Bergamo, Cisl: oltre 11mila i lavoratori affetti da gioco problematico

Milano, 28.11.2019

Una proiezione dell’Osservatorio Cisl Bergamo sui dati Ats riferiti al gioco patologico fissa a oltre 11mila il numero dei lavoratori dipendenti affetti da gioco problematico (su un totale di giocatori bergamaschi ritenuti a rischio forte o patologico, di oltre 80.000 persone). Quasi 30 mila lavoratori (il 5.9% del totale della forza lavoro in provincia) sarebbero affetti da un “rischio moderato”.
Di questi, però, “solo” 252 hanno deciso, per vari motivi, di farsi seguire dall’equipe di un Ser.D o di uno Smi, rispettivamente i servizi pubblico e privato di cura e assistenza alle dipendenze.
Il “grosso” del giocato finisce nelle VideoSlot (quasi la metà del totale), ma è ancora alta la percentuale anche del gioco d’azzardo con le carte (16%).
Il giocatore “dipendente” (sia dal gioco che dal lavoro) è generalmente di sesso maschile, con uno stile di vita poco salutare che include l’abuso di alcol, fumo e sostanze stupefacenti.
Caratteristiche peculiari del giocatore problematico sono un’elevata sensibilità alla noia e la ricerca di sensazioni appaganti, anche con un’alta propensione al rischio personale. Nei casi più problematici è possibile riscontrare anche estraneità al mondo che lo circonda, impulsività, incapacità di esprimere e percepire emozioni. Tutte queste condizioni, riportate sul luogo di lavoro compongono requisiti, e soprattutto limitazioni importanti, niente affatto scollegati nemmeno alla piaga degli infortuni.
“La Cisl da tempo sta studiando percorsi e strumenti per poter intervenire sulla piaga del gioco all’interno dei luoghi di lavoro – dice Candida Sonzogni, segretaria Cisl Bergamo -. L’azzardo patologico, o anche solo gli step meno gravi, costituiscono un fattore di rischio non sottovalutabile proprio nell’economia del lavoro, oltre che un problema sociale di importanza straordinaria”. “Cerchiamo di arrivare a un raccordo diretto con il dipartimento della prevenzioni di Ats – aggiunge – e a un progetto finalizzato ad aumentare la consapevolezza e la sensibilità da parte di delegate, delegati, operatrici ed operatori. Con un’opportuna formazione, vorremmo arrivare con le nostre categorie all’apertura di sportelli virtuali dove i lavoratori potranno cercare aiuto, e dove i colleghi potrebbero iniziare a segnalare comportamenti “preoccupanti”.