Ancora scioperi alla Fema di Cortenuova. Stipendi attesi da 3 mesi

Milano, 13.3.2014
 
Continua ininterrotto lo stato di agitazione alla Fema Chemical di Cortenuova. Anche questa mattina i lavoratori dell’azienda sono scesi in presidio davanti ai cancelli e scioperato dalle 10 alle 14: tra loro una sessantina di dipendenti che non riceve lo stipendio dallo scorso dicembre. Una storia industriale fatta di tensioni e incomprensioni quella dello stabilimento di Cortenuova: è dall’inizio del 2010, infatti, che azienda e lavoratori si trovano ai ferri corti: le difficoltà legate alla crisi hanno infatti spesso rallentato i pagamenti degli stipendi, che in troppi casi hanno toccato anche i cinque, sei mesi di ritardo. La storia della Fema parla di fallimenti e acquisizioni, trascinando da 4 anni una situazione che per i lavoratori diventa ogni giorni sempre più difficilmente sostenibile. “È da due settimane che scioperiamo qualche ora ogni giorno, ma ad oggi siamo riusciti a percepire la tredicesima mensilità tra gennaio e febbraio e poi nulla – racconta Massimo Lamera, che per la Fim Cisl di Bergamo segue la fabbrica, che opera sin dagli inizi degli anni ’70 nel settore della meccanica e della carpenteria media e pesante. “Solo promesse, garanzie sommarie e niente di più. La cosa sta diventando davvero insostenibile: in arretrato i lavoratori hanno le mensilità di dicembre 2013, gennaio e febbraio 2014. È vero che in passato ci sono stati ritardi e contrasti, ma si pensava che dopo l’assegnazione dell’ azienda fallita (Fema industriali)  alla stessa Fema Chemicals la situazione si sarebbe sistemata: invece no”.
Nel 2014, infatti, ricorre il quarto anno dal fallimento e la questione non è ancora chiusa: si sono ripetute proroghe su proroghe nella procedura di fallimento, e ancora oggi i dipendenti non sanno quando recupereranno i soldi degli stipendi e del TFR, “l’azienda non ha entrate che garantiscono la copertura dei salari, oltretutto con una richiesta di cassa integrazione in corso – conclude Lamera -. Chiediamo che si faccia chiarezza definitivamente sulla vicenda fallimento e il ripristino del “quotidianità” del pagamento dei salari.”