Milano, 9.1.2020
Il 2011 è l’anno nel quale si fanno i conti sul costo della crisi del 2008: 7.700 miliardi di dollari solo per salvare le banche americane e 340 miliardi di euro per salvare la Grecia. In Italia si registra una piccola ripresa del Pil subito rientrata. E’ anche l’anno della morte di Steve Jobs, fondatore della Apple e produttore dell’IPhone.
Il mercato cinematografico vede l’affermazione al botteghino del film interpretato da Checco Zalone Che bella giornata per la regia di Gennaro Nunziante tra gli italiani e di Harry Potter e i doni della morte di David Yates, Transformers 3 del regista Michael Bay e L’alba del pianeta delle scimmie di Rupert Wyatt tra gli americani. Il cinema europeo si afferma con il francese Quasi amici dei registi Olivier Nakache ed Eric Toledano ispirato alla vicenda del duca Philippe Pozzo di Borgo, dirigente della Pommery e con il bel film di Wim Wenders Pina 3D dedicato alla coreografa e ballerina Pina Bausch.
Dal punto di vista della qualità la stagione vede film come Carnage di Roman Polanski che ottiene anche un buon successo di pubblico, I colori della passione di Lech Majewski, Hugo Cabret di Martin Scorsese, Miracolo a Le Havre di Aki Kaurismäki ed il film di Ermanno Olmi Il villaggio di cartone che affronta temi come quelli del potere, dell’immigrazione, della finta giustizia, la ricchezza e l’economia. Il film adatto per introdurre la nostra tematica di cinema, economia e lavoro.
Partiamo dal cinema americano che ci consegna un bel “thriller economico” come Margin Call del regista J.C. Chandor. Il film, che tradotto si intitola “tutto una bolla”, parla della crisi finanziaria del 2008 e del fallimento della banca Lehman Brothers con il licenziamento del capo della gestione rischi che prima di andarsene lascia ad un giovane collaboratore una chiavetta Usb nella quale sono inserite le informazioni che dimostrano le responsabilità del disastro e la miopia dei dirigenti. Un film che pone anche il tema etico nel mondo della finanza. Ma come fa a far tutto? è una commedia diretta da Douglas McGrath che parla di una donna in carriera che si innamora di un collega inserendo temi come quello della rivalità sul lavoro tra uomini e donne. Sempre di una figura femminile parla una produzione Usa/Gb/Irlanda come il film Albert Nobbs, un dramma diretto da Rodrigo García che parla di una donna che si traveste per trovare una indipendenza economica, oltre che per nascondere la sua omosessualità.
Andiamo in Argentina per segnalare Las acacias diretto da Pablo Giorgelli. Film semplice ma diretto con sensibilità che racconta del rapporto tra un camionista ed una donna con una piccola bimba alla ricerca del lavoro. Un’opera prima che ha vinto la Caméra d’Or a Cannes.
Ci trasferiamo in Europa per riprendere il film finlandese Miracolo a Le Havre di Aki Kaurismäki che racconta i rapporti tra una coppia ed un ragazzino africano clandestino, ricercato dalla polizia. Un’opera importante dal punto di vista etico e relazionale oltre che raccontare i rapporti tra popolazione ed immigrazione-
Dall’Inghilterra arriva Il figlio di Babbo Natale, film di animazione diretto da Sarah Smith che immagina il figlio maggiore come un manager delle attività del babbo ed il minore relegato a rispondere alle lettere dei bambini. Naturalmente sarà quest’ultimo che risolverà il problema al centro del film.
Due film dalla Germania da segnalare: Headhunters ed Almanya – La mia famiglia va in Germania. Il primo è un thriller diretto da Morten Tyldum con alla base un cacciatore di teste che ha come attività secondaria quella di ladro di dipinti. Quando conosce un nuovo amico presentato dalla moglie le cose si complicano … Almanya invece parla dei lavoratori immigrati turchi in Germania e della storia di una famiglia attraverso la quale la regista Yasemin Samdereli di origini turche racconta la difficoltà di essere stranieri.
Terminiamo questo tour in Europa con il film spagnolo diretto da Fernando León de Aranoa che si intitola Amador. Il lavoro è quello di una badante immigrata che fa amicizia con un anziano. Il regista mette al centro del racconto il rema etico sulla dignità delle persone.
Ed eccoci al cinema italiano ed al suo approccio ai temi dell’economia e del lavoro che non possono esimersi dalla analisi dell’immigrazione clandestina. Un film da questo punto di vista significativo è La bas – Educazione criminale, opera prima di Guido Lombardi vincitrice del leone del Futuro a Venezia. Film poco visto, è girato tra gli emigrati a Castelvolturno dove nel 2008 un commando di camorristi in una sartoria di immigrati ne ammazzano sei. Il film segue le vicende del giovane Yussouf convinto dallo zio a venire in Italia alla ricerca di un onesto lavoro ed invece inserito nel giro della droga. Il gioiellino di Andrea Molaioli invece racconta la vicenda della Parmalat cambiandone i nomi ma denunciando le alchimie dei bilanci ed il ruolo della finanza nell’influenzare politica mentre la gestione aziendale è disastrosa. Altro film da segnalare è Il mio domani, ritratto di una formatrice per manager con i suoi rapporti familiari e la sua attività professionale che si muove in modo ambiguo nei confronti dei lavoratori. Il film, diretto da Marina Spada, è anche un ritratto della Milano in attesa dell’Expo.
Ritornando ai temi dell’emigrazione si sottolinea l’opera di Francesco Patierno che, ispirandosi al film Un giorno senza messicani di Sergio Arau, gira Cose dell’altro mondo ambientato in una città veneta dove scompaiono in una notte tutti gli immigrati mandando in crisi la fabbrica di un impresario che da tempo invoca la loro sparizione attraverso i programmi di una tv privata. Tra le produzioni che si occupano di lavoro si segnala un film meno riuscito, ma interessante, ambientato nel mercato della mozzarella di bufala che racconta di una azienda, in crisi di vendite, salvata dalle dipendenti femmine. Si intitola Mozzarella Stories ed è diretto da Edoardo De Angelis.
E’ soprattutto la produzione documentaria quella che segnala le condizioni del mondo del lavoro. Daniele Segre, autore tra i più attenti ai temi del lavoro, gira SIC FIAT Italia che affronta il referendum del 2011 alla Fiat quando si chiese ai lavoratori di scegliere tra la chiusura della sede centrale o la modifica delle condizioni di lavoro. Segre non si schiera ma dà voce sia a coloro che votarono “sì” per salvare il lavoro che a chi si schierò col “no”. Fiorella Infascelli a sua volta si reca al Petrolchimico di Porto Torres dove vengono fermati gli impianti per protesta verso la decisione di mettere in cassa integrazione i lavoratori di Porto Torres, Ravenna e Porto Marghera da parte della Vinyls. Il film si intitola Pugni chiusi e raccoglie testimonianze in una situazione ove tutto è fermo in attesa della evoluzione in un’isola bellissima che però non riesce nemmeno a scommettere sul turismo.
Questo il bilancio della produzione cinematografica del 2011, dove comunque il nostro Paese si dimostra più attento di altri in merito al rapporto tra cinema e lavoro.