Cinema e lavoro nel 1997

Milano, 13.4.2015
 
Molti successi di pubblico ma, se si esclude Titanic di James Cameron e La vita è bella di Benigni, pochi risultati commerciali tra i film più importanti della stagione. Basti citare, tra quelli poco visti, Madre e figlio di Aleksandr Sokurov, Il dolce domani di Atom Egoyan, Il sapore della ciliegia per la regia di Abbas Kiarostami  oppure Hana-Bi di Takeshi Kitano.
Ma veniamo al nostro tema: lavoro ed economia. Dal punto di vista legislativo è l’anno che, col pacchetto Treu, sblocca il lavoro interinale mentre le riflessioni cinematografiche si occupano soprattutto di disoccupazione e condizioni sociologiche con un buon numero di commedie.
 
Iniziamo come al solito dall’America segnalando una vicenda che si sviluppa attorno alla morte sospetta di un vecchio sindacalista. Si tratta di Affliction, diretto da Paul Schrader che si avvale anche di una bella interpretazione di Nick Nolte e di James Coburn.  In ricchezza e povertà di Bryan Spicer racconta invece come una coppia unita per interesse sia vittima di un commercialista ritrovandosi a scappare in una comunità  Amish perchè evasori dove, grazie al lavoro manuale, ritrovano il gusto di vivere insieme.  Danny Boyle gira invece un film su una coppia di innamorati assistiti da angeli. Lui è un guardiano appena licenziato mentre lei è la figlia del padrone.  Il film si intitola Una vita esagerata ma si tratta di un film troppo strampalato per riuscire nell’impresa.
 
Dall’Inghilterra, una delle cinematografie più prolifiche sul tema.  arrivano due bei film. Il primo, prodotto da Umberto Pasolini e per la regia di Peter Cattaneo, è anche uno dei maggiori successi dell’anno: Full Monty – Squattrinati organizzati. Ambientato in un centro siderurgico in crisi racconta come alcuni disoccupati decidono di organizzare uno spettacolo di spogliarello per guadagnare qualcosa. Questo mettersi a nudo della classe operaia diventa una specie di metafora che ben racconta il tramonto di un sogno di sviluppo economico industriale.  Sempre di proletariato parla la pellicola di Gary Oldman Niente per bocca che invece registra un insuccesso al botteghino. Un film doloroso benissimo recitato sulla solidarietà familiare ma anche sui problemi socio economici di un nucleo che deve vivere solo grazie allo stipendio di una madre operaia.  Meno riuscito ma comunque meritevole di una citazione il film La stagione dell’aspidistra che Robert Bierman trae dal romanzo di Orwell. Racconta del conflitto tra lavoro e poesia e registra delle belle atmosfere rurali.
Come la partecipazione alla festa di inaugurazione del Titanic da parte di un operaio possa diventare l’occasione di realizzare un sogno che cambi la vita è il tema di L’immagine del desiderio dello spagnolo Bigas Luna. Un film curioso che forse meritava di più, penalizzato dall’uscita di Titanic.
 
Della produzione italiana va detto che qualche buon film va registrato in merito al tema lavoro. Anzitutto Ovosodo, premio speciale della giuria a Venezia, di Paolo Virzì; biografia di un ragazzo cresciuto in un quartiere popolare livornese che viene seguito dalla scuola fino al lavoro in fabbrica. Film di formazione che fa i conti con la rinnovata commedia italiana della quale il regista livornese ne è uno dei maggiori interpreti.  Commedia che registra anche un’altro film sulla formazione giovanile del figlio di un operaio questa volta a Torino. Si tratta di Tutti giù per terra di Davide Ferrario che purtroppo non ha incontrato i favori del pubblico. Peccato perché è un buon spaccato sociologico di una società alle prese con lavoro ed immigrazione.
 
 
 
 
C’è poi chi cerca di evadere da questa società come l’architetto protagonista di Il bagno turco – Hamam, bella opera prima di Ferzan Ozpetek ambientata ad Istanbul e chi cerca fortuna nella periferia delle nostre città come gli immigrati protagonisti di Terra di mezzo, altra interessante opera prima, questa volta di Matteo Garrone che ha trovato fortunosamente la possibilità di uscire nelle sale. Parla di prostitute, di immigrati che cercano lavoro nell’edilizia e di lavoro abusivo. Terminiamo con due segnalazioni che affrontano solo di sghimbescio  il tema lavoro: il primo è Don Milani – Il priore di Barbiana dei fratelli Frazzi che parla dell’esperienza di Barbiana dalla quale però sono usciti molti sindacalisti e che ha ispirato molti giovani all’impegno sociale; il secondo è il documentario Canto per il sangue dimenticato di Luigi Faccini sull’eccidio di 1944 ottantatré minatori di Niccioleta da parte dei nazisti tra il il 13 e il 14 giugno 1944. Noccioleta era un “villaggio modello” per i  dipendenti della Montecatini ma il documentario analizza anche il comportamento aziendale come industria bellica..