Cinema e lavoro nel 1963

"Locandina"LocandinaIl 1963 è un anno felice per il cinema italiano, anche sotto il profilo delle tematiche legate al mondo del lavoro.
Siamo, infatti, in pieno boom economico ed il cinema nazionale ne è spesso la coscienza critica. Ma andiamo con ordine partendo dalla
consueta panoramica internazionale dei prodotti usciti nell’anno. Il film più innovativo è quello di Federico
Fellini
Otto e mezzo, un film sulla confusione della vita ma anche
un’opera di rottura e di rinnovamento sul modo di raccontare. Restando nel nostro paese altre significative opere, colpite da una censura
di tipo religioso, sono "L’ape regina" di Marco Ferreri e "La ricotta", uno dei 4 episodi di "Ro.Go.Pa.G.", diretto da Pier
Paolo Pasolini
. Infine va ricordato, anche per il notevole successo riportato, il racconto del passaggio dai Borboni a casa Savoia
nella Sicilia, pilotato in modo che "tutto cambi perché nulla cambi", operato da Luchino Visconti
ne Il Gattopardo. Tra i film stranieri da rammentare gli americani "Le folli notti del dottor Jerryll"
di Jerry Lewis, "Il ribelle dell’Anatolia" per la regia di Elia Kazan e "Gli uccelli" di Alfred Hitchcock,
inglese emigrato negli Usa. Gli autori rimasti in Inghilterra continuano invece l’esperienza del Free Cinema con risultati spesso buoni,
come dimostra il film di Lindsay Anderson "Io sono un campione", storia di un minatore che diventa un campione di rugby. Anche
la Nouvelle Vague propone in Francia opere significative come "Fuoco Fatuo" di Louis Malle. Dopo questo accenno alla geografia
cinematografica dell’anno dedichiamoci alle pellicole che parlano di lavoro e di economia, importanti in quanto raccontano la vita
di lavoratori o lo sviluppo di un paese. "LocandinaIl cinema americano in questo senso
offre poco: una commedia come "Quel certo non so che" di Norman Jewison, racconto di come il lavoro in Tv di un ginecologo
porti a trascurare la moglie, e "Quella nostra estate" di Delmer Daves, sulle ambizioni di un operaio cavatore di marmo che
vuole migliorare la sua formazione andando all’Università. Commedie comunque deboli e fin troppo scontate. Bisogna invece emigrare
nelle terre aride del Nord-est del Brasile per trovare un racconto forte sulla vita di una famiglia contadina. Si tratta di Vidas secas di Nelson Pereira dos Santos, uno dei
film che rappresentano il rinnovamento del cinema brasiliano. In Cecoslovacchia esordisce invece Milos Forman con una commedia
dal titolo "L’asso di picche" che parla dei giovani raccontando le aspettative di un genitore che fa assumere il figlio in un supermercato.
In Gran Bretagna esce uno dei più lucidi film sui rapporti di classe: "Il servo" di Joseph Losey. Il regista inglese racconta
il degrado di un giovane ricco e la dominazione da parte del suo servo, magnificamente interpretato da Dirk Bogarde. La tematica della
rivolta giovanile nei confronti della grigia vita è invece al centro della commedia di John Schlesinger "Billy il bugiardo",
protagonista un giovane impiegato delle pompe funebri. "LocandinaE veniamo in Italia dove, come
si diceva poco prima, le notazioni cinematografiche sullo sviluppo sociale sono molte ed interessanti. Partiamo da "Le mani sulla città"
di Francesco Rosi, cronaca degli intrallazzi politici di un costruttore napoletano colpevole del crollo di un palazzo. "LocandinaUn film coraggioso nel denunciare la speculazione edilizia del nostro paese. Il cinema sul lavoro va
invece alle origini del movimento operaio con il film di Mario Monicelli I compagni, cronaca della battaglia per la riduzione da 14 a 13 ore di lavoro in una fabbrica
tessile nella Torino di fine Ottocento. Anche il mondo rurale è splendidamente raccontato al cinema con Gli
ultimi
di Vito Pandolci e padre
David Maria Turoldo
avente al centro la dura vita di una famiglia di contadini in un paese del Friuli. Un film
che anticipa L’albero degli zoccoli di Ermanno Olmi ma che, uscito troppo in anticipo, vede il boicottaggio delle sale cattoliche a
causa del rapporto tra i due autori, l’uno marxista e l’altro religioso di rottura. Il film si avvaleva degli abitanti di Coderno,
il paese natale di Turoldo, come comparse. Un’altra opera, "Il taglio del bosco" di Vittorio Cottafavi, vede come protagonisti
gli abitanti di un paese, Tirli in provincia di Grosseto. E’ la storia  di un gruppo di legnaioli e dei loro  drammi intimi.
"LocandinaAnche la realtà sociale del meridione con i giovani disoccupati che si annoiano è presente nel panorama
cinematografico nazionale. E’ infatti il soggetto dell’opera prima di Lina Wertmüller
I basilischi, premiata al Festival di Locarno. Anche un autore come il futuro regista di
film erotici Tinto Brass gira "Chi lavora è perduto", narrando gli incontri di un giovane disoccupato veneziano. Tornando
ai film aventi come protagonisti figure operaie colpisce la storia, raccontata da Olmi, di un operaio milanese trasferito in Sicilia
alle prese con le difficoltà di affrontare un ambiente sociale diverso. Si tratta de "I fidanzati". Un operaio condizionato da un messaggero
invisibile del pianeta Ultra diventa il pretesto per una satira di costume da parte di Ugo Gregoretti in "Omicron", film comunque
con qualche limite. "LocandinaLa critica al boom economico viene svolta anche dall’unico film di Mario Missiroli "La bella di Lodi"
sullo sfruttamento di una ricca proprietaria agraria verso un meccanico fino al matrimonio per interesse economico. Due altri film
affrontano il tema del miracolo economico italiano: I mostri di Dino
Risi
ed "Il boom" di Vittorio De Sica. Il primo, film ad episodi, mette in scena personaggi discutibili
come l’avvocato senza scrupoli od il padre che educa il figlio a fregare gli altri, rappresentativi del degrado etico nell’Italia in
pieno sviluppo. Il secondo invece parla delle difficoltà a mantenere il tenore di vita propugnato da una società consumistica al punto
che il nostro protagonista è costretto a vendere clandestinamente un occhio per trovare le risorse economiche che permettono alla moglie
di continuare a consumare. Il successo del film di Risi (secondo miglior incasso della stagione) moltiplicherà la produzione di film
ad episodi sullo stesso tema critico, anche se spesso più con sfondo familiare o boccaccesco.