Cinema e lavoro nel 1956

Il 1956 non è caratterizzato da film particolarmente importanti che raccontino il mondo del lavoro nell’ambito della cinematografia
mondiale (almeno quella giunta nel nostro paese). Ancora una volta forse è la commedia neorealista italiana quella che dà una qualche
rappresentazione di questo mondo. Tra i protagonisti dei film americani che vanno per la maggiore ci sono però spesso delle impiegate
od altri lavoratori magari alle prese con i soliti ricchi industriali o finanzieri. Venendo ai film distribuiti nell’anno si parte
con un film, girato nel 1955, che affronta un tema importante come quello della memoria a 10 anni dalla tragedia dei campi di concentramento
nazisti. Si tratta di "Notte e nebbia" (Nuit et brouillard) di Alain Resnais. Tecnicamente si tratta di un documentario che
ha però il merito di invitare a non dimenticare uno dei massimi orrori della storia contemporanea e che comunque all’epoca rappresenta
una provocazione visto che dovrà essere ritirato dal Festival di Cannes 1956. I temi della guerra e del pacifismo sono comunque molto
presenti al cinema con opere importanti come il giapponese "L’arpa birmana" di Kon Ichikawa, e gli americani "Prima linea"
di Robert Aldrich, e "La legge del Signore" di William Wyler. Anche il cinema europeo produce opere importanti ambientate
nel periodo della resistenza come "Un condannato a morte è fuggito" di Robert Bresson o "La traversata di Parigi" di Claude
Autant-Lara
avente come protagonista un Jean Gabin dedito alla borsa nera. Interessante anche l’inglese "La mia vita comincia in Malesia"
di Jack Lee, dolorosa vicenda di donne rinchiuse in un campo di prigionia. Altri film importanti dell’anno sono "La strada della vergogna"
del giapponese Kenji Mizoguchi, ritratto di cinque donne in una casa di tolleranza, "Sentieri selvaggi" di John Ford,
uno dei più bei western del regista, "I sette assassini", altro grande western diretto da Budd Boetticher, ed un film fantascientifico
che è diventato un classico come "L’invasione degli ultracorpi" di Don Siegel. Ambientato nel mondo giornalistico è invece
uno dei più duri film di Fritz Lang: "Quando la città dorme". Dalla Svezia infine arriva uno dei capolavori di Ingmar Bergman:
"Il settimo sigillo". Tornando al nostro tema, come si diceva in apertura, abbiamo figure di lavoratrici in "Cenerentola a Parigi"
di Stanley Donen dove Audrey Hepburn interpreta la parte di una giovane bibliotecaria, "Dietro lo specchio" di Nicholas
Ray
con al centro le vicende di una insegnante, "Foglie d’autunno" di Robert Aldrich, storia di una matura dattilografa
ma anche agricoltori, magari scopritori di petrolio come. nel celebre "Il gigante" di George Stevens con Elizabeth Taylor
e James Dean. Un impiegato che cambia lavoro per inseguire il successo è invece "L’uomo dal vestito grigio" diretto da Nunnally
Johnson
. Altro protagonista del cinema americano è il mondo capitalistico. Tra i film ambientati in questo mondo sono da ricordare
la commedia "Una Cadillac tutta d’oro" di Richard Quine dove una piccola azionista combatte i corrotti dirigenti di grossa
società ed "I giganti uccidono" di Fielder Cook, bella descrizione del mondo finanziario. Un film meno riuscito ma dall’esplicito
titolo "I filibustieri della finanza" diretto da Henry Koster infine racconta il dramma di un manager messo in crisi da una
storia d’amore con una ex internata nei campi nazisti. Anche il mondo più povero e l’ambiente sociale meno favorito anno una loro rappresentazione
nel cinema statunitese dell’anno. Tipico ad esempio "Delitto nella strada" di Don Siegel ambientato in un quartiere popolare
di New York del quale ne fa una specie di reportage sociologico. "LocandinaNel simpatico film "Piena di vita"
di Richard Quine invece seguiamo una giovane coppia con pochi soldi ed il pavimento della cucina crollato che affida i lavori
ad un genitore muratore ed in "Pranzo di nozze" di Richard Brooks la famiglia di un taxista che, a causa delle pessime condizioni
economiche, non può dare il pranzo del titolo. Genere fortunato anche il film pugilistico con due belle prove ispirate a personaggi
veri quali "Lassù qualcuno mi ama" di Robert Wise su Rocco Graziano con una buona ricostruzione ambientale di Little Italy
ed "Il colosso d’argilla" di Mark Robson liberamente ispirato alla vita di Primo Carnera. Inoltre come dimenticare la vicenda
di Moby Dick, la balena bianca messa in scena meravigliosamente da John
Huston
, dove protagonisti sono il capitano Achab ma anche l’equipaggio della baleniera. Come andava di moda all’epoca
anche il mondo del circo è benissimo raccontato in "Trapezio" di Carol Reed mentre un curioso film su una venditrice di filo
spinato è "Vita di una commessa viaggiatrice", regista Arthur Lubin, dove la protagonista è anche portatrice di nuove idee
e di emancipazione femminile. Fuori dagli Stati Uniti abbiamo la produzione spagnola di "Calabuig", film pacifista di Luis García
Berlanga
su uno scienziato nucleare americano che si rifugia in paesino catalano di pescatori, "Il giardiniere spagnolo" di Philip
Leacock
con Dirk Bogarde sull’amicizia tra un giardiniere ed il figlio di un diplomatico e perfino il racconto iniziale di una
sommossa di cercatori di diamanti nel film di Luis Buñuel "La selva dei dannati". "LocandinaUn semidocumentario francese
che ottenne la palma d’oro a Cannes raccontava invece il lavoro dell’oceanografo Jacques-Yves Cousteau: si tratta de Il
mondo del silenzio
diretto da Louis Malle. E veniamo al nostro
paese. "LocandinaIl film sul lavoro più interessante dell’anno è stato La risaia di
Raffaello Matarazzo, un melodramma tra le mondine che, sulla scia di "Riso Amaro",
illustra la loro vita documentandola attraverso una bella fotografia a colori delle risaie del basso novarese. Anche i film di Totò
diretti da Camillo Mastrocinque mostrano protagonisti popolari come un barbiere in "Totò, Peppino e i fuorilegge" od un portinaio
ne "La banda degli onesti". Una commessa è tra i protagonisti di in un film del neorealismo rosa come "Poveri ma belli" di Dino
Risi
mentre l’emigrato che ha fatto fortuna si vede in "Moglie e buoi…" un simpatico film di Leonardo De Mitri. Speculazione
edilizia e crisi degli alloggi sono alla base di film come "I giorni più belli" di Mario Mattoli ed "Il tetto" di Vittorio
De Sica
. Mauro Bolognini dirige invece "Guardia, guardia scelta, brigadiere e maresciallo" intorno ad una caserma di
vigili urbani mentre Dario Fo interpreta un fattorino che vuol diventare giornalista nel film "Lo svitato" per la regia di Carlo
Lizzani
. Insomma anno prolifico di film ma nessuno memorabile sul tema del lavoro.