Milano, 13.5.2016

Anche sul fronte delle Vlt, le macchine installate solo in punti vendita specializzati come agenzie di scommesse, bingo o sale dedicate, la Lombardia è in testa con 9.783 macchine in 795 punti. La rete fisica di gioco in Italia conta inoltre 1.327 agenzie di scommesse sportive e 4.609 corner, 3.461 negozi di gioco ippico e 226 punti in esercizi generalisti, più di 34 mila ricevitorie per il Lotto e più di 35 mila per il SuperEnalotto, oltre a 208 sale Bingo. Sul territorio sono inoltre distribuiti oltre 64mila punti vendita per lotterie e gratta e vinci. “Un’industria del gioco che porta vantaggi solo alle concessionarie e che non registra un contrasto sufficiente da parte di uno Stato che degli 88 miliardi di euro anni di entrate porta a casa circa il 10% – ha sottolineato Maurizio Fiasco, consulente della Consulta nazionale antiusura -. Il gioco d’azzardo attrae le risorse economiche di intere famiglie e le dirotta verso un’attività di consumo senza valori d’uso, non genera domanda di altri beni e servizi. Per di più, per fidelizzare persone al gioco si costruisce la dipendenza, attraverso vincite anche infinitesimali ma ripetute”. Una lobby, quella delle industrie del gioco, che tenta con ogni preteso di infiltrarsi nella quotidianità. “Registriamo pressioni sempre più forti per creare un legame tra sistemi di welfare e gioco d’azzardo – ha spiegato Marco Dotti, giornalista di Vita -. Non dobbiamo essere ingenui e per fortuna negli ultimi due anni associazioni e Comuni hanno cominciato a muoversi, hanno capito che il focus è legame sociale e hanno iniziato a maturare una presa di coscienza”. Distanze dai luoghi sensibili e limitazioni degli orari sono due questioni cruciali per la lotta al gioco d azzardo. Una lotta che si esprime anche con formule innovative, come lo Slot mob organizzato da Next il 7 maggio scorso per premiare i bar virtuosi, che hanno rinunciato alle slot. “Per cambiare le cose c’è bisogno di cultura, formazione, ma anche di azioni concrete – ha detto Luca Raffaele di Next -. Dobbiamo fare rete, premiare i baristi virtuosi, ma sostenere quelli che si sentono lasciati soli e che non riescono ancora a sganciarsi dalle slot anche perché legati da contratti capestro”. Sulla rete territoriale Adiconsum Lombardia sta lavorando già da tempo, muovendosi in sinergia con i Comuni, le Asl e le associazioni, per monitorare la situazione delle ludopatie e soprattutto tentare di dare loro possibilità di superare dramma e non ricadere. “La solitudine è il fattore di rischio più alto – sottolinea Carlo Piarulli, presidente di Adiconsum Lombardia -. Occorre incentivare e sostenere azioni a livello territoriale, muovendosi a rete sul territorio attraverso una serie di strumenti e momenti collettivi di dialogo per contrastare l’isolamento di chi è vittima del gioco”.