Cgil, Cisl, Uil annunciano ricorso al Tar contro unione Camere di Commercio

Milano, 14.9.2016
 
Cgil, Cisl e Uil di Monza Brianza presenteranno ricorso al Tribunale amministrativo della Lombardia contro l’unione tra le Camere di Commercio di Milano, Monza e Lodi, decisa a luglio chiedendo innanzi tutto la sospensiva e, poi, un giudizio di merito delle delibere in questione. I sindacati ritengono che l’accorpamento sia illegittimo alla luce degli interventi normativi successivi alla legge Delrio e alla legge Madia sulla riforma della pubblica amministrazione. Uno schema di decreto legislativo sul riordino delle Camere di Commercio è stato approvato il 25 agosto dal Consiglio dei ministri. L’approvazione definitiva del decreto è prevista a novembre. La contestata unione diventerà operativa nel settembre 2017 con il varo del nuovo organismo. Spetta al ministero dello Sviluppo economico dare il consenso definitivo che però potrebbe essere negato, sostengono i promotori del ricorso, in base alle novità contenute nel decreto in via d’approvazione che potrebbe addirittura rafforzare il ruolo territoriale delle Camere di Commercio.
Cgil, Cisl e Uil hanno sempre sostenuto l’autonomia della Camera di Commercio brianzola che si rivolge a 92mila imprese (la soglia minima per garantire l’autonomia delle Camere è 75mila imprese). “La Camera di Commercio – sottolinea Rita Pavan, segretaria generale Cisl Monza Brianza Lecco – resta un asset fondamentale per il nostro territorio: assegna risorse alle imprese, gestisce servizi di sostegno all’innovazione, organizza corsi di formazione, ha la capacità di elaborare studi statistici”. “Avremmo perciò voluto che il suo destino fosse discusso all’interno del dibattito che porterà alla definizione delle aree vaste – aggiunge -. La fusione avrebbe dovuto essere successiva alle valutazioni dei destini di questo territorio». Le organizzazioni sindacali sono anche preoccupate per il futuro dei 65 dipendenti della sede monzese. Il timore è che la fusione possa causare mobilità di personale, tanto che i sindacati di categoria hanno già proclamato lo stato di agitazione.