Cinema e lavoro – Enron. L’economia della truffa

Milano, 11.5.2018

REGIA: Alex Gibney FOTOGRAFIA: Maryse Alberti MONTAGGIO: Alison Ellwood MUSICHE: Matt Hauser INTERPRETI (di loro stessi): Michael Lugenbuehl, Bethany McLean, David Freeman, John Olson, Jim Chanos, John Beard, Mimi Swartz, Sherron Watkins, Colin Whitehead, Charles Wickman, Peter Elkind, Carol Coale, Gray Davis, Joseph Dunn, Max Eberts, Andrew Fastow, Philip Hilder, Al Kaseweter, Ken Lay, Bill Lerach, Loretta Lynch, Amanda Martin-Brock, Mike Muckleroy, James Nutter, Lou L. Pai, Nancy Rapoport, Harvey Rosenfield, Jeff Skilling PRODUZIONE: Alex Gibney, Jason Kliot, Alison Ellwood per Hdnet Films, Jigsaw Productions DISTRIBUZIONE: Mika.Doc DURATA: 110’

Nel gennaio del 2002 il Ministero della Giustizia degli Usa conferma di aver avviato un procedimento penale contro la Enron, una delle più grandi società energetiche degli Stati Uniti. Viene alla luce uno dei peggiori scandali finanziari di tutti i tempi che ha coinvolto i principali dirigenti, accusati di aver rubato più di un miliardo di dollari mentre investitori e impiegati hanno perso tutto. Il documentario porta allo scoperto gli eccessi e la cupidigia dei manager della Enron e il totale vuoto morale che era alla base della cosiddetta “filosofia aziendale”. Attraverso testimonianze e registrazioni audio e video, con le voci degli operatori finanziari che spiegano come sono riusciti a guadagnare centinaia di milioni di dollari approfittando della crisi energetica della California, il film offre anche lo spunto per analizzare in maniera approfondita l’incredibile effetto domino che ha avuto sull’economia mondiale questa truffa.

Un documentario che si basa su un libro del 2003 che racconta la deprecabile condotta dei dirigenti della Enron e che fu alla base di una puntata di Report della Gabanelli. Poi la crisi del 2007 fece ben altre vittime. Vale la pena di visionarlo ancora oggi dopo i ripetuti fallimenti, anche nel nostro paese, di banche ed aziende dei quali nessuno si assume le responsabilità.

LA CRITICA

Non è un caso che l’anteprima nazionale del docu-film di Alex Gibrey Enron: l’economia di una truffa si sia svolta nell’aula Magna dell’Università Bocconi di Milano. Il film, nelle sale dal 21 ottobre, conferma infatti quanto il cinema possa essere un grande strumento educativo e non solo di intrattenimento. E’infatti una vera e propria lezione quella si può trarre dalla visione delle dinamiche che hanno condotto alla bancarotta la Enron, colosso dai piedi d’argilla emblema di una certa spregiudicata new economy a cavallo del nuovo millennio. (Cesare Balbo – L’Espresso)

Si segue questo documentario con apprensione, senso di sollievo, indignazione, preoccupazione ciclica. Alcuni piani alti dell’economia (non sono diventati troppi?), della finanza e degli affari sono il fitto sottobosco di crimini, di accordi e di abusi di bilancio da parte di farabutti, di furbetti, di cialtroni, di magliari dall’abito firmato e con il sorriso da foto segnaletica (Cesare Lombroso si sarebbe divertito!). L’inchiesta firmata da Alex Gibney ricostruisce e scava in uno dei tracolli e degli scandali più gravi del mercato americano: il caso Enron.(Enrico Magrelli – FilmTv)

Cifre alla mano, il crimine più redditizio – e meno rischioso per chi lo commette – è la truffa finanziaria. Almeno a giudicare dagli ultimi decenni, fase di passaggio dal capitalismo produttivo ai flussi speculativi e di rendita. Questa la vicenda narrata in Enron. L’economia della truffa, il film scritto e diretto dal regista statunitense Alex Gibney appena arrivato nelle sale italiane. (Federico Ramponi – Liberazione)

Due conclusioni si traggono da Enron – L’economia della truffa di Alex Gibney. Primo: il documentario ancora tira al botteghino. Quattro milioni di dollari incassati solo negli Usa. Secondo: se i mostri di ieri si chiamavano Dracula e Frankenstein quelli del nuovo millennio si chiamano “corporation”. Sempre più film degli ultimi cinque anni, da The Manchurian Candidate a Resident Evil 2, utilizzano le multinazionali in ruoli diabolici. Qui si racconta della Enron, società di risorse energetiche nata nel 1985 i cui capi hanno rubato e imbrogliato per oltre dieci anni (Francesco Alò – Il Messaggero)

Un argomento serio e attuale come il caso della Enron attira senza dubbio interesse. Ed è giusto dire che il film di Alex Gibney da un punto di vista informativo non difetta di nulla: ben si spiega come, quando, chi e perché. Peccato però che alla semplice esposizione degli eventi, alle interviste di chi fu coinvolto e di chi tuttora studia il fenomeno dall’esterno, gli autori non si preoccupino di aggiungere qualcosa di loro. Ci sono le allusioni allo strano ruolo dei Bush (amiconi dei massimi dirigenti Enron), ma non c’è voglia di approfondire più di tanto eventuali collusioni, né fare una considerazione semplice come la strana coincidenza di date fra la presa del potere dei talebani in Afghanistan e l’annuncio della Enron di voler investire proprio da quell’anno (1996) in quel paese… Si intuisce che dietro (dentro) al fallimento ci sono anche le grandi banche, ma non si spiega bene come e perché queste ne abbiano tratto profitti, né si parla delle analoghe situazioni “Tyco” e “WorldCom” che seguirono a ruota lo scandalo Enron. Manca in poche parole l’inchiesta, le domande scomode, le considerazioni che spiazzano e ti fanno uscire sgomento da una sala. Non siamo quindi dalle parti di “Report”, la splendida trasmissione di Milena Gabanelli. E così ci tocca dire che per una volta la televisione supera il cinema. (Andrea D’Addio – FilmUp)