Cinema e lavoro nel 2012

Documentari pregevoli in un’annata che offre poche pellicole sul lavoro totalmente riuscite

Milano, 31.3.2020

Il 2012, dal punto di vista economico – politico, registra la decisione di Draghi di fare tutto il possibile per salvaguardare l’euro rilanciando la sua forza, il crescente potere politico dell’Islam con la vittoria di Morsi in Egitto e la nomina di Xi Jinping come segretario generale del partito comunista cinese.

Dal punto di vista cinematografico la stagione vede il successo di pubblico di film soprattutto legati ad eroi dei comics come The Amazing Spider-Man per la regia di Marc Webb della serie dell’uomo ragno oppure The Avengers di Joss Whedon avente come protagonisti diversi supereroi dei fumetti. Anche film avventurosi come Il cavaliere oscuro – Il ritorno diretto da Christopher Nolan si possono attribuire allo stesso genere come pure il successo di Lo Hobbit – Un viaggio inaspettato con regia di Peter Jackson. Esce da questa tipologia il successo tutto italiano di Benvenuti al Nord di Luca Miniero ma comunque rifacimento di una pellicola di successo francese. Altri film che ottengono buoni risultati al botteghino sono il 23° 007 dal titolo Skyfall per la regia di Sam Mendes ed Hunger Games di Gary Ross.
Tra i film segnalati dalla critica cinematografica vanno invece registrati Amour di Michael Haneke, Cesare deve morire di Paolo e Vittorio Taviani, il cartone animato Ernest et Célestine diretto da Stéphane Aubier, Vincent Patar e Benjamin Renner, la vicenda di Lincoln raccontata da Steven Spielberg e Zero Dark Thirty dove in modo polemico Kathryn Bigelow racconta la vicenda dell’uccisione di Bin Laden.

Ma veniamo al nostro tema partendo come al solito dal cinema americano. Poche cose da segnalare da quella cinematografia se si escludono Cloud Atlas e La frode. Il primo è un film fantascientifico-apocalittico con episodi diretti da Lana Wachowski, Tom Tykwer ed Andy Wachowski dove gli autori di Matrix in quasi 3 ore di proiezione inseriscono tra gli episodi anche quello di una giornalista che si batte contro una multinazionale del nucleare e di una operaia – clone che si ribella allo sfruttamento nel 2134. Un film un po’ troppo labirintico anche se affascinante che parla di spiritualità più che di lavoro. La frode diretto da Nicholas Jarecki invece è un thriller finanziario legato alla vicenda del capo di un impero che crolla grazie ad uno scandalo. Un film che ricorda come in questo mondo tutti hanno un prezzo. Il film più interessante che proviene dall’America è un film canadese: Cosmopolis diretto da David Cronenberg che ci porta all’interno della limousine dove un 28enne miliardario legge le vicende finanziarie mondiali prevedendo ciò che avverrà compresa la crescita della Cina e dello yuan che minacciano di sgretolare la sua fortuna. Si tratta comunque di uno straordinario racconto del caos finanziario e umano che caratterizza il nostro mondo.

Veniamo in Europa partendo dalla Gran Bretagna che ci regala il film di Ken Loach La parte degli angeli. Il titolo si riferisce alla quota che evapora dalle botti contenenti whisky ed il film si basa sulla storia di alcuni ragazzi condannati ai lavori sociali portati a visitare una distilleria dove uno di loro scopre di avere un olfatto che lo fa introdurre nell’ambiente lavorativo. Si tratta di un’opera che affronta temi come quelli del disagio giovanile e del lavoro che manca ma soprattutto sulle possibilità di riscatto sociale.
Dallo stesso paese arriva Grandi speranze, ennesima trasposizione del romanzo di Dickens questa volta ad opera di Mike Newell. Un film sulla divisione classista nella Londra ottocentesca e sull’innamoramento di un orfano appartenente alla classe operaia verso una ricca ereditiera.

Due film da segnalare tra quelli francesi; ambedue aventi tema femminile. Il primo, Tutti pazzi per Rose, ambientato alla fine degli anni ’50, tratta il tema dell’industria delle macchine dattilografiche e del lavoro di segretaria. Si tratta di una romantica commedia diretta da Régis Roinsard imperniata sui campionati di velocità di scrittura ai quali partecipa donna moderna e emancipata con una tenacia ed un grande talento che la porteranno a vincerli.. Altro film, questo drammatico è Elles che si avvale della regia di Malgoska Szumowska che parla delle studentesse che si prostituiscono per fare carriera. Un’opera che affronta il tema dell’uso e della liberazione del corpo femminile ma anche del consumismo della società.

Veniamo quindi alla nostra cinematografia sul lavoro. Come spesso accade sono forse più incisivi i documentari dei film di finzione che per quanto interessanti non siamo di fronte a dei capolavori. Tra i lungometraggi il primo film da citare è L’industriale diretto da Giuliano Montaldo. Il film parla del proprietario di una industria meccanica vicina al fallimento alle prese con le banche che non fanno credito ed il sospetto del tradimento della moglie. Questo in un contesto dove gli operai sono preoccupati per il posto di lavoro mentre il nostro dà la colpa alla recessione Il film insomma racconta l’Italia della grande crisi economica, e del limite degli industriali alle prese con i suoi problemi. L’ottima interpretazione di Pierfrancesco Favino dà uno spessore alla figura del protagonista.
Altro film che parla di lavoro e precariato è Workers – Pronti a tutto di Lorenzo Vignolo.
Si tratta di 3 episodi su tale universo ambientati nell’assistenza agli invalidi, negli allevamenti dei tori e nel mondo delle pompe funebri.
Tratto dal romanzo di Silvia Avallone il regista Stefano Mordini gira Acciaio ambientato a Piombino dove le ragazze pensano all’amore mentre i maschi pensano a come emanciparsi da un destino che li vorrebbe operai dell’acciaieria.
Daniele Ciprì gira invece È stato il figlio con al centro del racconto un operaio palermitano che perde una figlia in uno scontro tra bande mafiose. In attesa del risarcimento da parte dello stato sarà costretto ad indebitarsi salvo poi utilizzare il risarcimento per l’acquisto di una luccicante automobile di prestigio. Insomma una tragedia familiare nel contesto di una cultura dell’apparire.
Altro dramma familiare, questa volta ambientato nel mondo imprenditoriale, è l’opera di Toni D’Angelo L’innocenza di Clara. Girato in Lunigiana tra i lavoratori del marmo.
Un bel film sulla scuola è invece Il rosso e il blu di Giuseppe Piccioni ambientato in una scuola romana dove il mestiere dell’insegnante è descritto come una positiva missione.
Veniamo infine ai documentari. Il primo da segnalare riguarda la vicenda dell’Alitalia e si intitola Tutti giù per aria per la regia di Francesco Cordio. Il tema è quello della privatizzazione della compagnia aerea, della cassa integrazione durante il passaggio alla fine degli anni 2000 e dei rapporti contrattuali ingiustizie comprese. Un documentario che si avvale della partecipazione di Ascanio Celestini e Dario Fo e che fornisce molte informazioni sulla vicenda e sulle conseguenze nel cambiamento dei rapporti di lavoro. Altro documentario interessante è Scorie in libertà. L’incredibile avventura del nucleare in Italia girato da Gianfranco Pannone. In questo caso, come si evince dal titolo, è una inchiesta che parte da quando l’Eni aprì la prima centrale (era il 1963) fino all’annuncio, nel 2009, di Berlusconi sulla ripresa dello stesso nonostante il referendum contrario dopo la vicenda di Chernobyl. Per la realizzazione del film si è ricorso a molti materiali d’archivio ma anche a molte interviste a Latina per indagare sulla storia del nucleare nella città,
Terzo pregevole documentario distribuito dalla Cineteca di Bologna è God Save the Green per la regia di Michele Mellara ed Alessandro Rossi. Si tratta di una inchiesta su una economia diversa praticata nel mondo. In questo giro si va da Torino con i suoi giardini sul tetto alle coltivazioni idroponiche gestite da un gruppo di donne a Teresina in Brasile per raggiungere altre parti del mondo dove il bisogno di tornare ad essere agricoltori contamina anche le città. Globalmente quindi dei documentari pregevoli in una annata che offre poche pellicole sul lavoro totalmente riuscite.