Call center, accordo nazionale per contrastare la delocalizzazione

Milano, 4.5.2017
 
Contrasto alla delocalizzazione, inasprimento delle sanzioni e tutela del lavoro. Sono alcune delle misure messe in campo a sostegno del settore dei call center con il protocollo firmato oggi a Palazzo Chigi dal governo e da tredici aziende committenti (Enel, Eni, Sky, Intesa Sanpaolo, Tim, Fastweb, Vodafone, Wind Tre, Posteitaliane, Ntv, Trenitalia, Mediaset, Unicredit) che rappresentano il 65% del mercato di un settore che impiega 80mila persone. L’intesa prevede, sul fronte della delocalizzazione, che almeno l’80% dei volumi dati in appalto esterno alle aziende sia effettuato sul territorio italiano e che il 95% delle attività effettuate in via diretta sia effettuato in Italia entro sei mesi dalla stipula.
L’accordo, sottolinea la Cisl, è un passo avanti fondamentale, un segnale positivo per tutelare i lavoratori, come di grande importanza è anche la cabina di regia che vedrà impegnati direttamente rappresentanti dei lavoratori e imprese.
Il protocollo ha una durata di 18 mesi dalle sottoscrizione con rinnovo tacito e verifica dei risultati dopo 12 mesi. Per il governo il protocollo d’intesa è un’ancora sociale per un settore importante e in un momento particolarmente delicato. E’ il primo intervento di questa natura che viene concordato in Europa, non perchè l’Italia sia contro il libero mercato, ma perché quando si parla di delocalizzazioni ci sono oggettivamente settori più esposti e senza difesa.