacia e la concreta applicazione dell’accordo è strettamente legata all’ampliamento dell’offerta di alloggi popolari e al ripristino immediato delle procedure di assegnazione in deroga per le famiglie in emergenza abitativa”. “Comune e Regione la smettano con i finti litigi – aggiunge – e mettano a disposizione risorse per aumentare immediatamente l’offerta di case popolari a canone sociale per le famiglie povere e senza altre possibilità. Comincino dai circa 10.000 alloggi pubblici, tenuti colpevolmente sfitti, ed evitino di sottrarre continuamente alloggi popolari per destinarli ad interventi mediaticamente molto visibili, ma socialmente del tutto inefficaci”.