Cinema e lavoro nel 2007

Milano, 23.7.2018

Il 2007 dal punto di vista economico e del lavoro è caratterizzato da alcuni eventi importanti sia positivi che negativi. Tra i primi da segnalare il lancio dell’iPhone e della nuova Fiat 500, una disoccupazione particolarmente bassa (6,8%), tra i secondi l’incendio alla Thyssen, le difficoltà del governo Prodi, la condanna di Vodafone e Telecom per posizione dominante da parte dell’antitrust. Si registra anche la morte di imprenditori come Pirelli, di economisti (Andreatta) e di sindacalisti quale Bruno Trentin. Ma soprattutto si avvia negli Stati la grave crisi economica in seguito a una crisi del mercato immobiliare con relativa bolla finanziaria che influenzerà l’economia mondiale per un decennio.

Dal punto di vista cinematografico si assiste alla scomparsa di grandi registi come Comencini ed Antonioni mentre sbancano i botteghini film come Harry Potter e l’ordine della Fenice di David Yates, Io sono leggenda di Francis Lawrence, Pirati dei Caraibi – Ai confini del mondo di Gore Verbinski, Manuale d’amore 2 (Capitoli successivi) di Giovanni Veronesi coautore anche del film, meno riuscito, di Leonardo Pieraccioni Una moglie bellissima girato tra i ai bancarellieri di Anghiari (Ar). Il successo arride anche al solito cinepanettone di bassa lega come Natale in crociera di Neri Parenti ma si riscattano tre film di animazione come Ratatouille di Brad Bird e Jan Pinkava, Shrek Terzo di Chris Miller e Raman Hui e I Simpson – Il film di David Silverman.
Dal punto di vista critico da segnalare l’uscita di Centochiodi per la regia di Ermanno Olmi e 4 mesi 3 settimane 2 giorni del rumeno Cristian Mungiu.

Ma veniamo al nostro tema partendo dagli Stati Uniti dove viene editato Il petroliere per la regia di Paul Thomas Anderson. E’ la storia di un magnate del petrolio, fondatore del capitalismo americano legato alla terra ma anche figura negativa sia dal punto di vista morale che come padre. Un film potente ed epico grazie sia all’interpretazione di Daniel Day-Lewis (premiato con l’Oscar) che alla fotografia ed alla regia.
In trasferta in Usa anche il regista tedesco Werner Herzog realizza Incontri ai confini del mondo, un documentario estremo come tutto il suo cinema girato in Antartide dove racconta la vita ed il lavoro tra grandi iceberg ed immagini affascinanti.
Steven Soderbergh invece mette in scena, nell’ambito del film Ocean’s 13 (una commedia giallo-rosa su una banda di ladri) uno sciopero contro lo sfruttamento in una fabbrica messicana.

Veniamo ora in Gran Bretagna da dove ci arriva In questo mondo libero… di Ken Loach. E’ la storia di una ragazza madre di estrazione operaia che mette in piedi una agenzia clandestina di collocamento per immigrati. Il tema del film è l’arricchimento sfruttando i lavoratori che nasce da una inchiesta sul campo. Ennesimo film graffiante del regista inglese esso va ben oltre il tema dell’immigrazione per parlare del lavoro nell’epoca della globalizzazione.

Premio della giuria a Venezia il francese Cous cous racconta come una famiglia di immigrati aiuta il padre licenziato dai cantieri navali ad aprire un ristorante. Regia del franco-tunisino Abdellatif Kechiche che ne fa un’opera sulla dignità del protagonista.
Dalla Francia arriva anche un film ecologico sul lavoro in giardino nell’opera di Jean Becker Il mio amico giardiniere.

Ed eccoci alla produzione nazionale che vede tra i film più interessanti la produzione di documentari come Biùtiful cauntri, opera collettiva di Esmeralda Calabria, Andrea D’Ambrosio e Peppe Ruggiero che parla di agricoltura e pastorizia in rovina a causa delle discariche abusive di rifiuti tossici in Campania. Un documentario che racconta molte vicende censurate dalla Tv.
Wilma Labate si occupa invece dei 35 giorni di sciopero dei lavoratori della Fiat nel 1980 inserendoli nella vicenda della Signorinaeffe; storia di una ragazza che punta al riscatto sociale fino a quando si innamora di un operaio impegnato nelle lotte. Un film purtroppo che non ha avuto successo al botteghino anche sa vale recuperarlo in quanto non sembra invecchiare.
Un giovane mussulmano del Bangladesh che vive a Roma e fa il doppio lavoro che lo impegna quasi 12 ore al giorno deve ricorrere alle ferie non pagate per andare a sposare la ragazza che la famiglia ha scelto come moglie. E’ questo il tema de Le ferie di Licu di Vittorio Moroni, uno dei primi film distribuiti in modo autonomo al di fuori dei canali tradizionali.

Anche Giorni e nuvole, film ambientato a Genova con la regia di Silvio Soldini affronta il tema della perdita del lavoro da parte di un imprenditore nell’ambito di un sistema economico precario. Al film è legato anche il documentario, dello stesso regista, Un piede in terra, l’altro in mare, imperniato sulle storie di contadini, portuali, emigranti ed operai delle acciaierie dell’Italsider.
Sempre tra il genere documentario va ricordato un piccolo film vincitore a Bellaria, Onibus di Augusto Contento racconta del lavoro precario e della lotta per la sopravvivenza di alcuni passeggeri su di un pullman brasiliano in viaggio da San Paolo al Nordeste.

Altro documentario importante, usato anche in alcuni corsi sindacali, è In fabbrica diretto da Francesca Comencini che utilizza immagini di repertorio per effettuare una carrellata sulla storia operaia dagli anni ’60 al 2000 mettendo a fuoco successi e sconfitte.
A dimostrazione di come la produzione documentaristica nazionale sul lavoro sia notevole nel corso dell’anno aggiungiamo la segnalazione de Il salinaro di Cervia, custode dell’oro bianco nel quale Fabrizio Fantini racconta uno dei più antichi mestieri mentre il lavoro, la scuola e le feste di una comunità rom sono alla base di Via San Dionigi, 93 – Storia di un campo rom dei registi Tonino Curagi ed Anna Gorio.
Anche Ascanio Celestini si occupa di precariato seguendo le vicende in un palazzetto occupato dai lavoratori del call center in Parole sante.
Di futuro degli studenti marchigiani delle scuole superiori e delle università si occupa invece Daniele Segre con L’amorosa visione.
Terminiamo con altri due film di finzione come Lezioni di cioccolato di Claudio Cupellini e Guido che sfidò le Brigate Rosse di Giuseppe Ferrara. Il primo è una commedia gradevole su emigrazione, onestà e professionalità nel lavoro pur parlando di un settore particolare come appunto la pasticceria legata al cioccolato mentre il secondo, forse meno riuscito, descrive la vicenda di Guido Rossa, operaio della Italsider e sindacalista della Cgil ucciso dai terroristi per aver denunciato un compagno che distribuiva volantini delle Brigate Rosse.