Cinema e lavoro – The take (La presa)

Milano, 28.2.2018

Regia: Avi Lewis Soggetto: Naomi Klein Sceneggiatura: Naomi Klein Fotografia: Mark Ellam Musiche: David Wall Montaggio: Ricardo Acosta – DOCUMENTARIO – Produzione: Avi Lewis, Naomi Klein e Katie Mckenna Distribuzione: Fandango Durata: 87’.

Il documentario racconta un aspetto poco noto della vita sociale argentina dopo lo sfascio economico del 2001 seguito alle politiche liberiste di Carlos Menem: l’occupazione di alcune fabbriche da parte degli operai, che, dopo averle rimesse in funzione, le gestiscono in cooperativa. Alla vigilia della grave crisi economica argentina del 2001, nei sobborghi più poveri di Buenos Aires, trenta operai disoccupati si “organizzano”, entrano nella fabbrica dove hanno lavorato, che ora è inattiva, e si rifiutano di uscire. Quello che vogliono è far ripartire le macchine e riuscire a far riprendere la produzione. Questo gesto, The Take, fatto per disperazione e per ovviare alla fame e alla disoccupazione, pone l’accento sul problema della globalizzazione. I lavoratori, senza altre armi che fionde costruite da loro stessi, si barricano nella fabbrica e sfidano da lì dentro i padroni, i capi, i banchieri e quanti si occupano di loro come di unità preposte al lavoro.

Il film, presentato come evento speciale alla mostra veneziana del 2004, venne distribuito con poco successo dalla Fandango ed è un peccato dal momento che offriva una immagine della crisi economica che qualche anno dopo avrebbe colpito anche i nostri paesi. Il film risulta ancora oggi avvincente anche se forse un po’ troppo teorico.

LA CRITICA

La famosa autrice di ‘No Logo’, col marito giornalista Avi Lewis ci offre con ‘The Take’, nella stagione del documentario politico, un film che restituisce al cinema i concetti di morale e dignità nuovi di zecca. Si racconta la crisi recente argentina dopo la seconda sfortunata discesa in campo di Menem e la faticosa lotta degli operai di una fabbrica per poter autogestirla, finendo con un mezzo happy end ancora aperto. Il film è appassionante per come legge e rilegge la storia, mescolando con passione discreta il pubblico e il privato, in grado di offrire bei personaggi cui affezionarsi, il capo famiglia in crisi. Certo che è un documento militante, ma attento alle ragioni vere della vita, del lavoro, dell’etica delle persone travolte che si devono riconquistare un lavoro. (Maurizio Porro, ‘Corriere della Sera’, 19 marzo 2005)

L’autrice del best-seller No logo e suo marito realizzano insieme il loro primo film, The Take, che documenta la “presa” delle fabbriche argentine da parte degli operai nel periodo successivo al disastroso collasso economico del 2001. Seguendo l’iter giudiziario e il dramma umano attraversati dagli ex-operai di una “planta” produttrice di componenti per auto, nel tentativo di vedersi riconosciuto dal giudice il diritto a gestire da soli la fabbrica, il film attraversa il periodo nero della repubblica sudamericana, dalla fuga del corrotto Menem all’elezione di Kirchner. L’ideologia di fondo dei due filmmakers è resa esplicita fin dall’inizio, ma non pregiudica né la valenza storica del film-documento né la sua resa estetica, piacevole e a tratti molto ispirata. Una pagina di storia da conoscere assolutamente (l’Italia rischiava di trovarsi nella stessa situazione nel 2003), e un’ipotesi di alternativa al capitalismo estremamente affascinante.(MyMovies)